A Kirishima l’idea di tornare in quella casa lugubre, silenziosa, entrarvi intento a scansare le bottiglie vuote abbandonate sul pavimento in mezzo a vecchi giornali, cartoni unti e ammuffiti e altra immondizia non sorrideva nemmeno un po’, invece.
Il solo pensiero gli faceva dolere il petto. Peccato che nelle sue facoltà fosse solo d’indurire la pelle, non quello che c’era sotto, o peggio, chiuso dentro.
Aveva già deciso di restare a scuola, in realtà. Aspettava solo il momento giusto per informare Aizawa-sensei, il professore, che di sicuro avrebbe compreso e derogato al regolamento, per una volta.
Era fatto così. Sembrava tutto d’un pezzo, ligio alle regole ma Kirishima sapeva che sotto quegli stracci da mendicante batteva un cuore grande, enorme addirittura. E poi sapeva già come stavano le cose, non avrebbe avuto bisogno di giustificarsi, di spiegare.
Se non altro una cosa in meno di cui preoccuparsi.

[direttamente dalla storia]
...
“E questo dovrebbe essere un regalo di compleanno?!”
Chiese sbigottito il soldato, passandosi nervosamente la mano tra i capelli biondi e corti sempre perfettamente in ordine, il moro rise anzi forse più un ghignò la faceva da padrone sul suo viso mentre si stringeva i capelli raccolti in una piccola coda alta; da quando erano in congedo il moro aveva smesso di tagliarseli e lì aveva lasciati crescere senza ritegno.
“Daii Steviee lasciati andare un po'!” Furono infine le sue uniche parole.

-Kisumi, Kisumi, Kisumi.... Oh, Kiss me!-
Sousuke sorride, accondiscendente. Ha lo sguardo torbido, quando gli avvolge le mani attorno ai fianchi, e all’improvviso Kisumi muore dalla voglia di baciarlo.
-Va bene. Ma... dove?-
Dappertutto. Vuole essere baciato dappertutto.
[Kisumi, davanti a uno specchio. E Sousuke, Makoto, Rin, Haruka]

Tutti sanno che il Caporale Levi ha poca pazienza: basta un non nulla per irritarlo e spazientirlo, specie se si tratta dell'ordine e della pulizia, e questa sua poca pazienza sta venendo messa a dura prova da un certo brunetto dagli occhi verde smeraldo che, nonostante abbia una relazione di quasi tre mesi con l'uomo, ancora non si decide a concedersi...

Ciao, questa é la seconda fanfiction che scrivo, ma é una one-shot e parla della coppia ereri.
"Cosa ci sia fra di loro é difficile descriverlo, il giorno davanti ai compagni portano una maschera di totale indifferenza, se non fosse per alcuni errori da parte del ragazzino che arrossisce sotto il suo sguardo. Mentre la notte tutto cambia e fra i due non ci sono più che qualche centimetro di distanza, i loro corpi si cercano e nessuno li potrà dividere."
Spero vi piaccia, mi piacerebbe ricevere delle recensioni per sapere se vi é piaciuta.
Saluti, tsuna

Quando si vide costretto contro la superficie soffice del materasso, con la schiena e la vita inchiodate contro la morbidezza della trapunta scura seppe di essere in pericolo. Di esserci cascato.
Ancora.

Sousuke Yamazaki è felicemente impegnato in una relazione sentimentale con il serafico, puro, innocente e casto Makoto Tachibana, un essere ai suoi occhi immacolato e perfetto, incontaminato; non importa quante volte ormai si siano uniti, il partner continua ad arrossire ad ogni bacio, ad ogni piccola carezza – anche nel privato. Ed è per questo motivo che Sousuke è convinto di essersi fidanzato con un dolce angelo. Ebbene, si sbaglia di grosso.
SouMako PWP con accenni a qualche kink, grazie ai quali mi diverto a sconvolgere il mondo di Sousuke.

