"Austin mi fissava malizioso dall’ingresso della scuola.
- Potrei passare?- chiesi, infastidita.
- No, prima devi ascoltarmi.- dice prendendo un altro tiro di sigaretta. Prima o poi gliele ficcherò dove non batte il sole, quelle sigarette.
- Non voglio ascoltarti, voglio entrare.- dissi, dura. Austin mi ignorò e si avvicinò a me, sussurrandomi queste parole con l’alito carico di fumo.
- Prima regola: tu devi ubbidirmi. Seconda regola: comando io in questo posto, attenda a come parli. Terza regola. Portami rispetto. Quarta regola: tu sarai mia- disse appoggiandomi una mano sulla spalla. Sono vissuta in posti peggiori.
- Prima regola: io non ti ubbidisco. Seconda regola: comanderai anche tu, ma io sono sempre stata ribelle. Terza regola: porta tu rispetto a me. Quarta regola: io sono mia, e tu non sai chi sono. Attento a quello che fai.- gli sussurro all’orecchio, per poi scansarlo e andare da mio fratello. Austin mi prende il polso e me lo stringe, e mi avvicina un’altra volta a sé:
- Sbatterti sarà ancora più piacevole- dice malizioso.
La protagonista ha una vita complicata, violenta, e si imbatte in Austin, un ragazzo ribelle e violento.
Spero vi piaccia, la trama è diversa da quella di Dark.

"In un attimo mi resi conto che non era solo il mio migliore amico, era la persona che cercavo da tempo, quella che mi aveva davvero salvato. In quel preciso istante seppi che era da quando avevo cinque anni che lo amavo"
Cosa succede quando qualcuno o qualcosa sconvolge completamente la tua monotona vita? Rose è una ragazza tranquilla, segnata dalla morte della madre, con una grande tristezza dentro, che aspetta solo di essere portata via. La sua vita cambierà il primo giorno di scuola a San Antonio, la città in cui si è trasferita, dato che si imbatterà in qualcuno che le cambierà davvero la vita.
Spero che la leggiate, e spero che vi piaccia!

"Guardati, hai sedici anni, hai paura di uscire da sola.
Guardati, ti vesti come una bambina.
Guardati, sei brutta.
Guardati, ti odiano tutti.
Pensaci: perchè non ti dovrei odiare anche io?
Perrie"
Le lacrime mi uscirono senza volerlo. La rabbia mi invase ogni singola cellula del corpo.
Quella non sapeva contro chi si era messa, non lo sapeva.
Passai la lettera a Jade, che quando ebbe finito di leggere diventò di pietra.
- Ho un'idea. Forse è arrivato il nostro natale.- dissi sorridendo. Mi guardò pensierosa, e poi capì. Ci leggevamo nel pensiero, a volte.
- è arrivato natale.

"Mi guardai intorno. Dove eravamo? Oh, aspetta… quell’edificio rosso con gli alberi altissimi lo conosco! È il nostro vecchio asilo…
- Oh, Austin… perché siamo qua?- chiesi guardandolo confusa. Vidi Austin inspirare, come per prepararsi a fare un tuffo o a ripetere un’interrogazione.
- Ti ricordi quando diedi un pugno a Jacob perché ti aveva tradito con Eliza?- chiese nascondendo un sorriso.
- Ehm, si- dissi sorridendo beffardamente. La maestra li aveva sgridati entrambi.
- Ecco, in realtà quel pugno glielo volevo dare già da prima, perché ero innamorato di te. Già da allora. Quando, alle elementari, ti eri fidanzata con Jason, mi ero offeso tantissimo e cercavo di non farlo notare. Tu eri mia. Certo, anche io mi sono fidanzato. Ma mi sono fidanzato unicamente per dimenticarti. Ma ho capito che ti amo troppo. Amo i tuoi capelli ricci e rossi, amo i tuoi occhi perfetti, amo il tuo carattere, amo le tue smorfie quando pensi, amo il tuo sorriso, amo le tue lentiggini. Ariel, ho bisogno di te perché ti amo."
FF rossa esplicita, se non ti piace il genere non entrare.

- Ora sono tua.
- E io tuo.
- Per sempre.
- Per sempre.- concluse baciandomi.
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MOLTO ROSSA!

-Serve una mano?- chiese il ragazzo. La voce era meglio di quanto mi aspettassi. Era profonda, da uomo, nonostante dimostrasse diciotto anni circa. Era alto, in forma, aveva dei bellissimi lineamenti, due grandi occhi color nocciola e dei capelli biondo cenere acconciati in un ciuffo. Sorrisi imbarazzata.
- Ehm, no, ce la faccio…- dissi guardando per terra, sentendomi diventare rossa. Cercai invano di alzarmi, e lui mi guardò divertito.
- Sicura?- chiese di nuovo.
- Ehm, si, mi serve una mano…- dissi ridendo, prendendo la sua mano, che era tesa verso di me.
- Grazie, davvero, posso fare qualcosa per te?- dissi guardandolo.
- Si, posso offrirti un gelato?- disse lui aprendosi in un gran sorriso.
- Certo!- dissi sorridendo.
- A proposito, come ti chiami?- chiese ridacchiando.
- Elena…Tu?
- Liam. Piacere.
- Piacere mio- dissi sorridendo maliziosamente. Stava andando tutto fottutamente bene.