Puglio
 
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Nuovo recensore (11 recensioni)

Satelliti che cadono, percorsi del caso

 

Nel momento in cui stavo scrivendo questa recensione – chiamiamola così –, tutta la stampa riportava con apprensione la notizia di un satellite artificiale che, esaurito il suo compito, stava per rientrare nell'atmosfera terrestre. Il rischio – o così pareva, anche se di fatto non accadde nulla di particolarmente significativo né allarmante – era che alcuni grossi frammenti metallici avrebbero potuto staccarsi dal relitto, passare indenni attraverso i vari strati dell'atmosfera, e infine precipitare come tanti pericolosi meteoriti in un qualche luogo non ben definito della superficie terrestre. Come dicevo, non accadde nulla di così catastrofico. Ma tutta questa vicenda mi ha dato modo di riflettere un po'. Ed è per questo che, provando a recensire un anime come «La malinconia di Haruhi Suzumiya» mi trovo in realtà a discutere di satelliti che cadono.

Sono del tutto consapevole che le due cose, almeno in apparenza, non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra. Eppure, per qualche ragione, sono convinto che un legame ci sia. Se sia riuscito effettivamente a dimostrarlo, è qualcosa che lascio decidere a chi legge; per quanto mi riguarda, quanto segue è ciò che a me è venuto in mente, collegando tra loro elementi così diversi come Suzumiya Haruhi, satelliti che cadono, ed eventi che – apparentemente – seguono gli strani percorsi del caso.

Ma procediamo con ordine.

Per prima cosa, i satelliti. Quegli strani oggetti di cui noi, il più delle volte, ignoriamo perfino l'esistenza ma che ci ruotano intorno senza sosta, e che non notiamo se non quando rischiano di caderci sulla testa. La domanda a cui vorrei rispondere, è: qual è l'esatta natura di un satellite? Cioè, cosa rende un satellite quello che è, e perché, soprattutto, questa particolare natura del satellite, questo suo ruotarci attorno silenziosamente, dovrebbe avere qualcosa a che fare con noi?

A dire il vero, non credo di aver trovato una risposta particolarmente significativa, in proposito. Tutto quello che immagino di aver capito, in questa faccenda, è che un satellite è qualcosa che per natura viene ignorato. Certo, qualcuno l'ha pur costruito; e ideandolo, ne ha stilato un progetto che sicuramente è passato sotto agli occhi di diverse persone. Qualcuno avrà preso quel progetto e l'avrà usato per realizzarlo e molte altre persone, anche in questo caso, avranno contribuito all'opera. Poi, quando tutto è stato ultimato, quando il satellite era finalmente pronto, testato, controllato fin nei dettagli, qualcuno si è occupato di mandarlo nello spazio. Ed ecco che, improvvisamente, una volta che ha raggiunto l'ultimo strato dell'atmosfera ed è entrato in orbita, il satellite viene per così dire dimenticato. Si sa che è lassù, da qualche parte. Ma il fatto che si trovi insieme ad altre migliaia di oggetti che, come lui, svolgono silenziosamente il loro compito, lo rende ai nostri occhi un oggetto qualsiasi, smarrito in un mare di singole componenti metalliche individuali. Tutto ciò che ancora ci permette di sapere che il satellite in questione è davvero lassù, da qualche parte, è il fatto che esso ci trasmette qualcosa. Ma se venisse improvvisamente a guastarsi, nessuno potrebbe fare molto. Nessuno si agita più di tanto per un satellite qualunque.

A questo punto, vorrei spiegarmi. Tutto quello che trovo interessante, in questa vicenda dei satelliti, è la questione delle traiettorie. Le orbite. Il cammino che questi oggetti ''invisibili'' percorrono, sfiorandoci, passandoci più vicino di quanto pensiamo pur senza mai incrociarci davvero, e che ce li rende talvolta visibili anche se solo per pochi istanti. Tranne quando uno di essi non entra prepotentemente nel nostro mondo, rischiando di abbattersi come un meteorite sulle nostre vite.

