Mi chiedo se sarebbe più adatto nel ruolo di angelo o di diavolo, certo sarebbe un bellissimo angelo con quel viso, così simmetrico, dai colori così chiari,
ma non è pur vero che il diavolo è un angelo caduto?
In quel momento apre gli occhi, il suo sguardo cade su di me, sorride, non dice nulla, si limita a sbattere le palpebre e ad attirarmi verso di se.
Mi sposto contro il suo busto caldo facendo sobbalzare il materasso, Luke appoggia il mento sulla mia testa, sento il suo respiro tra i capelli e infilo il viso nell'incavo del suo collo, godendo di quel semplice intimo contatto

Per un attimo i nostri occhi si incontrano, è uno sguardo così intenso che mi sento priva di vestiti, scoperta davanti a lui.
Poi io dirigo la mia attenzione ad altro, cercando il simbolo del bagno. Lo trovo e percorro un corridoio scuro tappezzato di mosaici fino a trovare il cartello che reca la scritta “signore” sorrido e spingo la porta per entrare.
Il locale è enorme, curato in ogni aspetto, dai lavandini lucidi, allo specchio a figura intera, alle piante ordinate negli angoli, perfino le cabine con i water sono enormi e dotate di ogni comfort.
Mi specchio sistemando l’abito stretto, sento la porta aprirsi alle mie spalle.
Luke entra e si appoggia al muro mordendosi il labbro, ha uno sguardo avido, le pupille leggermente dilatate.

Appoggio la testa sulle ginocchia e mi tappo le orecchie, sono stanca di tutti quegli insulti, minacce di morte che le fan gelose mi rivolgono ogni singolo giorno, come una tortura. Scuoto la testa in un tentativo disperato di cancellarle dalla memoria
-Liz- Luke mi poggia la mano sulla spalla, non mi curo di lui e continuo a piangere, sento il sapore delle lacrime sulle labbra gonfie di morsi
-davvero?- ha un tono canzonatorio, alzo appena il viso per vederlo, in fondo sono innamorata, e non posso evitare di rispondere a quel desiderio incontrollato che ho di lui, del suo viso dei suoi occhi, delle sue labbra
-Cosa c'é?- chiedo sbattendo le palpebre per eliminare le lacrime che mi offuscano la vista
-Non esistono solo loro, non ti odiano tutti- si inginocchia tra le mie gambe e con un dito mi costringe ad alzare il viso
-E cazzo vivi la vita ogni giorno, perché prima o poi sarà l'ultimo, non puoi star male per loro- lo sussurra cosi dolcemente che per un attimo mi sento meglio
-E poi sai che ho bisogno di te- quella voce bassa torna ancora, e mi fa impazzire, come la prima volta

affondai il viso nella tua uniforme, recapitatami ieri, senza più riuscire a fermare quel fiume di lacrime che mi inondava gli occhi, uno scricchiolio mi costrinse ad alzare il viso dalla stoffa verde, un pezzo di carta spuntava dalla cucitura della manica, lo sfilai lentamente, con un vuoto nel cuore che non si sarebbe mai più colmato.
una lettera...