Da quando ti conosco, il mondo è così leggero, anche se io, di per sè, sono pesante; quando m'immergo in me stessa, non mi lascio fiato, mi sento sempre più reclusa in qualsiasi cosa mi renda me.
E invidio la tua leggerezza.
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A volte ritornano.

E anche se ho sperato di essere qualcosa più di una comparsa nella tua vita, sono sempre solo rimasta una piccola, minuscola parte.
E tu sei irraggiungibile.

Per te, diventerei muta, sorda e cieca. Diventerei qualsiasi cosa, pur di sentirti parlare e di guardarti.

Ogni sera, vorrei tanto dimenticarmi di come sia orribile amarti.

Vorrei essere come la pioggia. Libera, senza dipendere da te.

E sembriamo la solita storiella che ci rifilano alla tv, di quella stupida coppia che non si accorge mai di quanto stiano cadendo in pezzi, fino alla rottura.

Con te, parlavano la mia ingenuità, la mia idea felice ed ovattata di amore.
Con te, ho scoperto che non esiste un amore veramente felice.

E con il bicchiere in mano, non ti ricordi più chi sono.
E con il bicchiere in mano, meno mi vedi, meglio è.
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Rivedo i tuoi occhi che mi scrutano divertiti, le tue mani che mi accarezzano dolcemente la schiena, le tue labbra increspate in un sorriso.
E in un sospiro mi ricordo che è solo un momento passato.

Litighiamo, pesantemente, e sono giorni che non riusciamo a parlarci.
Penso e ripenso, ma tutto quello che mi viene in mente non sono altro che pensieri confusi, stupidi, una parola sola, Oleandro.
Tratto dal testo
"Nessuno dei due si ricorda più l'ultima volta che ci siamo guardati con amore, che ci siamo soffermati dolci sui pregi dell'altro...che non ti ho guardato con tristezza, che non mi hai guardato con malinconia."
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Piccolo esperimento fatto stanotte, pubblicato questo pomeriggio e revisionato in seguito.
L'ho cancellata e repubblicata perché avevo paura di far casini con l'html, perdono.