È strano che solo in quelle occasioni ci accorgiamo di essere circondati, letteralmente assediati dai satelliti. Nel momento in cui l'impatto tra noi e loro sembra inevitabile, improvvisamente ci rendiamo conto di quanto le nostre vite siano simili a quelle di un satellite. Noi stessi, in fondo, siamo oggetti lanciati lungo un'orbita che non possiamo fare altro che seguire. Ogni giorno, questo cammino segnato dal caso ci porta a incrociare la strada di altre persone. Alcune di esse, ci passano accanto come ombre. Nemmeno le vediamo, non riusciamo neppure ad avvertirne la presenza. Sono apparizioni fugaci, che attraversano la nostra vita per poi sparirne per sempre. Proprio come un satellite che appare per qualche istante nel cielo in una chiara notte d'estate, e che svanisce lasciandosi dietro una sottile scia luminosa. Quasi fosse una stella cadente.

Altre volte, invece, alcune di queste persone entrano prepotentemente nella nostra vita, costringendoci ad aprire gli occhi e a modificare la nostra traiettoria, pena il rischio di incappare in un terribile scontro. Ma quello che resta, sia nell'uno che nell'altro caso, è il senso di ineluttabilità che ci governa. Si potrebbe parlare di destino. Oppure, di una semplice questione di caso. Talvolta, due satelliti si incontrano sulla stessa traiettoria, può capitare, non c'è nulla di strano. Si tratta solo di un incidente. Un evento improvviso e imprevisto, ma che modifica inesorabilmente il destino di chi vi è coinvolto.

Esiste però anche un'altra possibilità. Ed è quella che ai miei occhi collega tutta questa storia di satelliti e di orbite proprio a Suzumiya Haruhi e che la rende, almeno per quel che mi riguarda, così interessante.

Credo – è il mio modo di vedere – che Haruhi Suzumiya sia il perfetto esempio di quello che può significare ''essere'' un satellite. Proprio come un satellite, Haruhi passa gran parte della sua vita a credersi unica e speciale, al centro di un mondo in cui riveste il ruolo di protagonista indiscussa. Questo finché un evento inaspettato e apparentemente innocuo come una partita di baseball, non arriva a turbare la sua tranquillità, gettandola improvvisamente e in modo quasi brutale di fronte all'infinità di quello spazio in cui, volente o nolente, si trova immersa. Lì, in quello stadio enorme, gremito da una folla festante, l'ingenuità di Haruhi va in frantumi, mentre lei scopre per la prima volta di essere solo una bambina, una persona che agli occhi di quella folla non rappresenta nulla di particolare o di interessante. La sua famiglia, che fino a quel momento le era sembrata così speciale e i suoi amici, che riteneva fossero le persone più simpatiche del mondo... ogni cosa perde immediatamente di consistenza. Immaginate la sensazione. Fino a qualche istante prima credevate di essere un progetto unico, speciale. Tutto ruotava attorno a voi. Poi, all'improvviso, non siete che una minuscola particella tra le altre.

In effetti, credo che il significato della parola «malinconia» che trova spazio nel titolo di questo magnifico anime, abbia a che fare proprio con questo momento, cruciale nella vita di Haruhi. Perché, verrebbe da chiedersi dopo una prima, magari un po' distratta visione, in cosa consiste davvero la sua malinconia? A guardarla, Suzumiya sembrerebbe più una ragazza un po' pazza, che pur di sfuggire la noia a cui si sente costantemente soggetta, fa di tutto per tenersi sempre attiva. Ma la malinconia?

