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Scesi velocemente dalla sua schiena con l’intento di scappare ancora, ma Peter mi afferrò un braccio e accorciò le nostre distanze baciandomi, e la sua lingua prese a danzare con la mia. Le sue mani correvano sotto i miei vestiti in maniera lenta e dolce, provocandomi brividi su tutto il corpo, con un gesto abile avvolse le mie gambe intorno alla sua vita, e in un attimo mi trovai in braccio a lui, sentivo la sua erezione crescere attraverso i pantaloni, e solo l’idea mi fece rabbrividire dal piacere...
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[...]Aprii lentamente gli occhi, mentre ancora la sua lingua si faceva spazio nella mia bocca, e notai i suoi aprirsi e fissarmi senza smettere di baciarmi. Mi persi nell’azzurro di quegli occhi ritrovati.
Un momento dopo le mie mani erano sulle sue guance, mentre le sua mano libera percorreva lenta sul mio corpo. Ed eravamo ancora lì in piedi sulla scala quando presi coscienza di quello che avevo fatto e mi staccai di colpo.
“Cre-credo che tu debba alloggiare in albergo” sibilai a denti stretti per la vergogna.
Arnold non disse nulla. Semplicemente mi diede la macchina fotografica e sospirò, incamminandosi verso la camera.