Avete presente quando vi ritrovate in quelle situazioni in cui non sapete come ci siete finiti e neppure come andranno a finire? Ecco questo era quello che accadde a Bakugo quella sera.

"Adesso mi parve che a separarci ci fosse un mondo intero, anche se era così vicino che potevo sentire il calore che si levava dalla sua pelle” Poteva un libro essere così fedele alla realtà che stava vivendo? scrollò la testa per liberarsi da quel pensiero ma più tentava di farlo, più quel pensiero si infilava nella mente e resisteva, rimaneva attaccato al suo cervello logorandolo dall'interno.

Mi morsi impercettibilmente il labbro inferiore, non avrei usato ulteriori parole inutili, le avrei ponderate, calcolate con malizia, avrei semplicemente atteso che il mio pesciolino abboccasse all'amo che avrei lanciato da lì a poco.
Mi sarebbe bastata anche solo una riposta vaga, un si accennato con la testa.

Ogni due anni si ripeteva la stessa storia, chi passava davanti al commissariato di polizia della prefettura di Tottori poteva sentire chiaramente il disappunto dei suoi agenti.
Chi sbuffava, chi urlava, chi si disperava. Si sentivano urla, lamenti e imprecazioni sin dalla strada. Voi vi chiederete e per cosa? Un omicidio, un lutto, un furto? No, semplicemente l’aggiornamento del corso antincendio.

-IN REVISIONE-
Avevo un unico desiderio, uno di quelli che neanche nei miei sogni più reconditi riuscivo a realizzare.

Un bagno, un letto a castello, una scrivania tutt’altro che spaziosa, due armadi e un grazioso balconcino. Dovevamo condividere quei pochi metri quadrati per circa due mesi. Sarebbe stato davvero molto, molto complicato considerando che come compagno di stanza avevo Tendo Satori.

-IN REVISIONE-
Fu intenso, bello, dolce, travolgente quasi da farsi girare la testa e li lo capimmo. Eravamo innamorati l’uno dell’altro da mesi, anni, forse da sempre.