Ecco, quello che mi viene da pensare è che la malinconia sia una condizione riservata generalmente a chi si trova a viaggiare solo e su un'orbita ben precisa. Soprattutto, nasce quando si ha la consapevolezza di essere immessi su un tracciato che non abbiamo scelto personalmente e che non possiamo far altro che continuare a seguire. È quello che, improvvisamente, durante quella partita di baseball e davanti a tutte quelle centinaia di persone sconosciute, si trova a vivere Haruhi e che provoca in lei, ancora bambina, uno shock davvero terribile. Intesa in questo senso, la malinconia di Haruhi nasce dal suo improvviso rendersi conto che per tutta la vita non sarà altro che un satellite, un oggetto che si sposta solitario nel vuoto di uno spazio occupato solo da altri satelliti. Con il rischio di scorrere loro accanto, in silenzio, senza mai incontrare veramente qualcuno. In un mondo del genere, com'è possibile vivere la vita che si ha sempre sognato? Com'è possibile immaginare di sognare qualcosa per sé, anche solo di trovare l'amicizia o l'amore autentici, il principe azzurro che ogni ragazzina desidererebbe incontrare? Tutto è affidato al caso. È fuori da noi, non dipende da altro che dai misteriosi percorsi che ci conducono a spasso per l'universo, immersi nell'infinità dei mondi possibili, nell'attesa di incrociare casualmente qualcuno, la sua vita, la sua esistenza. Anche solo per un attimo.

Eppure, Haruhi non ci sta. In un anime in cui si scontrano continuamente due piani completamente diversi – la banalità dell'esistenza e la volontà personale che ad essa si oppone – Haruhi assurge al ruolo di ''divinità'' agli occhi degli altri perché si mostra come l'unica persona capace di deviare la propria traiettoria esistenziale, per farsi artefice della propria vita. Haruhi, in poche parole, è il satellite che esce dalla sua orbita e, consapevolmente, va ad abbattersi sulla terra. Vista in quest'ottica, la malinconia contro cui lotta Haruhi è la molla che la spinge a non accettare il caso. Lo spaesamento con cui Kyon, invece, reagisce ad ogni sua azione appare il segno di chi, non abituato a fare scelte di questo tipo, si trova inevitabilmente deviato dalla propria tranquilla traiettoria esistenziale per essere trascinato, assorbito, dalla forza centripeta di qualcuno come Haruhi. Ciò che rende Haruhi quello che è, una personalità ''divina'', creatrice, è la sua capacità di portare gli altri nella propria vita. Sempre in lotta con una malinconia pronta a trascinarla nei tortuosi percorsi della solitudine e del caso, Haruhi non sta ad aspettare che gli eventi conducano gli altri da lei. È lei a voler gestire la sua vita, alla costante ricerca di quell'unico mondo per lei dotato di senso e che si oppone all'infinita serie di possibilità volute dal caso. Ciò che Haruhi vuole, in fondo, è un'amicizia e un amore che rispondano a un ideale preciso: e tutto quello che fa, è andarseli a cercare. Per farlo, trova la forza di uscire dalla sua traiettoria – e in questo sì che è ''divina'' –, e viaggia nello spazio fino ad incrociare la vita di Kyon. Quando ciò che vuole sono amici fuori dall'ordinario, ecco che improvvisamente intorno a lei si materializzano Koizumi, Mikuru, Nagato. E se essi esistono, non è perché Haruhi li ha ''creati'' – come sostengono Koizumi e la sua Agenzia – ma perché Haruhi ha saputo scovarli. Il fatto che siano entrati tutti insieme nel mondo di Suzumiya – e di conseguenza in quello di Kyon – è dovuto al fatto che lei ha tentato di tutto per farceli entrare. Koizumi, Mikuru, Nagato avrebbero potuto benissimo vivere la loro vita senza mai incontrare né Suzumiya né Kyon. Forse, sarebbero passati loro accanto, legati ad un diverso percorso del caso, simili a tanti satelliti che si incrociano in quello spazio comune di solitudine che li racchiude tutti, e che li fa incrociare senza che mai possano guardarsi davvero in volto. Haruhi, con la sua volontà, si è andata a cercare i suoi amici proprio tra quei satelliti che le ruotavano attorno, scegliendoli uno per uno, attirandoli nella sua vita, guardandoli dritti in faccia, forzando la propria orbita fino ricalcare la loro stessa traiettoria. È qualcosa di molto bello, credo. È ciò che immagino racchiuda il significato di quella parola compresa nel titolo, «malinconia», altrimenti così difficile da decifrare. Rappresenta la forza che nasce nell'animo di una persona che non si arrende all'idea di vedere la propria vita scorrerle davanti agli occhi. È la lotta per la propria vita, per poter realizzare, o almeno provarci, i propri desideri e i propri sogni.

