“Sally”
“Sì?” sputo nel microfono. Sento la sigaretta bruciare fino al filtro e iniziare a pizzicarmi le dita.
“Vieni a Londra. Adesso.”
“Il concerto? – ”
“Ho lasciato gli Oasis. Per sempre”

505.
Un numero che racchiude le parole dette e taciute, il riparo quando il mondo sembra crollare, il porto sicuro a cui approdare, l'unica persona in grado di salvarci, l'unico sguardo che cura ogni male.
Alex per Beth,
Beth per Alex.
[Raccolta di one-shot]

“Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita. E’ così? Sei stanca della vita, Sally?”
“Ne sono assolutamente, totalmente esausta.”
[Parte della raccolta "Until Sally I was never happy", seguito di "You Sing, You Shout, You Turn The World Around.]

“Com’è una vita sotto copertura?”
“Dimmelo tu, John”.
[...]
Allunga le dita verso i fogli sparsi davanti a sé, chiuso di nuovo nel suo mondo. Ma io stasera ho voglia di parlare, perché sono in pericolo, perché tutto questo mi ricorda ancora una volta che sono una fuggitiva. E che non potrò mai più essere me stessa.

"La colpa non era del tempo.
La colpa non era neanche del the che si era raffreddato, del bicchiere che aveva rotto la sera prima, degli acquerelli lasciati sul tavolo, della pioggia che ora – riusciva a sentirla – aveva iniziato a picchiettare sulle finestre. Come a confortarla, come a dirle che la colpa, alla fine, forse, non era nemmeno sua."

Non so quante bottiglie, ho già finito senza te.
Quanti pacchetti di sigarette, calze rotte, camicie sporche di rossetto abbottonate a metà.
Bruciavamo così intensamente, così a fondo, che dopo di te è solo cenere.

Se n’è andata per sempre, dall’altra parte del mondo. Mi ha lasciato qui, solo, senza i suoi capelli biondi, il suo accento mancuniano, i suoi rimproveri e l’odore di Benson così familiare.

"Ha due grandi occhi scuri e la pelle chiara. Sorride appena, quasi una fulminea smorfia che si smorza non appena la matita tocca nuovamente il foglio e riprende a scrivere. Chissà cosa poi.
Magari vuole diventare Edgar Allan Poe e allora il mio sogno di diventare la Woolf non sarebbe poi così fuori luogo."

“Qualcuno ti ha fatto stare male?”
“No. A te?”
Incontro i suoi occhi grandi e scuri, arrossati, ma sempre quei mondi immensi in cui precipito. “No.”
“Ti manca?”
“No. Non mi manca.”
Qualcosa dentro di me si compiace con impunita soddisfazione, sentendolo con me, qua, ora. Non più negli Stati Uniti. Non più da Arielle. Da nessuna, se non qua. Con me.

Sally è cresciuta a Burnage. Ciò che la contraddistingue? Essere da anni la più cara amica dei fratelli Gallagher.
La sua vita procede veloce, frizzante, piena di novità. Ma il sottofondo, quello dei gesti più semplici, ha un volto e una voce difficili da ignorare.

“Cos’hai da guardare, Gallagher?”
“Stavo aspettando che ricominciasse.” indico il giradischi.
Scrolla le spalle, raccogliendo dal pavimento la tazza che aveva posato per potersi dedicare ad Abbey Road. Quante volte l’abbiamo sentito stanotte? O stamattina. Non so nemmeno che ore siano.
Missing moments dalla fanfiction "You Sing, You Shout, You Turn The World Around".

Seattle. Un bar. La pioggia grigia che scroscia incessante.
Un ragazzo inglese in un giubbotto di pelle nera ordina una tequila.