Ricordo tutto. E' come guardare una finestra rigata di pioggia dall'interno dell'edificio. Ricordo tutto, ma quando provo a ripensarci è un po' sfocato e lacrimante. (Tiva, più o meno...)

Shikamaru si girò verso la sagoma di lei; grazie alla luce eterea filtrata dagli scuri vedeva semplicemente il contorno delle sue spalle, e sembravano così fragili in quella velata luminosità.

Era sdraiato sul suo prato e contemplava la forma delle nuvole. Quella proprio sopra la sua testa aveva una strana forma a ventaglio. Un'altra, a sinistra, somigliava a raffiche di vento come si vedono disegnate nei fumetti. Un'altra ancora sembrava una pettinatura che emulava i raggi del sole.

Vivi!
Mentre la Terra continua a girare.

"Ammettilo, Maka: Kid è un figo!"
"Può essere figo quanto vuoi, ma non potrei mai sentirmi attratta da lui."

"No," gemette Soul, stringendola istintivamente a sé con il braccio che le aveva messo intorno alla vita. "Se tu te ne vai, io avrò di nuovo freddo."
Maka sentì le guance diventare calde. Certo che lo riscaldava, se arrossiva così! "Ma..."
"Non andartene"

Nell'uscire dalla camera la sua spalla sfiorò quella di lei. In quel momento gli parve che le spalle di Maka (a dispetto del suo carattere violento...) fossero la cosa più fragile del mondo: qualcosa da proteggere.

“Combatti o muori”, è così che ha detto. E ha dannatamente ragione.
In questo mondo insensato. O combatti, o muori.

Al centro dell'esplosione che sembra aver travolto la mia camera, proprio sulla scrivania, sull'unica pila di fogli ancora a posto c'è un gatto... anzi, una gatta... dal pelo biondo e gli occhi di giada.
...
La guardo. Mi guarda.
Mi avvento su di lei. - Vieni qui, maledetta!!! -

Anche se cerco di essere forte, in me tutto è un concentrato di fragilità, come bicchieri di cristallo troppo sfregati con la spugnetta. La vita lava e gratta: prima o poi mi romperò, mi frantumerò.
Prima shot introspettiva. E vai!

Sembrava vivere in un mondo diverso dal suo, invisibile da vedere, ma facile da trovare, almeno per lei: le bastava aprire un libro. Allora - hop - si vedevano quegli occhi scuri scorrere fra le pagine ricche di parole. Ma, prima ancora d’aprirlo, era d’obbligo per lei osservare la copertina del volume che si apprestava a leggere; come se stesse salutando un vecchio amico o studiando un conoscente per capire se già dai vestiti sarebbe stato di suo gradimento.
Non sarebbe mai stata così socievole con un essere umano, e lui lo sapeva.
In pratica, è la mia ode personale ai libri. Quanto li amo!

Vento che mi alza i capelli verso l’alto, verso l’azzurro del cielo, per la prima volta da un anno intero, perché questo è l’anniversario della tua morte, Miroku, vedo davvero quel colore così vivido.
Se esistesse il Genere "banale" l'avrei sicuramente segnalata così...

Un pugno di memorie, ecco cosa rimarrà di me: un sorriso, uno sguardo, una parola, persino sussurrata.
Un commentino?