L’Erlking
Summer
non era cosciente di quanto tempo fosse
passato dopo quel breve dialogo con Julian e neanche voleva saperlo. La
voglia
di andare via da quel posto aumentava ogni secondo e inoltre era
terrorizzata
da quel che sarebbe potuto accadere i suoi amici e a se stessa e di
certo
rimanere lì, al buio e soprattutto sola non aiutava la
situazione. Aveva paura,
era consapevole di non essere una ragazza molto sveglia ma non credeva
di
essere veramente così stupida. Insomma
quale persona sana di mente, in una situazione del genere, avrebbe
osato
provocare un Uomo Ombra che ti ha nei palmi delle sue mani ? Lei, a quanto pare. Uffa, oltre ad
avere paura si stava anche annoiando a stare lì camminando
avanti e indietro
nel buio e nel silenzio più totale.
A
un certo
punto sentì una specie di orologio, era già
accaduto due vote precedentemente a
quanto pare molto probabilmente l’orologio suonava ogni ora,
quindi facendo un
rapido calcolo dall’ultimo incontro con Julian erano
già passate tre ore, e
ancora non era accaduto niente di strano.
Nonostante ciò Summer era indecisa se la
potesse considerare una cosa
positiva o negativa. Con Julian niente era sicuro, doveva aspettarsi di
tutto. Chissà
che cosa stavano facendo gli altri ?,
pensò con malinconia. Sicuramente Jenny non avrà
perso tempo e adesso starà
cercando di vincere gli incubi degli altri, Julian le aveva detto che
Jenny
aveva già incontrato Dee. Dee era una ragazza forte e
determinata, ma
soprattutto amante e bramosa di queste cose. Bramosa come un leone
spinto dalla
fame è attratto dalle cerve veloci o da altri animali. Si,
Summer era certa che
quelle due ce l’avrebbero fatta, erano due ragazze in gamba.
Anche Audrey lo
era del resto, chissà se Jenny e Dee avevano già
trovato anche lei o Michael o…
Un
rumore di passi la destò dai suoi pensieri. Summer si
guardò subito intorno,
temendo che fosse un qualche scherzo di Julian. Poi a un certo punto si
accesero delle candele nel corridoio davanti alla sala degli specchi.
La luce
era tenue ma Summer riuscì comunque a distinguere una
sagoma, la persona
davanti a sé era alta e muscolosa e riuscì anche
a distinguere un codino
biondo. Zachary, pensò sollevata. Era Zach il ragazzo biondo
che le stava di
fronte, non Julian. <<
Zach !! Zach !! >> Summer cominciò a urlare
sperando che l’amico la
sentisse ma Zach invece proseguì senza neanche voltarsi.
Com’è possibile, pensò
Summer. Era davvero così insignificante? Come
aveva potuto Zach non sentirla ? Non riusciva a spiegarselo. Non sapeva
che
cosa l’avesse ferita di più, il fatto che fosse
stata abbandonata in balia di
se stessa ? O che Zach l’avesse ignorata lasciandola forse
consapevolmente in
balia di se stessa? Ebbene si, lei aveva una cotta per Zach dalle medie
eppure
non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo. Zach era un ragazzo molto
introverso, dedito solo alla fotografia e amante della riservatezza,
estremamente preciso in tutto ciò che faceva. Lei invece era
timida, molto
imprecisa, imbranata e rumorosa, disordinata e infatti la sua camera
era un
vero caos, e conoscendo più o meno Zach, Summer era convinta
che lui molto
probabilmente non la tollerasse molto, ma accettava di stare in sua
compagnia
solo perché anche lei apparteneva al suo stesso gruppo di
amici.
<< Non fargliene una colpa, non è
colpa sua. Non totalmente almeno
>> le disse una voce vicina che la fece sobbalzare.
Si voltò indietro e quello che vide la fece
restare a bocca aperta.
Julian era vestito in modo molto… particolare.
Indossava
una tunica bianca apparentemente morbida che adirava ai muscoli, ai
fianchi e
alla gambe, dei pantaloni bianchi e degli stivali del medesimo colore,
un ampia
cintura di pelle che metteva in risalto il corpo snello del ragazzo, e
piena di
stupendi zaffiri. Nonostante ciò Summer si stava impegnando
a trattenere le
risate, aveva capito che a Julian piaceva immedesimarsi in vari
personaggi, ma
conciato in quel modo proprio non riusciva a capire chi o che cosa
volesse
rappresentare.
