Gli ordini erano chiari, semplici e concisi: sopravvivere, difendere il villaggio e mai, in alcun modo, tentare di colpire il demone.
Per loro era facile parlare.
Loro non avevano mai conosciuto Naruto, nelle loro menti albergava solo il Jinchuriki, accompagnato dal triste ricordo del sacrificio del Quarto Hokage. Soltanto la forza portante, soltanto una minaccia, soltanto uno spiacevole effetto collaterale.
Hinata non riusciva ad ignorare tutto questo, era incapace di cancellare il volto di Naruto dalla sua mente, di scindere la figura di Kyuubi dalla sua.
Si, ci aveva provato, ma si era rivelato terribilmente difficile.
[One-Shot]

Ti hanno insegnato ad essere freddo. Ad essere calcolatore. Ad essere una macchina da guerra.
Ti hanno insegnato a non provare emozioni. Ad essere insensibile ad ogni cosa. Ad essere sempre controllato ed accorto.
Ti hanno insegnato il giusto comportamento per ogni occasione: pronto, all’erta in ogni evenienza.
Perfettamente addestrato a fronteggiare qualsiasi situazione.
[Sai/Ino]
[100 parole]

Dedicata ad Aya Chan
Piove ininterrottamente da tre giorni.
La lapide degli eroi, oggi, è ricoperta da un manto di gigli bianchi.
Nient’altro.
[100 parole]

Sento la lama della tua katana sfiorare la mia gola.
Esiti.
Sono pur sempre tuo fratello.
Sei pur sempre un essere umano.
Siamo pur sempre due Uchiha.
[100 parole]

Per quanto tu possa impegnarti, sudare o lottare per raggiungere un obbiettivo, saranno loro a raggiungerlo per primi.
Saranno loro i migliori.
Saranno loro a vincere.
Una conclusione fin troppo scontata, no?
[100 parole]

Mentalmente, ti chiedi perché parlare con lui ti fa sempre quest’effetto.
La bocca si asciuga, la voce non ne vuole proprio sapere di uscire, il battito cardiaco aumenta e il sangue affluisce alle guance.
[100 parole]

Asseconda tuo padre, diventa uomo e riempilo d’orgoglio.
Sii vanto per tua madre, sii perfetto ai suoi occhi ed impeccabile di fronte a quelli degl’altri, cosicché lei se ne possa compiacere.
Segui il quarto comandamento, Draco.

NdAmministrazione: l'utilizzo del codice html nelle introduzioni è vietato, ad esclusione di alcuni casi precisi previsti dal regolamento. Il codice html di questa introduzione è già stato modificato dall'amministrazione. Una volta visto questo messaggio, l'autore della storia può provvedere a cancellarlo in autonomia andando a modificare l'introduzione della storia.

No, non posso farlo.
Se lo incontrassi di nuovo tradirei la mia nazione, il mio villaggio, il mio clan, i miei amici, il mio sensei, il mio cane, il mio gatto, il mio pesce rosso e il fruttivendolo all’angolo tra piazza Statuto e via Piave.
Sento la coscienza sporca come i calzini dell’autrice, nera come un pezzo di carbone nero, abbandonato in solitudine in una stanza nera e dalla cui nera finestra filtra la nera luce di una notte nera e senza stelle.
O forse ci sono, ma sono nere anch’esse.
Paring: Itachi/QualsiasiAltroPersonaggioFemminile
Ogni riferimento a persone, FF preesistenti o fatti realmente accaduti è [o no?] puramente casuale.

È una collana raffinata ed elegante. Ogni rifinitura d’oro, ogni pietra incastonata, ogni singola parte di questo gioiello esprime unicità e splendore, come se desiderasse raccontarmi la sua storia e… ammonirmi.
Le gemme rilucono in modo sinistro: sembrano compiacersi della propria superiorità e dei segreti che racchiudono.
Noi sappiamo qualcosa che tu non sai, bambina.
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C’era una volta un tortellino ripieno.
Questo tortellino, che guarda a caso si chiamava proprio Tortellino, viveva felice e spensierato all’interno di una confezione formato famiglia, posta sullo scaffale più alto del reparto alimentare di un minuscolo centro commerciale.
Il suo sogno più grande era visitare Parigi dove, gli aveva raccontato un maccherone, viveva il grande Tortellino Supremo.