" [...] una mano si poggiò sulla mia spalla risvegliandomi dal mio stato di tranche e facendomi sobbalzare ed urtare qualcosa prima di toccare il pavimento, cadendo a terra. Farfugliai un impercettibile " ops " seguito da uno " scusa "cercando di rialzarmi dal pavimento freddo su cui ero caduto.
Un ragazzo non molto alto mi fissava leggermente divertito dalla mia reazione. Mi rivolse un " ciao " appena accennato continuando ad osservarmi mentre ero in preda all'imbarazzo.
Effettivamente gli ero praticamente caduto addosso per lo spavento ed ora mi ritrovavo per terra, inchiodato da due occhi di un azzurro limpido come il cielo d'estate, profondi come l'oceano e freddi come il ghiaccio, ed un sorriso sfacciato, tendente verso il beffardo. Prima di accorgermi della mano tesa verso di me pensavo mi avrebbe deriso per il mio comportamento, ma con un movimento del viso indicò le sue dita protese gentilmente per aiutarmi a tornare in piedi. [...] "