"Per ricordarcene, anche nei momenti difficili".

"Sentivo un legame diverso rispetto a quello che ho con Sam ma non mi aspettavo di arrivare a parlare di sentimenti così forti."

"Sai Sammie ricordo bene la promessa che ti feci quel ennesimo natale che passammo da soli senza papà.
Ti promisi di difenderti sempre davanti a tutti sia il mondo umano oppure l'altro."

John e Dean non riescono a dormire per due motivi ben diversi, il primo ha la mente affollata da mille pensieri il secondo non si sente bene.
Questa notte sarà un salto in un passato non troppo lontano ma neanche troppo vicino.
Anni Dean:11 Anni Sam : 8

Dean ha sempre avuto dei contrasti con il padre ma con il passare del tempo ha capito il perché dei suoi comportamenti.
Rapporto padre figlio.
Uno squardo al passato.
Ambientato qualche mese dopo la morte di John della seconda stagione

[ Piccola flashfic senza alcune pretese, non ha bisogno di nessun approfondimento, continuo o non ce bisogno di scrivere di più di quel che c'è scritto. Se non ti piace la storia perché non c'è un approfondimento, un continuo, o perché non è abbastanza lunga, non leggetela. Sono semplicemente pensieri, riflessioni su cosa pensa Sam ]
Se mai un giorno, dovessero farmi la domanda: " Come si chiama il tuo papà? " risponderei: John, come naturale che fosse.

A Rufus gli si strinse il cuore a vedere quella scena così straziante, dolorosa e le urla dell’uomo misto al pianto, riempirono in un secondo la stanza in cui si trovavano.
Doveva essere abituato a vedere quelle scene ormai eppure ogni volta, non riusciva proprio a vedere queste situazioni così dolorose, che sembrava quasi che ti entravano dentro

Aveva paura di chiudere gli occhi e sognare, ebbene sì, anche il più forte tra i cacciatori aveva paura di qualcosa, aveva così tanta paura di sognare che pur di non dormire, faceva un sacco di cose.
Tutto pur di non sentire ancora le urla strazianti di sua moglie, che gli entravano fin dentro le orecchie, cercava di fare più cose possibile pur di non sentire ancora quella impotenza, quella sensazione di debolezza, paura e terrore che quella volta lo avevano bloccato a osservare il corpo di sua moglie prendere fuoco dal nulla.