Harry Styles, un ragazzo alimentato dalla brama succulenta di vendicare la morte dei genitori.
Louis Tomlinson, un ragazzo il cui desiderio di avere una vita ordinaria è stato completamente annientato dal fato.
Un amore che nasce tra le faide di famiglie un tempo unite.
Un amore che non conosce limiti.
Un amore proibito che i piani alti cercheranno di far sfumare.
[Larry with a little bit of Ziam]

Harry Styles è un ragazzo di Holmes Chapel la cui vita è stata fortemente segnata dalla morte della madre, dal tumore della sorella, e dall'abbandono del padre.
Questi episodi l'hanno reso forte e indistruttibile.
Il giorno in cui deve tornare a scuola va nella stanza del College e fa conoscenza con Louis Tomlinson, un individuo pericoloso e temuto, che mette a dura prova la forza e la resistenza di Harry.
I due saranno sempre dei duri o cederanno grazie al potere dell'amore?
_____
"-Nessuno in questo college si è mai permesso di trattarmi in questo modo.- proferì Louis.
-Oh, beh, sono onorato di essere stato il primo.- risposi sorridendo e rimettendo il mio borsone sul letto.
Lui fece per avvicinarsi ma io lo bloccai appoggiandogli una mano sul petto.
-C'è il mio nome!- sbraitò.
Aprii una tasca del borsone e tirai fuori un coltellino svizzero, tirai delle righe sull'incisione “LT” e accanto scrissi “HS”, poi lo guardai sorridendo.
Guardando la sua faccia notai che l'avevo messo in difficoltà, infatti uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Nessuno poteva mettermi i piedi in testa.
Non più, almeno."
[Larry Stylinson]

"-Io sarò il tuo fotografo, e tu il mio modello. Lavoreremo insieme ogni giorno, che mi piaccia oppure no."
[Larry Stylinson FanFiction] [AU, OOC, Slash]

Mi sedetti accanto a lui, e i nostri sguardi erano ancora uno a scrutare l'altro.
-Piacere, sono Harry, Harry Styles- esclamò lui raggiante porgendomi la mano.
-Lou- risposi soltanto stringendogli la mano.
-Mi piacciono le tue bretelle!- disse tirandole verso di sé per poi rilasciarle di colpo.
Mi massaggiai la pancia e vidi che lui fece per chiedermi qualcosa, ma mia sorella lo interruppe.
-Lou, dobbiamo andare, la mamma deve preparare la cena!- disse Lottie prendendomi per mano e portandomi via.
Mi girai verso Harry e lo salutai con un gesto della mano, e lui sorrise.
-Chi era?
-Harry. Harry Styles- risposi sorridendo e guardando per terra.
[It's Larry, bitches]

In un regale appartamento a Londra una musica si espande per tutte le stanze, mentre Liam, Harry, Niall, Zayn, e Louis, passano del buon tempo insieme, ascoltando buona musica.
-Nadie pasa de esta esquina! Aquì mandan las divinas, porque somos gasolina, gasolina de verdad!- canta Louis improvvisando un balletto.
Sì, stanno passando veramente del buon tempo insieme.

Scesi dalla macchina mettendo lo zaino in spalle e alzai la testa osservando la montagna di fronte a noi.
-Spero che il rifugio non sia proprio quello là!- mormorai indicando un edificio di legno ad almeno mille metri di altezza.
-No, tranquilla, Nicole.- rispose Justin, facendomi tirare un sospiro di sollievo. -Il nostro è quello!- continuò poi indicandone uno ancora più in alto, per poi ridere.
Spalancai la bocca e salii nuovamente in macchina.
-Vi aspetto qui. Ci vediamo fra tre giorni.- esclamai sdraiandomi sui sedili posteriori.
Lui mi tirò per le gambe facendomi cadere a terra, aiutandomi poi ad alzarmi.
-Dai, se arrivi su al rifugio sana e salva ti concedo un bacio.- sussurrò avvicinandosi al mio viso.

Il sangue scorre fluido, le gocce cadono sulle mie gambe macchiandole tutte, fino a finire sul pavimento.
Stupida.
Sono stata stupida a pensare che lui fosse diverso dagli altri.
Ha abbassato la mia autostima, più di quanto non fosse già bassa.
Ha distrutto le mie speranze, ha eliminato la mia voglia di vivere.
“È grassa” ha detto riferendosi a me.
È stato il peggiore Natale della mia vita, insultata dal mio migliore amico, e con i polsi ricoperti di sangue.
**
-Piccola, sii mia stasera.- sussurra accarezzandomi i fianchi.
-No.- rispondo mordendogli il labbro inferiore, mentre lui mi spinge verso il letto, buttandomici sopra.
-Allora perché stai facendo tutto questo?- domanda quando le mie mani sfilano la sua maglia.
-Non lo so.- mormoro accarezzando l'accenno dei suoi addominali e tracciando il contorno dei suoi pettorali con la lingua.

