"[...]Dovrebbe essere il giorno più bello della mia vita, quello che viene decantato nei film, nei romanzi d’amore, nelle canzoni melense, il giorno in cui le uniche lacrime sono di gioia ballando abbracciati al proprio partner.
Non riesco a non avere paura.[...]"
Questa storia partecipa al Writober indetto da Fanwriter, prompt #15, "Paura".

- Ho capito che diventare adulti non è per niente facile. Il mio desiderio è sempre stato quello di diventare grande in fretta, perché così posso scappare lontano da tutti..-
-Anche da me? -
Non gli rispondo, non voglio farlo ma dentro di me so che la risposta giusta è fuggire via lontano soprattutto da lui. So che non posso farne a meno, l'unico modo per sentirmi viva è tra le sue mani troppo grandi.
-Non puoi scappare, tu ormai sei mia.- mormora al mio orecchio mentre mi stringe a sé.
È più forte di me non riesco a dirgli di no, forse non voglio.
Non voglio privarmi delle sue labbra, delle sue mani sul mio corpo, delle sue carezze e dei suoi 40 anni in più di me, perché io sono destinata a questo e ne voglio ancora, sempre di più.
Iris è una ragazza piena di dubbi e insicurezze, naturali per i suoi 17 anni. Ha sempre costruito la sua vita intorno a certezze, senza mai uscire dal suo guscio. Quando riesce ad uscirne si ritrova catapultata in una nuova dimensione interiore che la avvicineranno drasticamente al dolore dal quale voleva tanto fuggire via.

- Potevi versarmene di più – le disse, un mezzo sorriso stampato sulle labbra – Non devo guidare!
- Non essere il solito lamentoso – gli rispose, beccandolo dolcemente. Prese la bottiglia e gliene versò un altro po', riempiendolo per metà.

Perché infine poi, due donne e una bolletta, sono stranamente normali. Se ci accordiamo sul fatto che la parola "normale" è più oggetto di ingiusto fraintendimento, che termine statistico. La norma... siamo noi che ci laviamo i denti insieme tutte le notti.
"Le punte delle mie sneakers non sono più bianche, ci rifugio lo sguardo e cerco un neurone che non sia ubriaco dentro me. Uno che possa fare conversazione.
Quando alzo lo sguardo lei si è voltata verso di me, profumo dolce di una crema per il corpo striscia verso le mie narici. Di nuovo quello sguardo che si pianta nel mio, più a lungo di quanto sarebbe normale fare. Ma cosa è normale? Normale è che io voglia rimanere in questo bagno il più possibile? Normale che fissi un'estranea come se fosse piombata da una mia vita futura? Normale che guardi le sue labbra e l'aritmia si impossessi del mio corpo?
Normale che lei ora mi fissi e io non mi sposti e non dica nulla come se fosse la cosa più naturale del mondo?"

Christian, 20 anni, è stato bocciato per la seconda volta e deve frequentare nuovamente il quinto, per prendersi uno straccio di diploma. Un playboy sboccato, misogino e sempre in cerca di qualche ragazza da usare a suo piacimento. Trae le sue lezioni di vita da suo zio, sua copia identica e da quello che era suo padre alla sua età.
Chiara, 18 anni, è una ragazza semplice, sognatrice e studiosa, che non ha mai provato cosa significhi l'amore e la passione. Ammessa in quinto con il massimo dei voti si ritroverà in classe e addirittura come compagno di banco, il suo incubo che la trasformerà completamente.
Cresciuti insieme, con le rispettive famiglie unite come una famiglia sola, Christian e Chiara dovranno affrontare non poche difficoltà.
Cosa succederà? Vi va di scoprirlo insieme a me?

Aveva combattuto silenziosamente, in una resilienza fatta di gomma, il pensiero che una volta che avesse trovato chi amare, avrebbe dovuto dire addio a una delle cose che più lo rendevano felice. Si era detto d'accordo, perché non credeva neppure lui che qualcuno avrebbe potuto amarlo, amarlo davvero e non come chi lo sfiorava solamente, senza mai toccare la sua anima o il suo cuore.
[Questa storia partecipa al “Writober” a cura di Fanwriter.it!]

Questa storia è il sequel di Io e Lei, il mio primo racconto che vi consiglio di leggere.
Anna e Laura dovranno affrontare nuove sfide che le porteranno a fare alcune scelte.
Riuscirà il loro amore a trionfare una volta per tutte?

#26 Ottobre / PumpFic / Size difference
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: Size difference
N° parole: 1081
Un ragazzo ricorda il primo incontro con la sua attuale ragazza mentre la osserva preparare la cena.

Ricordava ancora quando Chris glielo aveva regalato.
Era la fine del primo anno di college e avevano deciso di partire per un piccolo viaggio di una settimana in Scozia.
Prima di andare a Edimburgo avrebbero fatto tappa alla vecchia casa di famiglia di Chris, così che le potesse presentare la parte di famiglia che ancora non conosceva.
Chris era molto attaccato ai suoi nonni, ma in particolar modo a sua nonna Nicole.

Le generazioni cambiano, ma l'amore rimane lo stesso.

Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…

Gli amori che si vivono al liceo non finiscono mai veramente, rimane sempre qualcosa in sospeso.
Ma quando la tua vita va avanti e ti imbatti di nuovo in quelle persone che hanno scatenato quelle prime sensazioni, metti tutto in dubbio.
Si tratta di qualcosa di concreto o è solo una fantasia da ragazzini?

Ora che è vicinissima a me posso vedere il suo fisico forte e slanciato che si delinea sulle maniche della felpa e la pelle chiarissima color latte del suo volto. Ora mi sta osservando con uno sguardo ancora più intenso. Mi sembra di leggerle nel pensiero. Sembra dire: ora stai zitta e ascolta. Non è una richiesta. < Non mi sono ancora presentata > sorride leggermente < puoi chiamarmi Rory. Qui occupo una certa posizione di...rilievo. Tutto quello che sai lo devo sapere anch’io e tutto quello che devi sapere tu te lo dico io. Sono stata chiara? >
< Sei stata chiara > replico, guardandola negli occhi. Cerco di non sembrare arrogante naturalmente, non ho voglia di finire nella tomba il primo giorno. Ma non ho neanche intenzione di farmi mettere i piedi in testa, questo no.
< Molto bene Maxine. Sono sicura che ci conosceremo meglio al più presto >
Poi, senza un'altra parola, mi fa un cenno, indicandomi il corridoio. Mentre esco dalla sua cella mi chiedo come diavolo conosca il mio nome.

Come può un uomo come me essere degno del tuo amore, dei tuoi occhi lucenti come stelle. Non ho nulla da offrirti più dei mie appassionati baci.