Ultimo compleanno di Rin prima del diploma e della partenza verso l'Australia. Gli amici e il suo ragazzo decidono di festeggiare in modo particolare!
"Perché, si stava chiedendo, Momotarou lo stava trascinando nella piscina della Samezuka dopo cena, quando sarebbero dovuti essere nelle rispettive camere?
Aveva detto che c’era un topo negli spogliatoi. E subito Rin aveva fiutato l’inganno. Soprattutto per il tono con cui aveva comunicato la presenza del roditore, sembrava infatti una scusa detta su due piedi per motivare la loro presenza in piscina."

Le calze a rete pizzicano tanto da far male, ma non sono nemmeno la cosa peggiore. C’è l’orlo del vestito che continua a salire, per quanto si affanni a rimandarlo giù, ma può sopportare anche quello. Perfino i tacchi, dopo l’iniziale disagio, iniziano a sembrare meno tremendi, basta aver capito che sculettando un po’ è più facile rimanere in equilibrio.
Il problema è quello sguardo. A quello non riuscirà proprio ad abituarsi.
[Makoto x Rin]
[Warning: Dirty Language]

[Partecipa al p0rnfest - If you knew how much I love you, you'd run away]
Le braccia di Sousuke si avvolgono sul suo torace e stringono; come una bambola di pezza scossa dal piacere, Rin lascia che Sousuke lo attiri a sé, disperato. Il suo cuore batte troppo forte contro la schiena nuda di Rin, la sua fronte preme contro il collo esposto e cerca un bacio che non tarda ad arrivare. Sousuke riempe Rin completamente, lo completa – non sono mai stati così vicini, non sono mai stati così distanti.

Rin si irrigidì all'improvviso e scattò all'indietro, paonazzo.
«Ha—Ha...»
Haruka batté gli occhi un paio di volte. Era stato troppo diretto per i suoi ormoni?
«HA—»
«...Rin?»
«Mistaidicendochestoiosopra?»
“...Oh.”
I nostri due idioti fanno a palle di neve, si bevono una cioccolata calda mentre guardano un film horror e poi... la prima volta è sempre imbarazzante.

Sousuke e Rin.
Un'amicizia che si rinsalda dopo anni di distanza quando, tutte le sere, si ritrovano nello stesso letto a fare i compiti insieme e poi a ritrovarsi l'un l'altro.
Lì, distesi sul letto, succede qualcosa che riesce a far dimenticar loro l'esistenza del resto del mondo.

{Matsuoka Rin x Nitori Aiichirou}
Tremante, Aiichirou si inginocchiò per terra, le mani sul pavimento e la testa china in totale segno di sottomissione. “Puniscimi, senpai.”
“Ai, ma che dici?”
“Sono stato mancante in moltissime cose. Durante la staffetta amichevole con il club Iwatobi abbiamo perso per colpa mia, perché sono stato troppo lento. Speravo che tu mi punissi per questo, come facevi l’anno scorso quando prendevo un brutto voto o lasciavo la camera in disordine, e invece non lo hai fatto. E poi durante i provinciali, ho fatto un tempo pessimo e anche lì tu non mi hai punito. Per questo ho pensato che tu non tieni più a me come prima.” Una lacrima solitaria cadde sulla moquette.

Dal testo:
“Jaeger.” Il caporale stava sorseggiando il suo amato thè dalla tazza neutra che teneva nella mano destra con eleganza. Aveva gli occhi chiusi e a volte si riusciva a sentire il rumore fastidioso di qualche sorso preso proprio sul filo della bevanda. Levi non sembrava preoccuparsene troppo o forse, semplicemente, non si rendeva conto.
“Sissignore!” Eren, che in quel momento stava seduto su di una sedia posta sul lato destro del tavolo rettangolare, teneva i polsi vicini sulle gambe, come fosse in uno stato di tensione: in attesa di ordini, rimproveri od obbedienza.
«Perché le tue lenzuola sono sporche di sangue?»
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Dedico questa storia alla mia adorata beta, GeroSV, che mi sopporta e supporta, dedicandomi tempo prezioso e cercando di risollevare la mia autostima che si è stabilita permanentemente presso il centro della Terra.
Spero che questa storia vi piaccia e vi auguro buona lettura! Siete liberi di recensire, sappiatelo~