Ed è nella brezza estiva che si discute del mondo e si raggirano i pazzi innamorati.

Remus ricorda, mentre è seduto su una poltrona in casa Tonks. Remus ripensa al passato, a ciò che è stato di lui, a ciò che è stato di loro.
Remus ricorda. Fino all'ultimo, ricorda.

Sirius Black non ama trascorrere il Natale in famiglia. Mentre James, Remus e Peter scartano i regali nella più completa gioia e felicità, lui si vede passar davanti un corteo di persone che non sopporta e che farebbe volentieri a meno di incontrare.
Ma questo Natale sarà diverso.

Harry camminava per uno dei tanti corridoi che costituivano Hogwarts, cercando di raggiungere la Torre Nord. Era in tremendo ritardo per Divinazione, doveva sbrigarsi. Non che non vedesse l’ora di sentirsi predire la sua imminente morte, ma non voleva entrare per ultimo attirando l’attenzione della cara Cooman. Sentiva già la sua flebile voce. "Ti è caduto un vaso in testa, Potter? Oggi il la mia spazzola è caduta con le setole rivolte verso il basso, ho interpretato il segno come un tuo prossimo trauma cranico."

Seduto sul letto, con la testa tra le mani, non riusciva più a trattenere la stanchezza e i pensieri che in quel periodo gli vorticavano in testa. Chi era lui? Quante cose aveva fatto? Quanto aveva vissuto? E quando sarebbe vissuto ancora? Avrebbe mai avuto una fine? Sarebbe mai invecchiato con qualcuno? Si sarebbe mai svegliato la mattina trovandosi diverso, più vecchio di un giorno, e non congelato a diciannove anni?

Però, ad un certo punto, nella mente gli balenò un’idea che lo fece arrossire al solo pensiero. Ovviamente a certe cose ci pensava a volte, dopo tutto aveva diciassette anni, ma non gli era mai venuto in mente di applicare la sua immaginazione alla realtà, e mai in questo modo, in queste circostanze.
Scacciò quei pensieri con una mano. Non doveva per forza finire in quel modo, non doveva necessariamente avere certi risvolti, e comunque si sarebbe controllato, o Annabeth si sarebbe rifiutata. Sì, doveva vederla solo come una proposta amichevole da fare a qualcuno di particolarmente speciale.
Era la motivazione più finta e scadente che avesse mai trovato.
-Annabeth.- disse, la voce che tremava per l’imbarazzo. Sapeva di essere tutto rosso, e sperava che Annabeth non se ne accorgesse. -T-ti va di fare il bagno con me?-

Le lettere mai consegnate, quelle scritte e messe da parte, per tanti motivi. Di questo stiamo parlando. Lettere di gente che non può parlarsi, toccarsi, abbracciarsi. Tutte le parole non dette ma pensate a lungo.

E se..
Finnick non muore. Pensano che sia morto. Ma non muore. E ora, scoprirà di suo figlio? Dov'è finito?
Crossover Percy Jackson.
-Finnick è stato un amico, un marito, un figlio. Per questo oggi siamo qui a ricordarlo e a salutarlo per l’ultima volta. Finnick era una persona buona. Troppo buona. Con lui è morta anche una parte di noi. Non dimenticheremo mai il ragazzo dai capelli fulvi.
-Lui non era solo un Vincitore degli Hunger Games. Lui era anche una roccia ala quale tutti noi ci aggrappavamo, lui era una luce da seguire. Lui scaldava i cuori con il suo sorriso, e entrava ne cuore, era impossibile non volergli bene. Finnick era un leader. Finnick era gentile. Finnick era quasi un dio. D’ora in poi, conserveremo il suo ricordo nei nostri cuori.-

Johanna non ne può più. Finnick pensa solo ad Annie, e la vincitrice del distretto 7 si sente lacerare ogni volta che sente quel nome.
-Non sai cosa si prova, quando non esiste nessuno all’infuori di lei. È come se tutto acquistasse un senso, e trovi il bello di ogni cosa. Anche il più raccapricciante dei suoi difetti si trasforma in perfezione, e potresti passare ore ad idolatrare la sua bellezza senza stancarti.-

Annabeth. Luke. Il loro sfortunato amore, il modo in cui i sentimenti muoiono insieme a Luke, e come Annabeth ha vissuto gli ultimi istanti di vita del suo più vecchio amico.

Un pomeriggio come tanti sulla spiaggia, e l'occasione per Finnick di sapere qualcosa su suo padre.

Piccoli momenti vissuti dal punto di vista di Peeta