Credo che «La malinconia di Haruhi Suzumiya» esprima davvero tutto questo. Il tentativo di dare alla propria esistenza una direzione che sia la nostra, di imprimere ad essa un percorso che crediamo in tutto e per tutto di aver scelto. È la lotta alla malinconia che nasce nel sentirsi abbandonati alla solitudine dei grandi numeri, e che rischia di trasformare ognuno di noi in un satellite che sfreccia nel vuoto, accanto ad altri satelliti. Haruhi Suzumiya è il satellite che non ci aspettiamo, e che sta per piombarci sulla testa.

È un monito alla nostra tranquillità inconsapevole, l'appello a una vita che sia intensamente, profondamente cercata e voluta e che si oppone sempre, e in modo sempre più forte, alla solitudine che la sovrasta.

 

 

© Copyright 2011 Emanuele Puglisi.

 

 

 




PERSONALE RIFLESSIONE SUL PERCHÈ CREDO TANTO NEL POTERE DELL'ANIMAZIONE

Personalmente, amo molto gli anime. Non tanto i film di animazione americani: un tempo ero appassionato di tutto ciò che portava il marchio Disney, ma poi questa passione si è lentamente affievolita. Chissà come mai. Tuttavia, resto molto legato a Paperino. Forse perchè, come dicono tutti, è quello che ci assomiglia di più. Sarà. Io credo di rispettarlo più che altro perchè non gliene va mai bene una. E per essere uno così, alla fine non è che se la passi poi tanto male.
Forse, il motivo per cui preferisco gli anime è perchè raccontano storie diverse dal solito, dove la morale non si trasforma quasi mai in paternale, e dove non si prende per il naso lo spettatore propinandogli una pillola indorata di melassa. Spesso il mondo è difficile, inutile nasconderci dietro un dito. A volte i buoni sentimenti lasciano il tempo che trovano. Purtroppo, intendiamoci.

D'altra parte, come ogni appassionato sa meglio di me, dietro alla parola anime si raccoglie un'arte a tutti gli effetti: spesso, a differenza dei normali film di animazione, si tratta di opere rivolte a un pubblico adulto, che non di rado affrontano tematiche complesse e delicate. A questo punto, verrebbe da chiedersi: ma perché non usare la sceneggiatura di un anime per farci un film, allora? Perché rifarsi ai cartoni animati, e non ad attori in carne e ossa? Non saprei. Io ho provato ad immaginare un motivo, e se volete ve lo dico.

Il fatto è che spesso gli attori in carne e ossa si portano dietro una serie di difficoltà ineludibili. In primo luogo, si sa che sono attori. Hanno interpretato altri lungometraggi, hanno vestito i panni di innumerevoli personaggi. Entrano nel nostro immaginario come coloro che danno voce a un personaggio, ma non sono il personaggio. Si limitano a presentarcelo. E noi, per quanto sia, lo sappiamo. Col disegno - e parlo del disegno in generale - è diverso. I personaggi sono esattamente quelli che vediamo. Non sono attori, non sono comparse che rivestono un ruolo. Heidi è proprio quella, così come Topolino è Topolino, Biancaneve è sempre lei e Bruce Wayne è Bruce Wayne e Batman insieme. Nessuno di loro, arrivato a sera, smette i suoi panni e torna ad essere qualcun altro. Essi, nel nostro immaginario, rimangono quello che sono, coloro che abbiamo conosciuto sullo schermo. Mantengono il loro nome, la loro identità. Vanno ipoteticamente a dormire, sapendo che al mattino si sveglieranno ancora Topolino, Heidi, Biancaneve. E Bruce Wayne sa che un altro giorno lo attende e un'altra notte attende Batman.

