Ero un bastardo ecco. Uno di quelli che Dio aveva accantonato, dimenticato e lasciato al suo destino triste e infelice; uno di quelli da cui le persone si tenevano lontane per le scarpe sporche, per i pantaloni logorati e per la maglietta puzzolente di sudore e macchiata di sugo mangiato qualche anno fa. Ma tu, tu mi hai salvato da tutta questa merda. E io sarò al tuo servizio fino a quando tu vorrai.

- Ti preparo la cena, papi? – Si sedette a cavalcioni sulla sua erezione prominente. Lui sorrise maliziosamente, per poi sfilarle quella pinza dai capelli che li teneva tutti raccolti: delle onde disordinate caddero lungo le sue spalle.
- Non credo proprio, stasera la mia cena sarai soltanto tu –

Non mi abbatterai un’altra volta. No. Non te lo permetterò. Sono più forte di te, figlio di puttana.
Sono più forte di te, figlio di puttana.
Sono più forte di te.
Figlio di puttana.
Più forte di te.
Più di te.

Erano capitati nel luogo giusto al momento sbagliato.
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- Rimaniamo così per sempre, Zayn. - Chiese lei con la voce ancora impastata dal pisolino che aveva fatto. Lui rise silenziosamente. Lo sentì dal suo petto che improvvisamente si mosse su e giù.
- Non possiamo piccola. Ma tu sei sempre qui, per me.- Cercò la sua mano e la posò sul suo petto, nella parte sinistra.
- Lo senti? - Percepì il suo cuore battere ad intervalli regolari. Lei annuì e sorrise come una bambina a cui era stata regalata la bambola più bella.
- Sei la persona più importante della mia vita - Esordì lei, tirandosi su e guardandolo finalmente. Zayn fiorì come un fiore in Primavera.
- Anche tu. - Lei si avvicinò di più e lui tirò su la testa per raggiungere le sue labbra. Si sfiorarono appena , poi lei si tirò immediatamente su, ricordandosi del livido e accorgendosi di stare sopra a Zayn, schiacciandolo. (SOSPESA)

Dipendenti dall'amore, terribilmente drogati e non ne possiamo fare a meno. Roviniamo noi stessi, la nostra anima. La sporchiamo, la stracciamo pur di ricevere un frammento di cuore, di sentimento, di passione, o semplicemente di bene. Il bene di un figlio, il bene di un genitore, il bene di qualsiasi cosa che sembri ci consoli. L'amore è solo un enorme circolo vizioso, che vortica, vortica all'infinito, ti risucchia le energie vitali e ti calpesta, ti uccide.
Ma è vita.
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- Cosa sei disposta a fare? -
- Tutto il possibile. -
- Anche questo? -
- Se è necessario si. -

- Non sei all'altezza amore, poi come la mettiamo con la prostata? Neanche per vederti eiaculare come la fontana di Trevi. - Sputò quella battuta per poi bere dalla sua bottiglietta.
- Tesoruccio, ora come ora ti sbatterei sul tavolo e ti farei provare tanto di quel piacere che mi leccherai i piedi alla fine per farti scopare di nuovo. - Scese dal tavolo e si appoggiò contro il muro.
- Pardon, ho un calo e dovrei mangiare, se vuoi venire a tavola. - Gli palpò il culo sporgente e sodo, poi prese la roba da mangiare e si avviò verso il tavolo. Si sedette svogliatamente sulla sedia in plastica color nero e aprì la sua confezione, piena di delizie. Afferrò le bacchette e iniziò a cibarsi, masticando con calma e a bocca chiusa. William si mise davanti a lei e iniziò a infastidirla infilandole il piede tra le gambe.

The fire that burned in the fireplace and that it was the only source of light in that room, it was as if he had transferred to us, in our souls, in our hearts. We burned of pleasure.

Stasera, care fanciulle, vedrete quello che non potrete mai vedere nella vostra vista' come risposta, urlammo tutte in coro. 'Il paradiso' sussurrò. Comparvero davanti ai nostri occhi luccicanti e eccitati tre uomini, travestiti da militari, girati. Una musica da discoteca partì dalle enormi casse. I loro bacini iniziarono a fremere e a ondeggiare perfettamente, poi si voltarono e li vidi. I suoi occhi e il suo sguardo tagliente come una lama. Il possessore era un ragazzo dalla carnagione scura, con dei capelli acconciati in una cresta ordinata e della barba che fasciava alla perfezione quei lineamenti duri e tesi, addolcendoli. La sua mascella contratta, quell'accenno proporzionato di muscoli che fuoriuscivano dalla canottiera bianca attillata, e quei pantaloni stile militare, lo rendevano tremendamente eccitante e sensuale. Si levarono tutti e tre insieme la canottiera.

'Rachel Horan?' chiese uno di loro, levandosi gli occhiali. Rabbrividii alla vista della cicatrice che l'uomo aveva sull'occhio. 'ehm..s-s-si sono io' confermai respirando profondamente. A quelle parole mi afferrarono svelti e mi buttarono nella macchina lussuosa. 'gradisce delle champagne, signorina? Il signor Malik mi ha minacciato di doverla trattare bene, ormai sono tante le volte che lei e il signor Malik vi siete frequentati..' mi si avvicinarono due, mentre l'altro ordinava di partire. '.. e spero che sia stato chiaro riguardo alla faccenda che lei non deve far parola con nessuno degli affari che Zayn svolge. O no?!' sentii uno scatto di pistola e una leggera pressione sulla tempia: mi stava puntando l'arma contro. Ebbi l'istinto di fargli saltare in aria la testa, ma mi limitai semplicemente ad annuire. 'so cosa comporta amare Zayn' affermai levando con una mano la pistola da me e sorridendo falsamente. Gli omoni ridacchiarono, mentre fumavano spavaldamente una sigaretta che si passavano tra uno e l'altro.
Columbus Circle. 6Oesima strada. 8O. Mandarin Oriental. Il ragazzo non si trattava tanto male.

Bussai alla porta nera, con su scritto MR.STYLES. 'avanti' Una voce roca e profonda mi ordinò di entrare.
'mi cercava, signor Styles?' Domandai cercando di apparire più calma possibile. Quell'uomo era girato di spalle e non riuscii a capire cosa stava facendo. 'si Smith. Domani deve sbrigare un affare dal signor Wilson sulla quinta strada. Prego, venga.' Si girò improvvisamente. Dopo aver chiuso la porta, mi avviai verso la sua scrivania, mi ci appoggiai con le mani e iniziai a riguardare le carte. 'ora le spiego signorina' Si alzò e venne nel lato del tavolo dove ero anche io. Si appiattì al mio corpo, posò le braccia ai lati delle mie e la sua testa si conficcò nell'incavo del mio collo. Iniziò a spiegare, mentre il mio respiro si faceva sempre più accelerato e corto e la punta del suo naso sfiorava il mio collo. 'quindi domani mi guiderà la sua assistente?' Chiesi avvertendo le guance accaldarsi, non appena la sua bocca iniziò ad entrare in contatto con la mia pelle.
'mmh.. ' La sua risposta fu un mugugno, mentre si incollava di più a me. Mi girai di scatto, trovandomi faccia a faccia con lui. 'oh.. bhe..