Londra, 1807 (Preso dal secondo capitolo).
Elizabeth accennò un lieve inchino, mantenendo gli occhi scuri puntati su di lui, in segno di sfida. David le cinse le spalle con il braccio destro e disse fiero al cugino.
- Lei è Liza, ha diciott'anni, ne dimostra appena quindici?
Elizabeth rimase seria, mentre l'ufficiale avanzò sorridendole.
- Suppongo Liza, sia l'abbreviazione di Elizabeth, lo preferisco per intero - disse per poi aggiungere con tono suadente - Ritengo non andiate fiera del fatto che sembriate più giovane. Fidatevi di me, è la cosa che più mi affascina in una donna.

Jayne Davies era una brava persona ed era giovane, forse troppo.
Jayne Davies imparò a non dare nulla per scontato, a non passare la propria vita ad odiare qualcuno, ma a concentrarsi sull'amore che era in grado di dare e ricevere.
Jayne Davies moriva ogni giorno senza rendersene conto e visse appieno la propria morte.

Inserimento di un nuovo personaggio: Melyah.
Nel tempo di un'estate che sta finendo, in un tempo dove la povertà e la violenza regnano sovrane, dove il conio compra l'amore, dove la magia è rinchiusa nel sangue degli inconsapevoli e repressa dai potenti, timorosi di un potere più grande del loro, in un tempo dove l'esser donna serve meno che esser morti. Ecco, in tempi come questi l'unica cosa da fare è fuggire o inseguire il sogno di una nuova possibilità.
PRESO DAL PRIMO CAPITOLO:
"L'estate era ormai giunta a termine, l'inverno stava arrivando.
Durante l'ultimo inverno Melyah era solo una bambina ed i ricordi del soffice manto innevato erano offuscati nella sua mente. Era l'estate ad averla cresciuta, si portava il calore infuocato del sole dentro. Nonostante ciò nessuno è in grado di rinnegare le proprie origini, era nata durante una notte del lungo inverno ed i suoi occhi riflettevano il gelo delle tenebre. Quegli occhi di un nero così intenso da far paura. Figlia di chi fosse, nessuno lo sapeva, perfino lei non ne era a conoscenza. Nel dubbio, dunque, Melyah si definiva figlia della notte."

Caro ciclo, come stai? Spero bene, dato che farmi soffrire sembra ti renda felice.
Vorrei parlarti di una cosa, vorrei parlarti di noi.

Fai il classico, dicevano, non è troppo difficile, dicevano.
Fai il classico, dicevano, greco e latino sono due lingue così affascinanti, dicevano.
Fai il classico, dicevano, non farai matematica, dicevano.
Fai il classico, dicevano, avrai ugualmente una vita sociale, dicevano.
Non fare il classico, mi diceva l'unica persona a me vicina ad averlo frequentato, così diceva. Io, stupida, non gli ho creduto.
Scappate finchè siete in tempo.