Ovvio, tutto è il semplice frutto della nostra fantasia. Questi personaggi esistono in un universo fantastico che c'è, solo finché noi decidiamo di donargli consistenza. Ma è questo il bello, la libertà del disegno. I personaggi animati vivono la loro vita, senza bisogno di appoggiarsi ad altri che la interpretino per noi. E noi li vediamo mentre la vivono, questa loro esistenza, e lasciamo che ce la raccontino: e sappiamo che non stanno recitando, perché sono proprio loro quelli davanti a noi. Nessuno li paga per fare quello che fanno. E quella che ci raccontano è la loro vera storia.

A ciò, va aggiunto che il disegno è unico nel permettere di rappresentare l'inverosimile, senza vergogna. Quando andiamo a vedere un film di fantascienza, spesso rimaniamo delusi dalla sua realizzazione tecnica: gli effetti speciali appaiono fasulli, per quanto siano ben congegnati, e il tutto funziona perché decidiamo, magari, di chiudere un occhio, scendendo a patti con la fantasia. È una sorta di compromesso. Sappiamo che certe cose sono difficili da realizzare – perché non esistono – e allora scusiamo le imperfezioni. Ma con il disegno, questo non sussiste. Tutto quello che viene prodotto, è già di per sé fantastico, inesistente. Non c'è bisogno di adeguare ad attori reali una realtà che non c'è ancora, non esiste scarto tra reale e irreale. Tutto è irreale. E anche la fantascienza può finalmente liberarsi dalle catene del verosimile, perché tutto diventa possibile e non è più necessario ricorrere ad effetti speciali. Persino la cosa più inverosimile è disegnata come appartenente realmente al mondo dei personaggi: e noi non possiamo che accettarla. Perché sappiamo che personaggi, storia, ogni cosa è già immaginaria.

È questa la vera libertà del disegno: libertà di sognare e di spararle grosse, senza il bisogno di pararsi il sedere. Il disegno lascia ampio margine alla fantasia e intanto parla della realtà. Perché i personaggi che vediamo, non sono che la sublimazione dei nostri desideri e delle nostre speranze, di ciò che siamo e non siamo. In essi ritroviamo noi stessi, o combattiamo i nostri fantasmi, come nei libri. I cartoni animati sono libri visivi, mantengono intatto tutto il potenziale fantastico del libro, quando sono fatti bene.

E ora, veniamo al perchè io ho scelto di scrivere il seguito di un anime.

Per divertimento, certo. Ma non solo.
Più che altro, si è trattato di una sorta di necessità personale. Proprio così. Non ridete. Io volevo scriverlo, per raccontare a me stesso come i personaggi che avevo tanto amato da piccolo avevano continuato a vivere la loro vita. Un po' come quando si rincontra un amico che non si vede da tempo e ci aggiorna sulle sue ultime vicende; o quando si fantastica su qualcuno che abbiamo perso di vista.

Ecco perchè ho scelto di scrivere il seguito di questo anime. Perchè l'ho amato. E forse, perchè non riesco a smettere di amarlo e a lasciarlo andare.

O forse, semplicemente, non avevo altro da fare.

Comunque sia, a chiunque lo legga, buona lettura. E grazie per tenermi compagnia in questo percorso, piuttosto lungo.

Puglio

(per chi fosse interessato a commentare e non fosse intenzionato a iscriversi a EFP: nadia.ilmisterodellapietrazzurra@yahoo.it)


Il capitolo finale del mio seguito di "Nadia: il mistero della pietra azzurra". Nadia è partita alla volta di Atlantide. Jean, in un ultimo disperato tentativo di ritrovarla, decide di rivolgersi all'unica persona che conosce abbastanza la cultura di Atlantide per aiutarlo... ma non è un'impresa facile. Ora è solo, e non può fare affidamento che sulle sue forze. Intanto, Winston scopre che la sua missione si fa sempre più complicata...
Autore: Puglio | Pubblicata: 17/10/10 | Aggiornata: 29/12/12 | Rating: Arancione
Genere: Drammatico | Capitoli: 15 | In corso
Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Anime & Manga > Il mistero della pietra azzurra |  Leggi le 49 recensioni

