Un salto nel mio passato. La conclusione di una storia scritta a sedici anni.
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La vita è più forte della morte, dell’abbandono, della tristezza. A volte, la vita vince.
Noi ci siamo trovati in modo strano. Ci siamo capiti, ci siamo completati.

"Katniss, so che sei viva. Se per caso esiste un Dio e lo incontri da
qualche parte, fagli sapere che gli sono eternamente grato per questo."
-Pensieri di un Peeta straziato a Capitol City, prima di essere distrutto psicologicamente.

Le mani tremanti di Peeta si avvicinano al mio corpo,
sfiorando il mio seno. Toccando qualcosa di nuovo, di proibito.
Qualcosa che non si sarebbe mai sognato di toccare. Quel limite che non
avrebbe mai osato oltrepassare.

"April, Harry ti sta fissando!" urlò nel mio orecchio Lillian, facendomi sussultare.
"Chi?" domandai, cercando di sovrastare le urla delle ragazzine.
"Harry!"
"Quello che ha una specie di nido d'uccello in testa?"
"Esatto!" rise.
Alzai lo sguardo, cercando di concentrarmi sui cinque ragazzi: effettivamente un tipo dai capelli ricci era rimasto fermo davanti a me e mi guardava dall'alto compiaciuto.
"Che cazzo vuoi?" mimai con le labbra, alzando un sopracciglio.
Lillian mi tirò un pugno sul fianco, facendomi così gemere di dolore. Il riccio fissò divertito la scena mandandomi un bacio volante, per poi voltarsi e riprendere a cantare quel lamento che la mia migliore amica chiamava musica.

“Non rompermi le scatole o ti taglio le palle, Styles!”
Lisa Taylor. La famosa Lisa Taylor. Colei che non parlava con nessuno, colei che trattava male tutti quanti. Ma io non riuscivo a starle lontano; era troppo, troppo bella e, cosa molto importante, era una delle poche ragazze che ancora non mi ero scopato tra tutte quelle della scuola.
***
Harry era lì, aveva lasciato la mia mano e mi fissava senza dire niente. Il sorrisetto strafottente era sparito ma, al posto di quello, due occhi lucenti e cristallini mi osservavano ansiosi.
"Io ti amo. E non so quanto possa essere interessante, ma non ho mai amato nessun'altra. Non l'ho neanche mai detto a nessuna, nemmeno per portarmela a letto" ammise abbassando lo sguardo e arrossendo.

Sapete, ho sempre trovato assurdo il fatto che io e lei fossimo così inseparabili seppur così diversi.
Tommo, mi chiamavano, a quel tempo.

Guardo la ragazza bionda sdraiata al mio fianco. Più la guardo e più capisco che non sei tu.
E non cambia niente anche se le dico: "dammi amore, come faceva lei"
***
E' un po' la continuazione di questa flashfic: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2076465&i=1

Ciao Harry.
Mi chiedevo come stessi ora con lei, senza di me.