Sentiva le sue braccia circondargli il bacino, come ogni mattina a scuola. Quella presa immaginaria le dava conforto, sicurezza. E, come ogni volta che lo sentiva vicino, si sentiva nuovamente salvata.
Perchè se c'era un motivo per il quale era uscita dal buio, dall'oblio, era lui.

Quando cammini e per un attimo ti soffermi sui volti di persone sconosciute non pensi alle loro storie. Non pensi ai loro trascorsi, le loro brutte esperienze. Non ti interessa sapere se quella persona è gay o psicopatica. Poi Chester, una piccola città nello Cheshire, diventa testimone di incubi paurosi e di un amore senza speranza; di come Louis Tomlinson entra con prepotenza nella vita di Harry Styles, cancellando ogni paura.
Perchè qualcuno mi sta seguendo. L'unica cosa che posso distinguere fra le mie gambe e il fango sono le foglie marroni cadute dagli alberi intorno a me. E poi il sangue. Sangue ovunque, anche sulla foglia più lontana. Perchè è così che funziona, niente succede per una motivazione. Tutto fa paura, niente ha senso. Il solo scopo è quello di mettermi paura. E io forse paura ce l'ho, perchè quando mi sveglio un'altra volta nel bel mezzo della notte tutto è fermo, a parte le mie braccia, le mie gambe. Tremo come se quelli fossero gli ultimi attimi della mia esistenza. Non c'è un motivo, non c'è un motivo alle mie paure, al mio orgoglio, a quello che mi sta succedendo...
ATTENZIONE: accenni Ziam. - MOMENTANEAMENTE SOSPESA.

«Va bene, mi arrendo» affermò. «Ma se non mi darai la caramella, ti giuro che entro un'ora avrò qualcos'altro»

Delle urla a lui famigliari attirarono la sua attenzione. Proprio in mezzo al sentiero alberato si affrettò a riporre la piccola a terra, con delicatezza, salutandola dolcemente. «Devo andare ora» disse, scompigliandole i capelli.
Iniziò a correre, seguendo la direzione delle urla: arrivò in una piccola strada chiusa, proprio in un angolo lì vicino. Harry era completamente spiaccicato al muro.

Louis perse velocemente la concentrazione che aveva nei confronti del ragazzo e dopo averlo sentito parlare esaminò meglio la situazione. Harry non era da solo: dietro di lui una figura maschile a loro poco conosciuta provava a nascondersi, forse imbarazzato o intimorito.
Non credeva che l'avrebbe mai fatto ma invece ne era stato capace: dopo aver fatto l'amore ripetutamente insieme a lui, su un tavolo, a terra, nel letto e dentro la doccia aveva portato il suo attuale ragazzo. In tre anni quello sarebbe stato il viaggio più emozionante che avrebbero fatto e Louis no, non poteva accettarlo.

Nessuno riusciva mai a trovare una definizione per Harry Styles e Madison Greese: si conobbero all'inizio delle superiori e da quel momento legarono in un modo incredibile, così incredibile che nessuno riusciva a descriverlo. Era facile vedere che tra i due c'era un bel rapporto ma neanche loro sapevano cos'erano insieme: tutti e due troppo insicuri per dire ''sei il mio migliore amico'' ma alla fine non c'era persona che non lo sapesse. Solo loro non riuscivano a capirlo ma vivevano in questo modo da anni ed erano soddisfatti, non sapevano come definirsi ma quel qualcosa piaceva ad entrambi. Infondo tutti e due erano consapevoli dell'importanza che uno aveva per l'altro e si sentivano rassicurati, quando c'era un problema erano un punto di riferimento tra di loro. In quegli anni ci furono molte occasioni in cui tutti e due fecero caso a quanto si volevano bene ma mai, mai come adesso Harry ha reagito in questo modo per qualcosa. E non capiva. Non sapeva darsi una spiegazione.

Il tavolo principale, con tovaglie in tinta alla sala, era rifornito di tutto e di più: patatine, snack dolci e salati, torte a più piani, analcolici e alcolici per gli adulti. Già due o tre volte, però, Tadashi Karino era passato vicino a quel tavolo e si era dissetato con bevande non adatte alla sua età: era felice, un peso dal suo stomaco era stato tolto.

Un Harry Styles ubriaco e completamente rincretinito provava a reggersi al muro per non cadere a terra come una pera quando Louis si affrettò per prenderlo ed evitare che qualcuno si facesse male.
«Perchè non mi molli? Va' da Eleanor e sparisci! » urlava ubriaco il piccolo Edward che,ormai, aveva perso il lume della ragione.
«Che stai dicendo? Harry!»
«Va' via!»
«Sei diventato completamente scemo? Io non ti lascio così!»

'Perchè non me l'ha detto?' si domandava e purtroppo riusciva ad arrivare all'unica conclusione che gli sembrava ovvia, ripensando a come aveva cacciato Harry da quella camera di albergo e al fatto che ora avrebbe dormito da solo, senza poter respirare il profumo dell'unico ragazzo che avrebbe mai voluto incontrare.
[HARRY/LOUIS NON ESPLICITO]