EunHae
Nella penombra dovuta al pesante tessuto, intravide qualcosa penzolare dal bordo del suo pigiama.
Si tirò in piedi di scatto, terrorizzato irrazionalmente che potesse essere un serpente o qualche altra bestiaccia; ma quando fu in piedi e fissò il punto incriminato del letto dove c’era quel qualcosa, lo vide vuoto.
Con un sudore freddo che gli percorreva la schiena, guardò giù e notò che quel qualcosa di penzolante, di un vivace color rosso, era ancora addosso a lui.
Lo prese a manate, cercando di scacciarlo, ma senza successo.
Si mosse qua e la, svolazzante, ma non si staccò.

Gli occhi offuscati gli rimandano una visione sfocata della realtà.
Il liquido ambrato sembra tremolare tra le mani, e forse il suo corpo trema appena davvero, non lo sa. Non si rende conto. Quel che vede non riesce ad arrivare al cervello e ad essere elaborato in un concetto conosciuto, in un’azione usuale.
Ed è così da mesi.
Perché si riduce così da mesi e mesi.
Perché ormai quel pietoso spettacolo è diventata la sua realtà.

Heechul sbuffò: « Odio quello spazzolino. », cambiò discorso.
« Anche io odio molte cose, ma non sto sempre a lamentarmene. », fu la pronta risposta del minore.

KyuMin, Sungmin/Saeun
Sungmin è di fronte a me, in lacrime.
Io sono in piedi come uno stoccafisso a cercare di capire, di elaborare quelle parole dolorosissime che mi sono arrivate dritte all’orecchio dalla sua voce.
Anche se ho capito cosa mi ha detto, mi sa così assurdo e paradossale che non riesco a capacitarmi che siano vere.
« T… tu… parli sul serio? », domando confuso, disperato e ferito insieme.
Sungmin annuisce; le spalle scosse dai singhiozzi, pugnalandomi con quel gesto d’assenso dritto al petto.
« Tu mi hai… tradito con quella? »

La pioggia era tante cose, per lui.
Forse, dopotutto, Donghae aveva ragione: la pioggia è solo il preludio a una bella giornata.
Per ora, la pioggia era solo portatrice di tristezza.
Ma presto sarebbe tornato al dormitorio, a casa.
E lì, la pioggia sarebbe tornata ad essere amica.
Lì, sarebbero tornate ad essere belle giornate.

EunHae, accenni KangTeuk
Eunhyuk quella mattina si era svegliato con un brutto presentimento.
Non sapeva perché, non sapeva come, ma sapeva che quella giornata avrebbe messo a dura prova il suo sistema nervoso.
Sbuffò, già spazientito, rendendosi conto che in realtà era ancora disteso nel letto a occhi chiusi.
Allungò una mano, facendola strusciare sul materasso. La fece scorrere piano, senza muovere nessun altro muscolo del corpo.
Ma quando le sue dita sottili trovarono solo il muro, andando a cozzare contro di esso, non poté fare altro che spalancare gli occhi.
« Dove Diavolo è! »

EunHae, accenni KangTeuk
Quando ho capito quello che provo per lui, avrei seriamente voluto suicidarmi.
E non per scherzo, eh! Seriamente, profondamente, intensamente, col massimo della convinzione: volevo farmi fuori.
Amen.

“Questioni canine. Chiamami appena puoi”.
Così diceva il messaggio che gli aveva mandato sua madre.
Anche se era sul set di uno dei tanti servizi fotografici per la SPAO insieme a Leeteuk e Kyuhyun, corse a perdifiato fino al bagno dove si chiuse e subito telefonò alla madre. Il cuore in gola. Cos’era successo alla sua amata Choco?

KyuMinKyu, HyukMin, accenni EunHae
Se avessero dovuto stabilire quando tutto era iniziato, di sicuro nessuno dei due avrebbe saputo dare una risposta.
Non ricordavano il giorno, o il perché, né il fattore scatenante.
Ricordavano solo che era successo, senza logica né preavviso, senza che nessuno dei due ci avesse mai pensato.
Era capitato. Punto.
Così come capitano tante altre cose, era capitato anche quello.
Ma, si sa, le cose che capitano senza averle preventivate, di solito vengono interrotte sul nascere, bloccate e cancellate (se possibile) dalla mente.
E anche in questo caso sarebbe stata la cosa giusta da fare. La più logica, la più sensata, quella che avrebbe fatto meno male.
Ma non fu così.
L’errore si ripeté nel tempo, più e più volte, all’infinito.
Entrambi non ne erano mai sazi, entrambi non ne avevano mai abbastanza. Entrambi si cercavano e volevano e desideravano e non c’era null’altro, in quel momento, che valesse tanto.
Esattamente come in quel momento, aggrovigliati tra le lenzuola, a rotolarsi e amarsi come mai prima d’ora.

KangTeuk
Leeteuk carezzò la sua scatola piena di tea al ginseng.
« Amori miei… », sospirò.
Finché aveva il suo tea, era felice.

KyuMin, Sungmin/Saeun
Sungmin annuì stancamente, stringendo ancor di più le sue braccia che avvolgevano il suo petto come in un abbraccio, tornando a guardare fuori dalla finestra sperando di vederlo arrivare di corsa.
Tuttavia, i minuti passavano e oltre alla neve, null’altro copriva la strada.
Nessun passo. Nessuna orma. Nessun uomo. Non Kyuhyun.
Dove sei?

EunHae, KyuMin, Dong/ShiNae
« Hyung… » Lo fermò la voce di Sungmin.
« Uhm? », domandò questi, voltandosi appena verso il ragazzo.
Sungmin continuò a guardare il foglio, come in trance: « Hyung… », ripeté « Questa non è una dieta. Questo è un regime alimentare per morti di fame… »

YeWook
Leeteuk avanzò verso di lui correndo e ridendo.
Quando gli fu di fronte, mollò ciò che aveva in mano nella sua mano e poi corse via ridendo così forte che persino la musica di sottofondo non fu sufficiente a coprirne il fragore.
Yesung abbassò gli occhi sulla sua mano e guardò l’oggetto che il leader gli aveva lasciato nella sua folle corsa: era azzurro, di un azzurro vivace, allegro. Se non fosse stato così strano che ce lo avesse in mano, quasi quasi sarebbe stato anche bello.
Ma non era bello.
Era imbarazzante.
Perché era una cosa che aveva toccato poche volte e lo stava facendo davanti a tutti, su un palco.
Uno dei momenti più imbarazzanti della sua vita, senza dubbio.

SiChul, GunHeechul, EunHae, accenni HanChul
« Sei peggio di una banderuola, Heechul. Sarebbe ora che decidessi cosa devi fare e chi devi amare. »

Accenno vaghissimo di EunHae
« Ho detto che ti stai sbagliando, Donghae-hyung! », sbraita Ryeowook, livido di rabbia, con gli zigomi alti completamente bordeaux di collera.
« E io invece ti dico che stai sbagliando tu! », gli ripete Donghae per la milionesima volta. Anche lui è davvero arrabbiato, e ha gli occhi lucidi per le urla che sta cacciando da almeno dieci minuti.
Quella che è iniziata come una normale serata in famiglia, con Ryeowook ai fornelli e Donghae che si è offerto di aiutarlo, ecco qua che la frittata si è rivoltata e la situazione è degenerata. Il motivo? Donghae voleva per forza tagliare la cipolla a rondelle, Ryeowook voleva i cubetti.