"Adesso tocca a me!" disse entusiasta e divertito aggiustando il suo ciuffo dalla fronte portandolo all'indietro. Spostò i suoi occhi dal focolare puntandoli nei miei di scatto. Lo lasciai proseguire.
"Devi rispondere sinceramente però!"
Improvvisamente si fece serio come se il bambino dentro di lui fosse cresciuto improvvisamente. Cercai di capire la sua espressione...
"Perché ti sei offerto di farmi salire in macchina quel giorno?"
Non distoglieva i suoi occhi dai miei e quella situazione era piuttosto imbarazzante così interruppi io quel contatto visivo e fissai il pezzo di legno che stava bruciando nel falò.
"Non lo so. Ho l'abitudine di ospitare i cani randagi, suppongo! Ti ho visto e mi sono fermato"
Si lasciò sfuggire un sogghigno mentre infilò le sue mani in tasca.
"Quindi è questo quello che hai pensato quando mi hai visto la prima volta? Che sono un cane randagio?"
Questa volta fui io a guardarlo negli occhi, non capivo dove volesse arrivare e notavo nella sua voce un tono di sfida.