A 25 anni dalla fine di Dragon Ball Z, Vegeta trascorre la sua vita in modo piatto e monotono. Non si allena più come prima ed è solo la pallida ombra del principe guerriero che era stato un tempo.
Una mattina di marzo, però, qualcuno riapparirà all'improvviso, facendogli una proposta apparentemente insensata e mettendo in discussione tutte le sue più radicate convinzioni su se stesso e sulla sua vita.

Non c'era più tempo per loro, non c'era più luogo. Non c'era più casa. Non avrebbero più rivisto le loro famiglie, i loro figli, tutto quello che avevano costruito, difeso, amato per tutta la loro vita.
La Guerra dell'Hakai aveva portato via loro ogni cosa. Avevano anni e anni davanti e più niente tra le mani, neanche le ceneri, neanche una lapide su cui piangere. E cosa mai avrebbero potuto creare dal niente?
Ancora non lo sapevano, ancora non potevano contemplare. Tuttavia, da qualche parte nel passato e molto lontano nell'universo, qualcosa da creare c'era.
Un posto che ancora avrebbero potuto chiamare casa. 
[Post-Dragon Ball Super] [No Spoiler al manga] [Slowburn] [Saiyan Culture]

L'aura di Kakaroth si era dissolta lentamente nel nulla. Non da un momento all'altro - il che avrebbe potuto farne presagire la morte - ma lentamente. Sempre più flebile, sempre più lontana, fino a che Vegeta non l'aveva più percepita. Mai più.
«Cosa hai capito di tutto quello che ti ho detto?» urlò Vegeta. Poi il prigioniero sbuffò, annoiato.
«Che in cinquant'anni hai stipulato un'alleanza bizzarra con gli abitanti di questo pianeta, che avete sconfitto nemici dai nomi improbabili, che non solo esiste il leggendario Super Saiyan, ma ne esistono con diverse tinte per capelli; che ti sei riprodotto e, per tutte le galassie, se ce l'ha fatta uno come te persino Dodoria avrebbe avuto delle speranze; che siete invecchiati terribilmente mentre io sono un fiore, e che ora dobbiamo salire su quel catorcio di astronave per andare in giro per dodici universi alla ricerca dello squinternato che se l'è data a gambe dieci anni fa e che, con tutta la probabilità, ora è solo un mucchio d'ossa o polvere interstellare ma oh, guai a dirlo, perché mi pare che siate molto amici».
Inaccurato, ma tutto vero.
[Post-Dragon Ball Super] [Slowburn]

[Omegaverse]
In città è arrivato un nuovo incubo. Tra lotte di potere e politica per garantire leggi più eque agli Omega, c'è lo spettro di un serial killer che uccide proprio Omega uomini, mutilandoli senza lasciare alcuna traccia di sé. La polizia cerca disperatamente di acciuffarlo, ma non sarà facile e le vicende personali dei detective si intrecciano con questa complicata indagine, in un mix tra erotismo, vite al limite, odio e vendette, perché l'istinto animale del secondo genere non lascia scampo.
[ItaGaa][SasuNaru][MadaHashi][ShikaTema][SakuHina][TobiIzu][ShisuiYahiko][KakashiTenzo]

Goten faticò a trattenere la propria aura, quella sera. E, mentre alcune ciocche dei suoi folti capelli divennero improvvisamente bionde, la penna gli si spezzò tra le mani non appena impresse l'ultima frase sul suo diario.
"Me ne andrò da qui, prima o poi".
• Il torneo del potere è oramai un lontano ricordo, la pace è divenuta parte della quotidianità dei valorosi combattenti Z. Goten e Trunks sono due studenti modello dell'High School di Satan City ma la loro amicizia sembra essere molto differente da come tutti ce la ricordiamo. Una pericolosa distanza si è frapposta tra i ragazzi, complice anche l'instabilità mentale del più piccolo dei due.
Quanto a lungo potrà perdurare la serenità prima che la situazione precipiti? •

[Eren/Levi] [Canon!Verse] [Post Epilogo] [NO SPOILER DEL MANGA]
“Chi parteciperà alla spedizione?”
Quella sera, però, sembra che Levi abbia deciso di cambiare le regole fino a quel momento rispettate.
Eren si allaccia i pantaloni e si siede sul bordo del letto per potersi infilare gli stivali. “Tutti quanti, suppongo.”
“Anche tu?”
Eren si alza e si volta per squadrarlo, afferrando la camicia. Levi è sdraiato sul letto con le braccia tese dietro la testa, ma non lo sta degnando di un solo sguardo: la sua attenzione è completamente catturata dalla libreria contro il muro. Eren non sa nemmeno il motivo, ma quella domanda lo indispone.
“Certo, sono stato io a proporre questa spedizione,” risponde arrabbiato, abbottonandosi malamente la casacca. “Perchè ti interessa?”
“Non mi interessa,” replica secco Levi, gli occhi fissi sulle coste dei tomi ordinati in maniera perfetta. “Pensavo solo che l’ultima volta che sei stato fuori dalle mura è stato quando-“
“Stai zitto,” Eren lo interrompe con tono distaccato senza neanche guardarlo in faccia. “Stai zitto, Levi.”

