Una Johnlock ambientata nel Medieovo. John Watson è un Highlander tenuto prigioniero, col compito di curare il Principe Gaaldiniano da una strana malattia. In cambio dei suoi sforzi, John si ritrova costretto a entrare al servizio del Principe, conosciuto solo come Monseigneur...

Brian e Justin stanno assieme da diciassette anni, beh, più o meno: sono passati diciassette anni dalla notte del loro incontro, quella in cui è nato Gus, il figlio di Brian e della sua amica Lindsey, e da allora si sono presi e lasciati più o meno regolarmente.
Gus, invece, è disposto a tutto perché la sua relazione fili liscia come l'olio, ma si è appena trasferito a Pitsburgh e l'unica cosa di cui è certo è che la vita è un gran casino e questo, in sostanza, è l'unica cosa su cui padre e figlio sono d'accordo.
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Prendete una giornata di sole, aggiungete un artista concettual-impegnato poco disposto a farsi intervistare - Sherlock - e un giornalista del Times - John - che deve fare un vero e proprio scoop se vuole mantenere il posto di lavoro. Aggiungete un atterraggio inaspettato all'aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, una mostra da organizzare, un pazzo criminale sempre in agguato e mischiate energicamente con la promessa di grandi avventure. Salate con inseguimenti e battute sagaci e pepate con relazioni inaspettate. Riversate tutto su un file word e... ecco quello che ne esce fuori!

Sherlock ha sempre saputo che John gli avrebbe cambiato la vita. John gli ha insegnato ad amare, John gli ha insegnato a soffrire.
Quello che Sherlock, e nessun altro, sapeva era che il suo cuore bruciato avrebbe accolto qualcuno che non era John.
E tutto è sempre più pericoloso, se c'è un assassino da fermare e Magnussen sulla soglia dell'ultimo confronto con il Consulting Detective.
Sherstrade - Johnlock

Sono passati due mesi (due mesi, tre giorni, diciassette ore, ventitré minuti, otto secondi) da quando John e Sherlock sono entrati in casa dopo il confronto con Moriarty e Mary.

dieci anni sono tutto, dieci anni sono niente. Soprattutto quando c'è sempre un lampione fuori dal babylon, quando ci sono troppe cose ancora da dire e troppe ferite da sanare. Tra Brian e Justin, e tra tutti e nessuno, perchè se la gente è strana, l'amore lo è di più
prima storia che pubblico su questa serie mervigliosa, perchè non so accettarne la fine, e forse quella che scriverò non è perfetta, ma Brian e Justin meritano ancora qualche parola e ancora una scena da vivere assieme.

Il susseguirsi della vita quotidiana di Roy Mustang ha un solo denominatore: Edward Elric.
Due essenze troppo diverse per poter combaciare e troppo simili per non attrarsi.
Complici, rivali, amanti…
Un semplice diario scritto di getto, caratterizzato dai pensieri di Mustang che alterna emozioni semplici a descrizioni più articolate della loro segreta vita di coppia, dove la maschera del militare freddo e distaccato si frantuma mostrando la realtà privata di un uomo innamorato pieno di dubbi ed esigenze.
Inserisco la dicitura Otherverse per alcune "libertà" temporali che ho inserito e che potrebbero infastidire gli amanti della serie.
Buona Lettura ^_^

Sherlock è un ragazzo troppo solo, troppo intelligente, con un passato orrendo addosso e dentro il cuore, che quasi non batte più, e un fardello sulle spalle da gestire in un mondo di bugie. Viene dato in affidamento a una famiglia nuova, dopo aver subito violenza. Non sarà facile, ma la sua nuova famiglia è il dottor John Watson. E lì, tutto può ancora succedere...
AU teen!lock
Ispirata a "un amore fuori dal tempo" di Kcolrehs_41175

Per una serie di circostanze fortuite, John e Sherlock finiscono per essere vicini di stanza al campus universitario.
Il primo è uno studente di medicina al quinto anno, con tanti amici e impegnato nello studio, il secondo un ragazzo bizzarro che non sembra affatto intenzionato a laurearsi, ma solo ad imparare ciò che potrebbe essergli utile per diventare un consulente investigativo.
Si scopriranno irrimediabilmente attratti l'uno dall'altro.

Contiamo alla rovescia.

Sequel di Ombre: per capire questa storia è necessario leggere la precedente.
Dal capitolo 50:
Avevo fatto sesso con un uomo vecchio, ma non mi aveva fatto sentire vecchio.
Leddicus.
Avevo fatto sesso con un uomo che mi aveva disprezzato, insultato, picchiato… amato, ma ci avevo fatto all’amore.
Si, all’amore vero.
Agron.
Avevo fatto sesso con un uomo cattivo, ma non mi aveva fatto sentire cattivo.
Karim.
Avevo fatto sesso con un uomo giovane, ma non mi aveva fatto sentire giovane.
Tariq.
Avevo fatto sesso con un uomo che era un pirata, ma non mi aveva fatto sentire libero.
Si, perché le mie OSSA sarebbero rimaste per sempre sepolte in quella terra, che ora mi accingevo ad abbandonare, cullato dal fluttuo delle onde.
Castus.

Tempo scaduto

Da un prompt di Doralice: John si paga gli studi in medicina facendo il cameriere in un bar, Sherlock è uno studente universitario bohemien e del tutto superficiale col denaro. Si detestano a distanza, finché un giorno Sherlock non ha soldi per pagare il caffè e quindi deve baciarlo. BOOM. Amore, arcobaleni, unicorni e marshmallows. Da quel momento Sherlock diventa assiduo frequentatore del bar. Entrambi sono cotti come pere, ma nessuno dei due pensa di avere una possibilità. La cosa va avanti fino a sfiorare il ridicolo: tutti sanno che sono innamorati, tranne loro due. Bonus se il giorno che John si assenta dal lavoro per malattia Sherlock va a stalkerarlo a casa.

Not a perfect man, but the object of love never is.
John non è andato in guerra ed è normale, troppo normale per Sherlock Holmes. Finché tutto cambia.
(RoaringTwenties!AU)

Salve a tutti... Su su non lasciatevi spaventare dal primo capitolo! La storia è completamente Nagron!
Dal capitolo 20:
Quella sera, dopo aver fatto all’amore, mentre aspettavamo che i nostri corpi tornassero a essere due, mi disse: “Ci sono tante cose che già ti ho detto. Che ogni volta che ti vedo il mio cuore trema, già te l’ho detto. Che ogni volta che siamo lontani ti penso ogni secondo, già te l’ho detto. Che senza di te non riesco a respirare, già te l’ho detto. Che sei bellissimo, già te l’ho detto. Che sei una parte di me, già te l’ho detto…”.
[…]
“Ma… ma ti ho mai detto che ti amo?”.
“Uhm… Ehm… Oh…”, boccheggiai, quasi incredulo. “Oh… no… no… non me l’hai mai detto…”.
Sorrise e puntò gli occhi dritti nei miei. “Ti amo”.
Mi girava la testa.
Lo strinsi più forte.
“Mi amerai anche domani?”.
La mia voce era sottile e incerta.
Mi sfiorò gli occhi con la punta delle dita.
Li chiusi.
Mi baciò le palpebre.
Un gesto che amavo.
Mi faceva sentire sicuro e protetto.
“Ti amerò per sempre, Nasir”.