"La voce del tassista mi giunse lontana, come da oltre la riva di un fiume. Per un istante ebbi la sensazione di trovarmi sul fondo duro di un pozzo, immersa nel buio. Tutto ciò che vedevo, se alzavo lo sguardo, era la pallida luce che incorniciava il volto scuro del tassista. Potevo udire la sua voce che avanzava cristallizzandosi, galleggiando nella densità vuota dello spazio che ci divideva.
«Mi scusi» dissi, scuotendo la testa. «Ero soprappensiero».
Mi allungai, per mostrare all'uomo il foglietto su cui avevo segnato l'indirizzo. Lui gli rivolse una rapida occhiata, quindi ingranò la marcia e si immise nel traffico. Non appena la vettura cominciò a muoversi presi a rilassarmi, e a scacciare quella scomoda sensazione di gelo che strisciava lungo il mio corpo come una serpe molle e disgustosa, serrandomi mani e piedi. Mossi le dita dentro le scarpe e strinsi i pugni così tanto che le nocche mi si arrossarono. Sospirai, rilasciando lentamente il fiato.
Mi sentivo le mani lorde di sangue".
Una storia brevissima, con cui ho partecipato a un concorso bandito da una rivista letteraria. Spero vi piaccia!
Autore: Puglio | Pubblicata: 08/06/12 | Aggiornata: 08/06/12 | Rating: Arancione
Genere: Introspettivo | Capitoli: 1 | Completa
Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Storie originali > Noir |  Leggi le 1 recensioni

Due amici in attesa di occupazione che rievocano il ricordo di un'amica comune. Il ricordo che lascia spazio a una memoria sepolta e che riaffiora portando con sè una storia che sembra aver ancora qualcosa da raccontare. Un racconto in cui l'esistenza di tutti i giorni viene sconvolta da qualcosa di inusuale, che si insinua tra le pieghe della realtà fino a rovesciarla, mostrando cosa si cela sotto di essa.
Ho scritto questa storia in un momento di precariato assoluto. Ovviamente, quello che riflette questa storia è il senso di spaesamento e di mancanza di fondamento che provavo in quel momento, ma ognuno può leggerci, se vuole, quello che crede.
Ps: questo non è un racconto erotico, ma dal momento che presenta alcuni riferimenti erotici che non avrei saputo catalogare esattamente in base alle regole del sito, ho preferito optare per un rating alto.
Autore: Puglio | Pubblicata: 16/08/11 | Aggiornata: 16/08/11 | Rating: Rosso
Genere: Sovrannaturale | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Storie originali > Introspettivo |  Leggi le 2 recensioni

Un racconto in cui l'assurdo fa capolino nella realtà di tutti i giorni. Un incontro impossibile che cambia in modo improvviso e inaspettato la vita e il nostro modo di rapportarsi ad essa.
Pubblico questo racconto che ha partecipato alla prima fase del concorso "Sarete scrittori" e ringrazio i 40 che ne hanno votato la trama. Non so se il racconto corrisponda all'idea che vi eravate fatti di esso, ma spero ugualmente che possa piacervi.
Autore: Puglio | Pubblicata: 14/07/11 | Aggiornata: 14/07/11 | Rating: Verde
Genere: Introspettivo | Capitoli: 1 | Completa
Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Storie originali > Nonsense |  Leggi le 2 recensioni

