“Sei ubriaco Thatch” constatò il biondo, dandogli le spalle per andarsene, pessimo errore [...]
Il castano si avvicinò a lui, circondandogli la vita con le braccia, ed attirandolo al suo petto “Forse sono ubriaco...” sussurrò, avvicinandosi al suo orecchio “... O forse no” [...]
Ma il caldo fiato del castano sul suo collo, unito alla mano che aveva preso ad accarezzargli la schiena, ebbe il potere di far si che il suo cervello andasse in vacanza “Voglio il mio regalo, Marco” [...]

Si guardò allo specchio, controllando che tutto fosse perfetto, e sorrise nel vedersi vestita a quel modo, finalmente il suo sogno si sarebbe avverato, si sarebbe sposata con l’uomo che più amava la mondo!
[SasuSaku]

Un Law particolarmente dolce e Rufy che ancora non riesce ad accettare la morte di Ace.
“T-Trafalgar cos-” il più grande lo attirò nuovamente a sé[...]“Shh...” gli sussurrò a fior di labbra “Lasciati guidare da me” lo baciò nuovamente, per poi ricominciare a ballare insieme a Rufy[...] sentendo lentamente la tristezza affievolirsi, per lasciare spazio ad un sentimento diverso, molto più dolce.

Ho perso quel calore che tanto amavo e che mi rassicurava quando, da piccolo, avevo paura di qualcosa...
Adesso mi ritrovo a cercarlo nei miei sogni, sogni che mi assicurano il sonno tranquillo, perché se sogno te, niente può essere brutto.
"Cosa ti sta succedendo?" una voce familiare, forse troppo, raggiunge le mie orecchie, mi giro, nel sonno, ma so che non c’è nessuno, perché, ormai, non c’è nessuno che possa parlarmi con quella voce, con la Sua voce...
[Metto l'avvertimento SPOILER! Per chi non conosce gli avvenimenti di Marineford]

Sabo era il primo, più grande di Ace di pochi mesi e più grande di Rufy di 3 anni.
Ace era il secondo, più piccolo di Sabo di pochi mesi e più grande di Rufy di 3 anni.
Rufy era il terzo, l’ultimo, più piccolo di Ace e Sabo di 3 anni.
Quando mi sono chiesta "E se Rufy non avesse retto la morte ci Ace?" Questo è quello che ne è venuto fuori, spero vi piaccia ^^

Fuori pioveva, all’improvviso sentii una chiave girare nella toppa della mia porta “Hey ragazzina, per ora il capitano è stato paziente con te, ma la prossima volta non sarà così buono Ahahahah......” dopo aver parlato l’uomo lasciò un piatto sul tavolo e se ne andò via ridendo, mi stavo ancora maledicendo per essermi fatta scoprire

Era un grigio giorno d’inverno quando lo incontrai al parco. Era solo e aveva l’aria di chi aveva perso tutto, e così era.
Però quel ragazzo aveva qualcosa di familiare, forse lo avevo già visto…