Sentii il respiro farsi sempre più pesante, gli occhi appannarsi dalle lacrime. Portai una mano sulla bocca, incredula. L’altra mano finì sui capelli, tirandoli.
Poi il buio.

«E cosa studia, Miss Grey?» Domandò, in tono aristocratico, come il mio di poco prima.
«Oggi? Bhè, oggi mi dedico alla letteratura erotica» Risposi, incrociando le braccia al petto.
«Non la facevo così selvaggia Miss Grey» Rispose.
«Lo sono, segretamente, ma lo sono» Conclusi. Ero soddisfatta del coraggio che avevo acquistato, intraprendendo quell’argomento spinoso.
Trattenne una risata.
«Le andrebbe di dimostrare questa sua natura erotica su di me, Miss Grey?»

Tra i sue calò silenzio, interrotto solo dalle grida dei bambini, poco distanti da loro.
«Così, lei non crede nel destino?» Chiese ancora Liam. Julie alzò lo sguardo, incrociando i suoi occhi nocciola.
Il blu dei suoi occhi incontrava il castano di quelli di Liam.
Scosse la testa, «No»
«Posso dire che sarà una sfida allora, signorina Hill» Disse Liam. Sorrisero entrambi, consapevoli che quell’incontro non sarebbe stato l’unico.
«E io accetto la sfida, Mr. Payne».

Hazel si ritrovò nella sua piccola stanza a soffocare qualche lacrima.
Erano passati settantaquattro giorni, lei li contava uno per uno, dal suo rilascio. Ricordava bene la lettera, che citava che “Signorina Hazel Gould, dal giorno 17/1/1989 compreso, scadranno i suoi 60 giorni di riabilitazione.”.Li ricordava amaramente.
Non le era passata, non le era passata per niente.
Per la prima volta, Hazel Margareth Gould piangeva per amore.
Il primo amore.