Julian sembrò capire i pensieri di Summer e
guardandola un po’ confuso
disse <>
chiese inclinando leggermene la testa
Summer
dopo qualche
sforzo iniziale riuscì più o meno a tornare in
sé e rispose << Non c’è
niente che non va nel tuo costume e solo che, insomma, sei vestito in
modo così…
particolare ? E poi tutto in bianco e quella cintura…
>>
<<
Bella vero ?
>> domandò Julian con aria orgogliosa
indicandosi la cintura, come un
bambino che fa bella mostra dei suoi giocattoli
Summer dovette ammettere che in effetti la cintura era
molto bella e poi
lei adorava gli zaffiri. E poi quei vestiti mettevano in risalto i bei
muscoli
di Julian e poi il colore bianco gli stava benissimo.
Un
momento
ma che sto pensando ?, pensò. Che cosa le era preso ? Per un
momento aveva pensato
che quel essere pericoloso fosse bello. La paura le stava davvero giocando brutti scherzi.
<< Che cosa dovresti rappresentare ?
>> gli chiese
curiosa
<< Erlking il re degli elfi. Prima che tu me
lo chieda mi sono
vestito così per apparire nell’incubo di Audrey
che ha paura delle foreste e
degli elfi a causa delle favole che le raccontavano da bambina
>> rispose
Julian accennando un sorriso sulle labbra
Summer
sollevò la testa di scatto. L’incubo di Audrey ?
Quindi avevano superato ormai
quello di Dee, chissà se avevano superato anche quello di
Audrey ? Molto
probabilmente si altrimenti adesso Julian non sarebbe stato
lì a conversare con
lei.
<< Ce l’hanno fatta. Adesso hanno
incontrato Michael e lo stanno
aiutando ad affrontare il suo incubo >> disse Julian come
se le avesse
letto nel pensiero
<< L’incubo di Michael ? Quale dei
mille ? Michael ha paura di
molte cose, come me del resto. >> disse Summer dando voce
ai suoi
pensieri
<< In effetti hai ragione, ma il suo incubo
è così patetico che non
ho neanche voglia di apparire. Anche io in un certo senso ho una
dignità
>> disse Julian con tono derisorio
<< Non prenderlo in giro >> lo
ammonì Summer con aria
imbronciata
Julian
si limitò
a fissarla scrollando le spalle senza dire nulla. Quindi in un certo
senso
Jenny aveva incontrato già Dee, Audrey e ora Michael. Oltre
a lei all’appello
mancava soltanto… Zach ! Si era completamente dimenticata di
lui. A un certo
punto le ritornarono in mente anche le parole che le aveva detto Julian
sul
fatto di non incolpare Zach se lui non l’aveva sentita quando
lei lo aveva
chiamato. Summer desiderava sapere di più.
<< Che
cosa intendevi dire
prima ? Quando mi hai detto che non era colpa di Zach se non si
è voltato
quando l’ho chiamato ? >> gli chiese voltandosi
verso di lui
Julian
la guardò a sua volta per poi risponderle educatamente
<< Quello che ho
detto, non è colpa sua. Zachary non ti ha potuto
sentire e non poteva vederti
a
differenza tua. E’ andato avanti perché ho fatto
in modo che non accorgesse di
te. Lui è assai
più affidabile di
te. Non voglio nemmeno immaginare in che guai potresti cacciarti
lasciandoti
libera di gironzolare per la casa >>
Summer
sbuffò infastidita.
<<
E poi – continuò l’Uomo Ombra
– non mi hai neanche ringraziato per averti fatto
apparire di nuovo un po’ di luce >> disse
<<
Oh
perdonami per non averti ringraziato di avermi incastrata qui, in
questo
angusto corridoio per ore, o per avermi separato da Jenny e dagli
altri, o per
costringermi a superare il mio incubo per colpa della tua stupidissima
infatuazione
per Jenny >> disse Summer in uno scatto d’ira
repressa.
Sapeva di averlo aggredito nuovamente, sapeva di aver
sbagliato e sapeva
che questa volta non l’avrebbe passata liscia. Infatti un
orologio, come se
volesse prendersi gioco di lei, suonò. Era passata
un’altra ora e l’unica
domanda giusta da fare era Jenny ce l’aveva fatta ?
Summer
si voltò verso Julian in cerca di una qualche risposta che
potesse suggerirgli
il suo sguardo. Julian infatti la stava guardando e le parve un
po’ abbattuto ma
forse si stava sbagliando.
Poi come se fosse ritornato in sé disse
<< Tocca a te adesso
>> e tutto il resto fu silenzio. L’Uomo Ombra
scomparve di nuovo, la
stanza tornò buia e lei era di nuovo sola.
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