Dalle ombre emerse una figura maschile, alta e snella, vestita con un elegantissimo ed altrettanto pregiato completo nero, il cui colore faceva risaltare la carnagione diafana del vampiro. Un biancore innaturale, spettrale e cadaverico, spento e morto, al contrario degli occhi che regnavano in quel viso perfetto e di una bellezza crudele. Una coppia di rubini accesi e brillanti come fiamme vive intente a bruciare. Fiamme di sangue vermiglio. - Mi hai fatta spaventare. – proseguì la donna. Bellissima anche lei, ma la sua era una bellezza umana, mentre quella della creatura che troneggiava su di lei era una bellezza immortale e certamente non umana. – Strappandomi dalla strada in quel modo nel cuore della notte... – fece un vago gesto con la mano. Lui rise; una risata fredda e beffeggiatrice che riecheggiò per le mura di quel palazzo sconosciuto. – Non hai paura di me? – domandò con un luccichio malizioso negli occhio. - Affatto. – rispose calma la donna sporgendo il mento in segno di orgoglio. – Non mi uccideresti mai, ti piace troppo portarmi a letto. Il vampiro fece un mezzo sorriso ed inclinò la testa di lato studiandola con divertito interesse. Aveva ragione, naturalmente. Il piacere che provava a portarsela a letto quando voleva non era neanche lontanamente comparabile a quello che avrebbe provato assaporando il suo sangue una volta e basta. Sarebbe stato solo uno spreco. Invece così l’aveva sempre a disposizione, almeno finché gli anni non l’avessero deformata, invecchiandola. Tuttavia, stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di trasformarla...ma c’era tempo. Voleva godersi ancora il suo calore da essere umana pulsante di vita.

Il resto della frase di perse della stanza e le mie orecchie non lo udirono. La sua voce divenne improvvisamente ovattata, come avvolta dalla nebbia. I miei occhi erano incollati sulle sue labbra intente a spiccare scuse su scuse. Sfiorai nuovamente le mie con la punta delle dita e sussultai.