-Niente telefoni.- disse una voce giovanile.
Alzai lo sguardo con un sopracciglio alzato e vidi un ragazzo sulla ventina che mi guardava serio.
-Potevi dirmelo, l'avrei subito spento, ora mi hai rotto il telefono, coglione!- esclamai adirata, incrociando le braccia al petto.
Il ragazzo mi prese il polso e mi fece scendere dalle scalinate.
-A terra. Cento flessioni, subito!- disse con un tono autoritario.
-E tu chi saresti, scusa?
-Liam. Liam Payne. Ma tu mi devi chiamare Professor Payne. E ora fai le flessioni.
**
Finita la giornata di scuola dovetti per forza andare in palestra per seguire il corso di recupero, un inutilissimo corso di recupero di educazione motoria.
Chiusi la porta della palestra e andai a cambiarmi negli spogliatoi, per poi andare alla cattedra del professore, dove non trovai nessuno.
Mi sedetti quindi sulla scrivania e osservai le mie gambe ciondolare avanti e indietro, fino a quando una mano si appoggiò sul mio ginocchio.
-Scendi dalla mia cattedra.- disse il professore sedendosi poi sulla sedia.

Le mie mani si muovevano leggere sul manico e sulle corde della chitarra, la mia voce echeggiava nella stanza vuota, e i miei occhi chiusi lasciavano spazio all'immaginazione di un bosco ombreggiato, dove le mie note si perdevano nella miriade di alberi presenti.
“Kiss me like you wanna be loved” cantai, prima di essere interrotta dall'aprirsi della porta.
Smisi di cantare e di suonare, e alzai lo sguardo incastrandolo a quello di Ed.
Stava impugnando la sua chitarra, e mi guardava sorridendo.
***
La figura di Ed si dissolse, boccheggiai un paio di volte e allungai le mani per toccarlo.
Niente.
Scossi la testa e mi ritrovai di nuovo sul letto impugnando la chitarra.
Mi guardai intorno e il mio sguardo andò a posarsi sul comodino, dove una foto incorniciata di un ragazzo dai capelli rossi dominava il resto dei soprammobili.
Sentii le mie guance bagnarsi, e nel giro di pochi secondi iniziai a singhiozzare.

-Buonanotte, mamma- dico dandole un bacio sulla guancia,
-Hai studiato bene per greco, vero?- domanda.
-Sì, mamma, stai tranquilla!- esclamo correndo in bagno.
Mi fermo di fronte allo specchio guardando una me stessa stanca come non mai.
Sistemo maniacalmente i miei lunghi capelli castani e mossi, pure prima di andare a dormire li sistemo.
Esco spegnendo ed entro in camera infilandomi nel letto, ma finisco sopra a qualcuno.
-Ehi, se volevi trombare bastava dirlo!- ride Zayn divertito.
-Che palle, cosa ci fai qui?- domando scocciata e sedendomi accanto a lui.
-Con tuo fratello non ci dormo, lui scoreggia!- esclama schifato, penso che stia arricciando il naso, ma il buio non mi permette di vedere nulla.
-Da quando in qua un ragazzo va a dormire a casa del suo migliore amico e poi occupa il letto della sorella?- domando contrariata.
-Dovresti essere ospitale, e poi il fratello è il tuo, dormi tu con lui!-
Sbuffo sonoramente e appoggio la testa sulla parete dietro il letto.
-Dai, fammi stare qui, domani ti porto la colazione a letto- propongo stanca e con le palpebre che a momenti non stanno nemmeno aperte.
-Va bene, oggi mi sento generoso- sospira spostandosi contro il muro.

Carpe Diem.
Una frase ripetuta forse troppe volte nel corso di una giornata.
L'amicizia tra ragazza e ragazzo non può esistere, e io lo so bene.
Non può esistere semplicemente perchè prima o poi uno dei due si innamora dell'altro, come è successo a me.
Come si può resistere a due occhi celesti fottutamente profondi?
Come si può resistere ad un sorriso magnetico?
Come si può resistere alle carezze sulla guancia, ai dolci baci sulla fronte, agli abbracci notturni sotto le coperte, e alle parole di conforto sussurrate?
Semplicemente non si può.
Ormai non riesco più a vederlo solo come un amico.
E questo rende difficile stare insieme a lui.
A distrarmi dai miei pensieri è il suono del campanello.