[Dal testo]
«Vediamo...» Kise si portò la penna alle labbra con fare meditabondo. «Cosa posso regalare a Midorimacchi?» Domandò all'etere piuttosto che ad Aomine che era lì con lui.
«Un carattere nuovo...» rispose annoiato, facendo le veci del nulla, stufo di sentire i farneticamenti del biondino.
«Aominecchi, non fare così, questo non è lo spirito giusto per affrontare il Natale!» Si lamentò a sua volta e sembrava proprio che i due avessero delle opinioni divergenti riguardo la festa.
[Aokise]

Ryouta Kise ha un segreto che, nascosto al di là del suo sorriso, può sembrare invisibile; eppure, qualcuno lo coglierà al volo...
[Fan Fiction interattiva: genere, rating e pairing potrebbero variare nel corso della storia]

Scott, si disse che, doveva fare qualcosa, provvedere verso un cambiamento, perché, in fondo, lui aveva le ali, ma solo non le sapeva sfruttare: nessuno glielo aveva insegnato.
Così, preso qualche ramoscello con il becco, lo portò fino al suo giaciglio, e tenendolo ben stretto, cominciò a tracciare, tutti quelli che potevano essere i piani d'adottare.
Progettò persino una fionda, affinché, potesse liberarsi in aria, una volta in volo ─ o almeno così sperava.
Una volta sistemato tutto ─ per il primo progetto ─ prese altri arbusti elastici, delle foglie d'erba e qualche altro elemento fornito dal bosco. Si costruì la sua fionda e così, facendo leva sulle sue zampette, mentre con il corpicino posava contro le foglie, si incamminò all'indietro, lasciando che l'attrezzo lo lanciasse lontano.
[...]

Vengo preso alla sprovvista non appena metto piede a terra, e parte un colpo della mitraglietta; fortunatamente non ferisco nessuno, ma vengo gettato contro un muro e, quando fisso i miei occhi sull'altra persona, stento a crederci: è davanti a me, stupito quanto lo sono io, e mi smarrisco un attimo nei miei pensieri.
Subito dopo mi ritrovo con le mie labbra sulle sue.
Quella meravigliosa sensazione mi mancava tantissimo – il Governo ci proibisce di avere relazioni umane se non consentite – e immediatamente approfondisco il bacio. Il suo antro è caldo, e io lo ricordavo esattamente com’è adesso, perciò non riesco a trattenere una certa ferocia, una foga dolce che è sintomo di mancanza; allo stesso modo, lui non sembra tirarsi indietro – non subito almeno: prima ricambia il bacio, e lo sento mugolare appena, poi le sue labbra si scostano dalle mie e un fine rivolo di saliva è quello che ne rimane della nostra unione; allora mi lecco le labbra per non lasciare nulla di perduto, continuando a guardarlo.
Distopico! AU
[Sourin, Rinharu, Souharu, Makoharu, Kisumako]

Morire: come il petalo,
che dal bocciolo cade.
Morire: come il sospiro del vento,
che frenetico soffia,
ma non arriva al confine.
[...]

Dead era forse il componente del gruppo più misterioso nella sua semplicità. Soffriva. Soffriva e basta e i suoi gesti non erano che un'acclamazione del suo stato d'animo e della sua tristezza.
Non si sentiva a casa e spesso, cercava di fuggire, almeno con la testa, lontano da quel mondo che lo faceva sentire uno straniero.
Per questo, Ingve, ci metteva tutta l'anima in quello che faceva, donando alla scena anche il suo sangue...
[...]
Spettacolo. Era questo che serviva alla gente. Spettacolo, anche su quel palco a Sarpsborg. I vetri rotti delle bottiglie infrante, di quelle bottiglie che avevano svuotato poco prima per sentire più calore, meno timore e per serpeggiare nella follia, erano perfetti per offrire l'orrore alla marmaglia di spettatori che adoravano i Mayhem.
[...]

Piano, piano anche lei finisce di cantare, forse mangiata, forse arresasi o forse solo dormiente. Eppure, sento onde muoversi, cunicoli di suoni che fanno vibrare l'anima, seppur questa sia statica, immobile, ferma, viva a metà. Dov'è bellezza?
[...]

Sul bordo il petalo,
cade.
Infranto, soave,
dal bocciolo,
cade.
[...]

Anime. Sussurri leggiadri,
svolazzanti invocano.
Lacerati filamenti sentimentali,
che abile mano,
dovrebbe ricucire.
[...]

«Smettila di fissare quella finestra William, non vedrai niente.» La voce di Emily risuonò all’interno della stanza, illuminata soltanto dal crepitio delle fiamme nel caminetto.
«Emily, guarda, quei ciuffi d’erba si muovono da soli, sembra che qualcosa ci salti all’interno.» William era un nobilotto di diciotto anni, timorato di Dio, pudico e molto pauroso, tutto l’opposto dei suoi altri quattro amici.
[...]

Il sospiro è il lamento,
che in gola rimane,
strozzato.
[...]

Sul manto piumato
dell'angelo caduto
posa incontrastato
il nefasto peccato
[...]

Madido d'ossigeno
è il sospiro,
fugace l'essenza
dell'essere.
[...]

[Gangsta. ]
[Gangsta]
In fondo cosa importava? Lui aveva con se il suo fidato Nicolas e la bellissima Alex che tanto gli beava la vista e non solo.

Sono sempre stato una persona ostinata, in questo caso oserei dire un vampiro ostinato.
Da quando sono stato trasformato in quello che sono, ogni mattina tendevo ad attendere l’aurora, ma poi, resomi conto del pericolo che correvo, distruggevo la mia stessa illusione e mi andavo a rifugiare nella mia bara.