Sono passati quasi dieci anni dalla battaglia contro il Kishin. Maka e i suoi amici sono cresciuti e molti di loro sono cambiati. C'è chi ha intrapreso una carriera all'interno della Shibusen, chi si è sposato, chi si è allontanato... ma sarà proprio il ritorno di uno di loro a cambiare la vita di Maka, quando già sembrava segnata in modo irreversibile.
Nota: in alcuni i casi i personaggi potranno apparire ooc. Se è così, è perchè li ho voluti far crescere. Dieci anni passano per tutti, anche per loro...
Non credo di inserire siparietti comici in stile con l'anime. Per farlo, credo, bisogna esser bravi e io non credo di esserlo. Il rischio è di fare qualcosa di ridicolo, più che di divertente.
Per finire... ora che la storia è terminata, posso dire di essermi divertito molto nel realizzarla. Perciò, spero sinceramente che possa piacervi, e che nel leggerla possiate trovare lo stesso divertimento che ho provato io nello scriverla.
Buona lettura! E grazie per essere passati di qua.
Autore: Puglio | Pubblicata: 28/10/10 | Aggiornata: 23/03/11 | Rating: Arancione
Genere: Drammatico | Capitoli: 24 | Completa
Note: Nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Personaggi: Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Tsubaki
Categoria: Anime & Manga > Soul Eater |  Leggi le 175 recensioni

Secondo volume della saga "I Signori dell'Universo" seguito della serie "Nadia: il mistero della pietra azzurra". Nadia, Jean e gli altri sono partiti alla ricerca del significato della pietra che Kurtag ha affidato alla ragazza prima di morire. Winston è impegnato a trovare Nadia, prima che l'Ordine riesca a raggiungerla. Lisa, Michael e Hunter non riescono a rassegnarsi all'idea che la loro amica è là fuori, da sola... e intanto, i misteriosi assalitori che avevano raggiunto Nadia al porto sono ancora a piede libero...
Autore: Puglio | Pubblicata: 03/04/10 | Aggiornata: 29/09/10 | Rating: Arancione
Genere: Drammatico | Capitoli: 30 | Completa
Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Anime & Manga > Il mistero della pietra azzurra |  Leggi le 64 recensioni

"...Nadia si coprì gli occhi con le mani e pianse. Qualcuno la toccò sulla spalla, e lei sollevò il viso, rigato di lacrime. Il bambino si era rialzato e ora la fissava attraverso i suoi occhi vuoti, ma accesi di una strana e cieca consapevolezza. Lei gli rivolse uno sguardo disperato. «Perché?» disse. «Perché tutto questo?» Perché è il tuo destino, fu la risposta, prima che lei si svegliasse..." Primo volume del mio seguito della serie “Nadia: il mistero della pietra azzurra”. Sono passati cinque anni da quando Nadia e Jean hanno combattuto contro Gargoyle. Nadia si è trasferita in Inghilterra, dove lavora come giornalista. Jean, dopo aver seguito Hanson a Berlino per motivi di studio, ora insegna in una prestigiosa università americana. Le loro vite sembrano destinate a separarsi per sempre, se non fosse per un evento inaspettato, legato a un misterioso oggetto, che li costringerà a ritrovarsi e a fare i conti con i fantasmi del passato. La trama di questa ff tiene scrupolosamente conto di quanto raccontato nella serie e nel film "Nadia e il segreto di Fuzzy". Tuttavia, essendo ambientata cinque anni dopo la fine della serie, ho creduto necessario pensare e proporre un'evoluzione del carattere dei personaggi. Dunque non stupitevi se incontrerete personaggi apparentemente fuori carattere, o un'ambientazione che si mostra a tratti lontana da quella a cui ci aveva abituato la serie: è proprio ciò che ho voluto fare, cioè immaginare come Nadia e gli altri sarebbero stati una volta "diventati grandi". Da questo punto di vista, i personaggi sono divenuti necessariamente oggetto di una "riscrittura", visto che la storia li presenta più vecchi di ben cinque anni; tuttavia, ho cercato di modellare quelli che sono i nuovi tratti del loro carattere basandoli sui tratti originali, in modo da presentare una loro possibile vita futura che risultasse però coerente con quanto era stato raccontato nell'anime. Per chi non volesse registrarsi sul sito ma intendesse comunque dire la sua: nadia.ilmisterodellapietrazzurra@yahoo.it Ciao!
Autore: Puglio | Pubblicata: 18/11/09 | Aggiornata: 18/11/09 | Rating: Arancione
Genere: Drammatico | Capitoli: 35 | Completa
Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Categoria: Anime & Manga > Il mistero della pietra azzurra |  Leggi le 16 recensioni