nel dubbio ti scrivo queste parole che non leggerai mai.
Ed è meglio così.

Charry era imbarazzata fino alle punte dei capelli e quando si voltò trovò davanti un volto sconosciuto. Uno sguardo maliziosamente acerbo ed un fisico da urlo fasciato da uno smoking visibilmente costoso. Si guardò attorno e sperò con tutta se stessa che nessuno si fosse accorto del suo comportamento che stentava al ridicolo.
-No. Piuttosto, lei chi è?
-Potrei farle la stessa domanda. Tuttavia, sono Harry Styles-
[…] –Suo padre –riprese, gustandosi il suo viso concentrato – conosciuto come l’uomo più ricco di Londra, ebbe l’idea di dar via ad una vera e propria sfida: sei milioni a chi fosse riuscito a far tornare etero la sua cara figlioletta.
Harry allontanò la mano di Zayn dalla sua spalla, infastidito, per poi ripulire quella parte dai rimorsi e dagli odi che infangarono la loro amicizia anni addietro.
-E scommetto che ti sarebbe piaciuto rivendicare la tua posizione da Don Giovanni. Far innamorare di sé una donna che non ha alcun interesse per gli uomini, diciamocelo, sarebbe atto di vanto, per tutti.
[….]-Con tutte le donne che ho avuto, pensi che una cambierebbe qualcosa, per me?
–Si vede che ti sei rammollito, allora.
-Venti milioni – Zayn si bloccò, aveva ottenuto ciò che voleva.

E magari, fuggire, non serve proprio a niente.
Perché comunque le spalle sono ancora piene di problemi e poi c’è Lia che, oltretutto, adora Milky Chance e Liam, anche se non lo ammette, questa cosa non la sopporta.
Zayn, a differenza di tutti loro, non si fa alcuno scrupolo a estraniare il suo cattivo umore: l'accendino che, gira e rigira, lo posa e lo ripesca dai suoi jeans perché comunque Louis è sparito e Niall non sa più come rende quell'atmosfera tesa un po' più tranquilla.

La tensione nell’aria è decisamente palpabile, e Lia questo lo sente, come sente i suoi sospiri di troppo e il suo sguardo perennemente inchiodato alle sue scarpe. Liam sospira e va avanti, nonostante conosca il danno creato a Lia, sospira e va avanti “Ho il suo numero – Lia non sa se vuole davvero ascoltare il resto ma – E credo che la contatterò” è davvero troppo e adesso le sue gambe provano a correre via da lui e dal vortice di emozioni che sta provando perché comunque non ha nemmeno provato a fermarla e forse quelle certezze non erano nemmeno così certezze.

Conosceva a memoria il suo nome, aveva memorizzato i suoi sorrisi, le sue magliette dei Nirvana e degli ACDC, i suoi jeans strappati e consumati. Le sue scarpe nike e adidas, quelle nere e blu, ma mai aveva imparato o provato a conoscerlo davvero.
70 anni Nick.
Se solo avesse saputo che c’è davvero una fine a tutto questo, se solo se ne fosse davvero resa conto, probabilmente ci avrebbe provato. E perché no?
E magari chissà… magari un giorno potrò darti quel bacio che ho sempre sognato darti.

Elisabeth non avrebbe mai pensato che un ragazzo con una personalità così maldestra l’avrebbe mai confusa. Era orgoglioso, taciturno, sgarbato. Qualità pessime per essere confrontate con la gentilezza, sincerità ed educazione della ragazza.
Eppure adesso non si sentiva soffocare. Eppure adesso il protocollo le pareva meno rigido.
Eppure adesso riusciva a sentirsi finalmente come gli altri.
-Una buona principessa sa riconoscere delle vere doti in un ragazzo. Lui non ne ha, Elisabeth. Ti vieto di rivederlo!- la obbligò sua nonna.
Eppure Elisabeth sapeva che questa volta non avrebbe obbedito. Eppure Elisabeth sapeva che Zayn era una minaccia con il suo carattere poco diplomatico e con il suo linguaggio scurrile. Eppure Elisabeth lo amava. Come poteva obbedire se di mezzo c'era l'amore?

“Senti. Quel dannato scricchiolio che fa la sedia quando ti muovi mi da altamente fastidio e non posso concentrarmi. Sai, a differenza tua io ci tengo a questo compito. Quindi impara a controllare i tuoi movimenti isterici e fai silenzio.’’
“Visto che ci tieni al compito comprati due tappa orecchie e non rompermi le palle.”
“Smettila o te la faccio pagare. Giuro su Dio che te la faccio pagare.”
Ed io continuavo, a muovermi di più e a fare più rumore. Lo faceva alterare e questo era l’unico modo purché mi parlasse. E mi piaceva.
**
“Potresti prestarmi i tuoi appunti? Sono stato male in questi giorni e non so come fare.”
“Scordatelo”
“Ma io ti ho aiutato in matematica ieri.”
“Non te l’ho chiesto io, quindi non è un favore che devo ricambiare.”
“Ma vai a fanculo, stronza.”
“Ci andrò con Mark, visto che mi piace.”
“Puttana.”
“Meglio di essere stronza come te.”
E mi baciò.