- Ti
odio! – furono le prime parole che uscirono dalla bocca di
Tommy quando entrò nell’appartamento
di Nikki a Van Nuys e lo trovò steso a terra privo di sensi.
Gli aveva
telefonato pochi minuti prima, biascicando parole confuse e spaventate
le quali
avevano lasciato intendere che Sixx stesse per fare
l’ennesima cazzata.
Tommy
si
sarebbe aspettato di entrare in casa e trovarlo in preda ad uno dei
suoi
attacchi di psicosi e di doverlo calmare spiegandogli con calma che no,
non c’era
nessuno che stava per venire a prenderlo.
Invece,
non appena ebbe varcato la
soglia dell’appartamento, lo trovò svenuto sul
pavimento del salotto, con l’ago
ancora sottopelle ed il laccio emostatico legato al braccio. Sul
pavimento c’era
un cimitero di bottiglie vuote e di foglietti di alluminio.
-
No… No, no, no! - Si inginocchiò accanto a lui e
lo osservò, confuso, non sapendo
bene da dove cominciare. Sollevò il suo braccio, sfilando
lentamente la
siringa. Mentre slegava il laccio di gomma si accorse di star tremando.
Era terrorizzato dall’idea di poter perdere
la persona più importante della sua vita. Era il fratello
che non aveva mai
avuto, la ragione per cui era diventato il batterista dei Motley Crue
e, da
poco tempo, era diventato il centro dei suoi pensieri. Forse questa
recente
ossessione era proprio dovuta all’ormai pubblica storia
d’amore che Nikki aveva
intrapreso con l’eroina: l’idea di poterlo perdere
da un momento all’altro lo
aveva fatto rendere conto di quanto avesse bisogno di lui. Sentiva
crescere l’ansia
ogni qualvolta si ritrovava a pensare che prima o poi avrebbe dovuto
affrontare
a tu per tu la dipendenza di Nikki.
Aveva
immaginato molte volte come sarebbe
stato quel momento, ed aveva ripetuto mentalmente ciò che
avrebbe dovuto fare.
Grazie
alla pratica psicologica, stava infatti riuscendo a mantenere una
discreta calma e, soprattutto, a ragionare. Senza allontanarsi dal suo
corpo,
allungò una mano verso il tavolino, dove c’era un
pacchetto aperto di cotone
idrofilo. Nikki non avrebbe mai tenuto una cosa così poco
rock’n’roll in casa,
se non fosse stata necessaria per la preparazione della roba che si
iniettava
nelle vene.
Ne
strappò un pezzetto e lo
utilizzò per pulire dal sangue il suo avambraccio. La pelle
del bassista era
così fredda da farlo rabbrividire, mentre il cuore gli
martellava nel petto.
-
Non finisce qui – sussurrò, spostando i capelli
dalla fronte di Nikki.
Continuò ad accarezzargli il viso con una mano, mentre con
l’altra afferrava il
telefono. Lo fece cadere sul pavimento e poi diede uno strattone al
filo, fino
a renderlo raggiungibile senza doversi muovere da lì.
Dopo
aver chiamato l’ambulanza si sedette a gambe incrociate
accanto alla testa
del bassista, continuò a sfiorarlo, come se potesse dargli
una qualche forma di
sollievo, ed aspettò di accompagnarlo
all’ospedale.
-
Non abbandonarmi Nikki, ti prego… -
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