Dopo tutti questi anni ho ancora paura del temporale.
Dopo tutto quello che è successo, ho ancora paura del temporale.
Lampi, tuoni, fulmini, sembra che la guerra sia ancora in corso, anche se è già finita da un pezzo.
E lì, dove cielo e mare si uniscono in un solo orizzonte, inizia la mia storia.

- Dimmi un po’, Gustav, a cosa è dovuto quel rigonfiamento nei pantaloni? – Chiese curioso Georg, punzecchiandolo.
Gustav arrossì di colpo e guardò dove Georg gli indicava. Aveva sentito il sangue pompare più forte in quella zona, ma non credeva fosse così evidente.
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Cathy si staccò dal suo corpo possente e si diresse verso l’entrata dei bagni, sembrava come se facesse queste cose per lavoro.
Sentì l’impulso di andare da lei, sbatterla al muro e senza troppi indugi baciarla a più non posso fino a quando quel desiderio selvaggio non avesse lasciato posto al buon senso.
L’animale dentro di Gustav si liberò spingendo Cathy al muro e baciandola profondamente con la lingua umida.
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Fu un bacio lungo e intenso, molto intenso, quasi animalesco.
- Porca vacca! Me ne ero dimenticato! Corri o ci perderemo l’entrata in scena dei Kaulitz! -
La prese per mano e iniziò a trascinarla verso la pista da ballo.
Una luce bianca si accese poco dopo l’ingresso del locale, il ghiaccio secco faceva da leggera
nebbia e due sagome si avvicinavano sempre di più.
Bill e Tom si immersero nella luce bianca quasi paragonandosi a dei.
Erano finalmente entrati in scena.

Non desidero cose spiacevoli per te,
ma solo, desidero solo che tu prova tutto ciò che sto provando ora.
Desidero che tu abbia il rimorso di quello che hai fatto,
perchè io ci ho creduto, davvero.

È una cosa micidiale.
Sa come prenderti e come non farti scappare.

È un controsenso: vive ad occhi chiusi e sogna ad occhi aperti.
Gli piace il nero, non i colori.

Devi farti forza, Rose. Glielo hai promesso.
Si disse tra sé.
Si asciugò le lacrime che selvaggiamente erano riaffiorate e assunse un aspetto deciso. Salì sulla nave e aspettò di arrivare in America. Lì avrebbe trovato una bella casa, un lavoro dignitoso e si sarebbe sposata con un bell’uomo possedente una ricchezza interiore, non cartacea. Proprio come Jack.
Rose si avvicinò a quel Jack che sembrava fatto di aria e acqua fresca di sorgente, inclinò la testa per baciarlo e lo guardò in segno di conferma.
Sorrise.
Non c’erano più ostacoli, finalmente poteva risentire quelle labbra morbide e vellutate sulle sue per l’ultima volta.
Era come se tesse baciando dell’acqua fresca in forma di Jack Dawson.

Arrivò con un sorriso smagliante, pronta a sentire la cosa importante che al telefono non potevo dirle.
-…mi piacerebbe se fossimo fidanzati – Andai sul classico.
Rimase lì, ferma, con le lacrime agli occhi.