Una celebrazione ad una vita forse conclusa e ad un sentimento al contrario perpetuo.

Boom / boom / boom. Il cuore che batte, le dita che pigiano sulla tastiera, la testa che scoppia. Un crogiuolo di pensieri che portan tutti da una sola parte: Inferno.

Parole vuote e la metro che parte a fare vento. Pensieri che riguardano noi che mi fan piangere e sorridere.

E' mezzanotte ed io ho la mia bici blu arrugginita.
Corro nel buio da solo. Pedalo veloce e le tenebre non mi raggiungono, quasi.
Sto ancora cercando una meta, la devo ancora decidere. Per adesso pedalo, e scappo.

E mi addormenterò pensandoti, con l’amaro in bocca e il rossetto sul cuscino.
E mi addormenterò, con le voci in testa e profumo di lavanda nelle narici.
Quando ho scritto questo testo, nella mia testa c’era ben piantata l’immagine di una ragazzina dalle ossa sporgenti e con i capelli che le ricadevano sulla schiena nuda, distesa su un materasso sporco.
Detto questo, sfido a dare un significato a ciò che leggerete e a capire cosa la protagonista (nella mia testa) stesse passando.

“Però questa volta non resti, e allora parto anch’io. Perché sei vuoi correre, correrò pure io. Un’altra corsa, con altre regole.”
673 parole di ricordi e di pensieri senza un preciso filo logico. Una storia (d'amore?) triste dalla libera interpretazione e dalla trama davvero troppo poco definita. Una foglio bianco, una testa troppo incasinata e questo è il risultato.

"Ed è forse egoismo, forse mancanza. Ma tu non ci sei, e non ci sono neanch'io.
C’è lo stress, c’è il sonno che manca, ci sono i singhiozzi e gli occhi rossi e stanchi. Le occhiaie, i capelli che sono un disastro, gli anfibi allacciati e rovinati.
C’è il mondo che gira e va avanti, ma senza te va veloce e non si ferma per far salire nessuno."
419 parole scritte di getto. Forse senza senso, o forse un senso nel loro disordine ce l'hanno.
Het, introspettivo e diciamo anche relativamente romantico.

Harry che ha gli occhi verdi e un cuore troppo grande. Che il suo amore basterebbe anche per tutti e due, ma "Io ti amo" gli continua a ripetere Allyson perché sa che infondo il ragazzo ci tiene, e poi perché, andiamo!, di fronte a quella visione divina incarnata in un ragazzino dalle fossette nelle guance non si può non riuscire a dirglielo.
Allyson, che ha un piccolo naso all'insù e una dannatissima fissazione per quelle fossette, che spuntano solo quando Harry sorride senza schiudere le labbra. Scosta leggermente l'angolo sinistro della bocca ed Allyson ce la mette tutta a trattenersi dal baciarlo, ma proprio non ce la fa. Così puntualmente si ritrova a ricambiare il sorriso, inconsapevolmente quasi, e poi si avvicina e lo bacia e "Tutte le volte in cui non te ne vai, mi viene voglia di stare con te per il resto della mia vita" gli dice.

 "Lui la conosceva, aveva imparato a farlo. Dentro quegli occhi, che raramente lasciavano trapelare emozioni, poteva leggere quanto ardentemente Megan desiderasse fare qualcosa. Qualcosa di giusto, o magari di sbagliato. Qualcosa che fosse fatto di getto, senza pensarci due volte, ma anche qualcosa che avrebbe fatto dopo averci meditato su' un intero pomeriggio.
Però lei non faceva niente, non osava. Si limitava a immaginare come sarebbero andate le cose se lei avesse fatto. "
Fluff, fluff ovunque.