« Chi è? »
« Sono il nuovo vicino, mi vorrei presentare »
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« Niall Horan, piacere »
« Piacere mio, Niall »
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« Scusa se non mi trattengo in chiacchiere tipiche da vicini di casa, ma ho davvero urgenza di uscire, mi aspettano a lavoro »
« Non mi hai ancora detto il tuo nome »
« Forse, perché non te lo voglio dire »
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Si mangiavano con gli occhi.
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« Buonanotte, Gwen »
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Tre, due, uno...
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« Sì? »
« Sei un osso duro, eh? »
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« Sappiamo entrambi che la serata non finirà così, con ognuno a casa propria »
« Ah no? »
« No »
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Finta innocenza.
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« Spogliami »
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« Ho voglia di giocare »
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Manette dell’amore.
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Giochi erotici.
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« Dio Gwendoline, sei il ritratto del mio sogno erotico preferito »
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« Voglio sentirti urlare il mio nome »
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« E se ti scopassi mentre sei ancora immobilizzata? »
« Credo proprio che mi farebbero male i polsi per i prossimi vent’anni della mia vita »
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Non so bene se facemmo sesso o amore, quella notte; so solo che lui, senza dubbio, era il ragazzo che più mi aveva fatta sentir bene in un letto, e che quella che mi fece passare fu la serata migliore della mia vita.