La scena finale della prima serie leggermente "rivisitata". E se Ciel avesse avuto un'altra, ultima cosa da dire a Sebastian?

La goccia astrale di Will riflette sulla sua natura.
Io esisto!
Io ci sono!
Io non sono un tuo burattino, Will Vandom...

Yuugi e Yami riflettono sulle loro vite (Okay, per Yami aggiungete pure due virgolette). Tendente, decisamente, al nonsense.
E, non poteva essere altrimenti, accenni di YamixYuugi sul finale.

Ah, l'incenso. Ora, due baldi giovinastri non possono neanche baciarsi senza qualche piccolo Incoveniente Tecnico...!
Teoricamente sarebbe YamixSeto, poi.
[Dedicata ad AliceWonderland e Nadeshiko!]
Datemi retta, gente. Mai fidarsi dell'incenso.
Un ristorante di classe, in fin dei conti. I migliori piatti arabi reperibili a Domino.
Alì Babà e i Quaranta Ladroni.
Com'era, allora, che aveva un nome così cretino...?
A parte il trascurabile dettaglio, Yami era piuttosto soddisfatto.
Era stata una serata deliziosa. E sorprendente. Mai, nelle vite sue (dopotutto, se n'era fatto più d'una, dunque gli pareva il caso di parlarne al plurale) avrebbe pensato che un giorno Seto Kaiba si sarebbe degnato di portarlo a cena fuori. La cosa avrebbe comportato più contatti con il genere umano di quanti il moro potesse sorbire. E invece...

Piccola, triste riflessione di Yami riguardo al suo essere-non-essere. Mezza nonsense, temo. (Compare brevemente anche l'Aibou.) Ed era solo nel cuore della notte, nell'ora delle streghe, che lo Spirito poteva comparire. Quasi trasparente, non era altro che un'ombra. Un'ombra sofferente. Poteva comparire e urlare il suo dolore alla luna.

Avete presente quella bellissima scena dove Yami riesce finalmente a scoprire il suo vero nome? Bene, dimenticatevela. Questa è la versione alternativa. (Flash più o meno comica.)
[Dedicata ad AliceWonderland **.]

Questa è la mia versione di Figlio della luna. L'ho tramutata in una favola egizia. Non ha riferimenti precisi all'anime/manga. Né ci sono propriamente i pg dell'anime: tutti coloro che rimangono senza nome, qui, sono solo figure ideali, che potrebbero richiamare persone effettivamente presenti nella storia. Ma verso la fine fanno la loro brava comparsa Yami e Yuugi, e vi anticipo che ci sono degli accenni di shonen-ai (e romanticismo, credo) ^^. E allora, cominciamo! Narra la leggenda...

Tre diverse coppie, tre diversi baci.
(Saranno le solite: SoulxMaka, BlackStarxTsubaki e KidxLiz)
"Non proprio una penitenza..."; "Sorpresa!"; "Di baci e nevrosi".

E' passato quasi un anno da quando Atemu se n'è andato. Yuugi conserva ancora il suo ricordo, naturalmente. E anche una cosa che era appartenuta al Faraone: una piccola moneta d'oro. Forse non tutti i legami materiali sono spezzati.
E se quella moneta lo riconducesse da lui...?
(Una sorta di sequel de "La nostra medicina". O meglio, le due storie non c'entrano niente l'una con l'altra, ma genere e stile sono gli stessi, e anche il rapporto tra Yami e Yuugi ^^)

Un certo pensiero dà il tormento a Yuugi. Chiuso nella sua malinconia, si addormenta e finisce col sognare anche Yami... Si confiderà?
E poi, siamo sicuri che sia solo un sogno?
(Mia prima fanfic shonen-ai. Piuttosto leggera, con una punta di romanticismo. La coppia è, naturalmente, YamixYuugi).

Yuugi si ammala e Yami fa il possibile per tirarlo su di morale. ^^ (Sul genere ero un po' indecisa, dunque ho messo "sentimentale" ma sarebbe più corretto dire "dolce con leggero sottotono ironico".)

Piccola riflessione su come vanno le cose... da un PoV a sorpresa, diciamo.
E vedo...
Vedo la natura ferita e umiliata, perché l'uomo ha dimenticato... ha voluto dimenticare il sacro timore che prima ne aveva.
Vedo le altre creature sfruttate in maniere insostenibili, per soddisfare la fame dell'uomo, che in realtà nulla può saziare.

Piccola riflessione di Yami sul suo Aibou, fatta durante la Battaglia Cerimoniale.
E' un Occhio di Udjat, quello che mi osserva dall'alto della porta.
E' un Occhio di Udjat, quello che mi ha separato per la prima volta da te.

Il piccolo Atemu incontra un fantasma. (La prima metà è in stile racconto pauroso, l'altra scema nel comico...)
Dalla seconda metà:
- Ti porto via con me! - ruggì il fantasma.
Atemu sospirò, annoiato, e incrociò le braccia. - No.
- N-no?
- No!