Sentì che qualcosa di molto grosso stava per piombare sulla sua testa proprio quando, una volta entrato nello studio, si accorse della presenza di Draco Malfoy nella stanza.
***
La preside lo guardò con un sorrisetto.
"Sarò breve. Ho in mente una cosa per voi due."
Harry si spaventò.
"Una punizione, professoressa?"
"No, signor Potter."
***
"Sia chiaro," sputò Malfoy con la sua solita voce strascicata, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo "Non ho intenzione di fare nulla che quella megera ci ha imposto di fare, Potter. Ognuno per la sua strada." E detto questo evaporò dal corridoio.
Quelle astiose parole erano le prime che Malfoy gli rivolgeva quell’anno.
Questo però non gli impedì di inveire sulla sua figura ormai scomparsa da un bel pezzo e brontolare un "Che razza di cretino" prima di correre in Sala Comune e cercare una soluzione a quell’enorme disastro.

Questa è una storia diversa da tutte le altre che avete letto. Perciò non aspettatevi mirabolanti avventure, amori appassionanti, efferati omicidi o comicità a buon mercato. Perchè se è questo che volete, vi consiglio di smettere di leggere finchè siete in tempo. [...] narrerò la storia di tre uomini e delle loro reazioni davanti al "doloroso passo" e di cosa dissero e ascoltarono davanti alla Nera Signora. Trovate che lo stile sia un po' pomposo? Mi dispiace, ma per certe storie il narratore deve scegliere il tono giusto.
-tratto dalla storia
Mi pare che questo passo sia perfetto come introduzione.
Buona lettura!
Tonks98

I respiri si aggrovigliano, ansanti come dopo una corsa. E forse non hanno davvero fatto altro. Correre per fuggire i rimorsi e la paura, ignorando che sono malattie infettive e non rimangono mai nel luogo in cui si contraggono. Correre senza una meta precisa, col solo scopo di allontanarsi.
E poi correre di nuovo. Per tornare indietro, recuperare in fretta il tempo perso dei passi compiuti nella direzione sbagliata. Per rincontrarsi una volta scoperto che su quel filo ondeggiante, intessuto di bugie e false identità, un abbraccio donava equilibrio, il segno che l’amore è restare anche quando è la vita ad urlarti di correre.
[AiConan teens]

Dal capitolo 1:"Erano trascorse tre settimane dall' ultima volta in cui aveva trascorso una giornata con la propria famiglia al completo. Erano trascorse tre settimane da quando aveva litigato per l' ennesima volta con Chichi.
Erano trascorse tre settimane da quando lei aveva preparato i bagagli, lasciando lui e Gohan soli in quella piccola, silenziosissima casa in cui non sarebbero mai più risuonati i passi leggeri della donna che Goku aveva sposato".
Dal capitolo 3: "Io non so se sei venuto a conoscenza degli avvenimenti che hanno segnato la mia famiglia nelle ultime settimane..."[...]"Vegeta, mio papà non ha preso bene la cosa... è stanco, spento, immotivato.[...]"So che il tuo più grande desiderio è quello di battere mio padre, è per questo che ti chiedo di aiutarlo. Allenati con lui Vegeta. Diventa il suo nuovo stimolo. E sono certo che diventerai anche tu un super sayan. Il super sayan più forte della storia".

[Ambientazione pre-THOR]
[a sort of Thorki; fem!Thor]
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Si narrava che in un tempo lontano, un tempo di cui nemmeno le Norne conoscevano le trame, in un luogo sospeso nello spazio, si consumò l'amore fra Nygis, colui che diede alla luce le stelle, e Sigyn, la più bella di tutte le sue creature...
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“Quando l'urlo riecheggiò nel palazzo reale, ogni orecchio si tese in ascolto. Era acuto, quasi provenisse dalla gola di un'aquila in volo, ma le aquile, si sa, non sanno parlare lingua comprensibile agli Aesir, e l'urlo che risuonò una seconda volta con furia, sorreggeva un nome, un nome noto, un nome che quasi non stupì nessuno.
«Il principe ne avrà combinata un'altra delle sue.»”