"R-Roger" La sua voce, per la prima volta, tremò.
"Vai al piano di sotto, chiama un'ambulanza, il numero lo sai.." strinse la mano della ragazza mentre il suo figlio più piccolo spariva correndo per le scale.
Accarezzò con due dita la guancia della sua piccola e si lasciò andare, sfogando tutto ciò che provava con un pianto silenzioso.

Era triste, odiava vederla così, anzi, odiava guardarla negli occhi e in quegli enormi occhi neri riuscire a vedere solamente confusione.
Lo odiava, eccome se lo odiava.
La abbracciò e la strinse a sé, sussurrandogli con le poche forze che aveva trovato.
"Non farti del male, perfavore"

Paul passeggiava su un prato, tranquillo, con la sua chitarra in spalla, voleva cambiare qualcosa in lui, voleva diventare QUALCUNO.
Il giorno perfetto per iniziare, visto che andò alla festa dove incontrò l'uomo che gli cambierà la vita, e la storia.

Il petto che pulsava.
I brividi che li prendevano.
Loro si volevano.
Erano John e Paul

Era seduto sul letto con la sua chitarra, la chitarra che tanto aveva desiderato, e strimpellava, si allenava a fare gli accordi più difficili.
"Ehi, chi si vede, prima di venire qui hai fatto una nuotata nel Mersey?"
Posò delicatamente la sua chitarra sul letto e mi buttai fra le sue braccia.

Presi la sua mano per rialzarmi da terra.
"Piacere, sono Jude e tu?"
"Io sono Paul, Paul McCartney"