Soffriva di insonnia. Forse perché dormire le sembrava un’inutile spreco di tempo o forse perché amava talmente tanto la vita da non voler mai calarvi su il sipario. Allora alla luce della televisione muta, la cucina diventava il suo regno. Si sedeva al bancone ed immergeva i pensieri nel latte, proprio come i biscotti. Quella ragazza aveva le stelle negli occhi perché sognava senza dormire e le accendeva per farsi compagnia in quelle notti. Si chiedeva quante gocce di cioccolata ci fossero nei biscotti, cosa ci fosse dopo la morte e quanto latte fosse stato versato per creare la via Lattea. Provava poi a darsi una risposta, sapendo che gli altri avrebbero riso della sua fantasia, delle sue piccole manie. Le piaceva credere che da qualche parte nel mondo qualcuno si stesse ponendo le sue stesse domande o che quel latte che beveva venisse imbottigliato direttamente dal cuore della galassia. Adesso lei stava bevendo un pezzetto di universo e, così, pur essendo un puntino nell’infinito, non sarebbe più stata sola. La ragazza credeva, semplicemente, è quello insieme alle infinite possibilità create dalla sua mente, riusciva a salvarla sempre.