I debiti, aveva appreso Marius, sono terribili, ed è meglio estinguerli il prima possibile.
[Courfeyrac/Marius; scritta in occasione della GranSopresa 2014 @maridichallenge]

“Guarda, razza di fissato dei Kaiju che non sei altro. Guarda”.
Hermann picchietta col gesso sulla lavagna, la cui superficie è completamente piena di calcoli e figure.
“Osserva bene”, dice quando Newton si avvicina anche solo per fargli smettere quel maledetto picchiettio insistente.
“Vedo, vedo. Roba noiosa”, fa lui.
“Noiosa un corno!”, sbotta Hermann. “Ascoltami bene, razza di incivile, queste sono le leggi che governano l’Universo intero. Niente di quello che l’uomo è riuscito a fare potrebbe essere compiuto senza la matematica, ben che meno niente di quello che fai tu!”.
“Sì, sì, va bene”, Newton dice sbuffando.
“Non mi stai neanche ascoltando? Guarda la lavagna”, Hermann indica per l’ennesima volta. “Nessuno dei macchinari che utilizzi potrebbe mai esistere senza-”.
“Ah, il triangolo scaleno”.
[Newton/Hermann; scritta per la Notte Bianca #16 di maridichallenge]

Raccolta di OS sul Les Miserables scritte in occasione della Notte Bianca #16 di maridichallenge. Varie ship slash. Canon Era.
1. Grantaire/Enjolras; un gioco di sussurri.
2. Bahorel/Feuilly, OC; un tizio qualunque insulta Feuilly.
3. Combeferre/Prouvaire; i due vanno a passeggiare sotto la neve.
4. Javert/Valjean; una dichiarazione d'amore sembra qualcosa di molto difficile.

Il Daroga che, quando Erik aveva raccontato di come Christine avesse pianto insieme a lui, aveva pianto a sua volta. E questo per Erik significava molto più di quanto riuscisse a esprimere.
Anche se non avrebbe mai avuto l’amore di nessuno dei due, non ora che Erik stava morendo e Christine era lontana e il Daroga era stanco e triste, anche se Erik sarebbe scomparso inesorabilmente dalle loro vite, e lo avrebbe fatto dopo giorni di passi strascicati e sospiri, andava bene così
[Erik/Daroga, Erik/Christine; scritta per la Notte Bianca #16 di maridichallenge]

A sua discolpa, Quasimodo vorrebbe davvero tanto poter scendere a messa, a prendere la comunione come un buon Cristiano dovrebbe fare, davanti a Dio, ma bastano i primi sguardi che gli lanciano dalle ultime file mentre esce dall'ombra per avvicinarsi alle panche per farlo ritornare di filato nel campanile.
[Quasimodo, Claude Frollo; scritta per la Notte Bianca #16 di maridichallenge]

Ambientata dopo la fine del film.
Non è la prima volta che Raoul de Chagny trova una rosa, sulla tomba di sua moglie. Da chi provenga, è ovvio.
Dopo tanti anni, Raoul de Chagny e il Fantasma dell'Opera si trovano faccia a faccia.

Montparnasse e quel ragazzo, quel- come si chiama?- Jehan Prouvaire erano più simili di quanto si immagini.
E questa non era soltanto un’illusione di Montparnasse, ripetuta all’infinito nella sua testa, no.
I fatti parlavano da soli.
Prima di tutto, Jehan Prouvaire era bello. Non poteva essere altrimenti: Montparnasse non si sarebbe innamorato del primo mostriciattolo che passava- o può essere che la fisionomia di una persona sembri più bella, quando si è innamorati, chissà.
E, naturalmente, Montparnasse era bello a sua volta, se non di più, e tutti a Parigi lo sapevano perfettamente. O avrebbero dovuto saperlo. Anche quel Prouvaire.
Seconda cosa: Jehan Prouvaire amava la vita.
Anche Montparnasse amava la vita.
Certo, la differenza, forse, stava nel come, ognuno di loro, dimostrava questo amore.
(onesided!Montparnasse/Jehan; Combeferre/Jehan)

Grantaire e Prouvaire si preparano a passare una nottata insieme, ma Jehan è un po' troppo nervoso.
Colpa del letto scomodo? No, più probabilmente, del fatto che Grantaire, come al solito, parla troppo.
(PWP. Jehan/Grantaire. Implied ExR e Combeferre/Jehan)

Padron Mabeuf la chiamava sempre ‘Mamma Plutarch’. Anche se questo non era il suo vero nome.
I pensieri di Mamma Plutarch mentre giace a letto malata.

Quando sentì un orrido suono gracchiante, si accorse che la ragazza stava ridendo. Di lui.
“Certo che vi adoperate molto, per arrestare una semplice ladruncola come me. Ecco!”, lanciò quello che, con buona probabilità, era il portafoglio del gentiluomo attraverso le sbarre del cancello.
Javert si chinò a raccoglierlo.
“Restituiteglielo e ditegli che lo ringrazio molto”, disse la ragazza con un ghigno, “Io mi sono già servita”.
Il portafoglio era vuoto.
“Razza di canaglia! Pagherai per questo!”, ringhiò Javert.
“Oh, suvvia, Ispettore Javert. Sono sicura che quel signore non smetterà certo di campare senza pochi soldi. Io, d’altra parte, devo pur vivere”.
(Tentativo Javert/Eponine)

Erik ha un'idea tutta sua su dove andare a vivere. Peccato non sia così facile.
Raoul e Christine cercano di assecondarlo come possono, ma è evidente che c'è un'altra soluzione, più semplice e più piacevole, ai suoi problemi.
(Erik/Christine/Raoul; piccolo sequel di "Durante le ore di musica")

Modern!AU. Raoul è un nuovo studente nella classe di Christine Daaé, sua vecchia amica di infanzia. Christine, una volta a settimana, è impegnata a seguire delle lezioni di recupero di musica con un misterioso insegnante con cui Raoul farà, suo malgrado, conoscenza.
(Erik/Christine/Raoul)

Neri erano i suoi abiti, nero il suo mantello. Tutto del colore della notte. Tutto eccetto la maschera, bianca, splendente che gli celava il volto.
(Erik/Christine; fusione libro/musical)

Cosette aspetta un bambino. Valjean sta per diventare nonno. Finalmente una notizia lieta!
Ma i meandri della mente e angosce sopite non permetteranno che i mesi d'attesa passino del tutto tranquilli, per Valjean e Javert.
(Valjean/Javert; implicito Marius/Cosette. Post-Canon).

No, non può essere.
Le parole che gli marchiavano il petto.
Javert si chiese in che razza di situazione si sarebbe ritrovato.
Seguimi.
La parola che le segnava il ventre e che lei avevo creduto di aver udito da Tholomyes.
Sarebbe stato da lui, una richiesta così informale ad una sconosciuta?
(Fantine/Javert, Soulmate Tattoo AU, Nulla Cambia. Raiting arancione per volgarità e tematiche delicate.)