Dragon Ball: The Last Fight
CAPITOLO CINQUE: IL GIORNO PIU'
OSCURO
Alla Capsule Corporation l'atmosfera era molto tesa:
tutti i guerrieri erano arrivati alla spicciolata poco dopo l'alba, e Bulma
aveva spiegato loro quel poco che le aveva detto Vegeta. Da quel momento erano
rimasti in salotto, in silenziosa attesa.
Nessuno di loro infatti aveva in realtà di cosa fare;
Yamcho, dall'alba, camminava avanti e indietro davanti alla finestra con Puar
appollaiato sulla sua testa, nonostante una nervosissima Bulma gli urlasse di
continuo di fermarsi; Tensing e Rif erano in un angolo della stanza, con gli
sguardi fissi al suolo, mentre nell'angolo opposto Junior, colore a parte,
sarebbe potuto passare per la controfigura di Vegeta. Su una poltrona sedeva il
vecchio Genio, arrivato con Oscar e la sua amica Tartaruga; la situzione era
talmente tesa che neppure lui riusciva a spiccicare parola. Trunks, svegliato
dalla madre, era appoggiato al muro accanto alla finestra, e ogni pochi secondi
guardava fuori, sperando sempre di veder comparire la figura del
padre.
I due divani al centro della sala erano occupati da
Gohan e Crilin con le rispettive famiglie; il figlio di Goku ed il suo amico
d'infanzia erano i più tesi: poiché Bulma aveva telefonato per primi a loro,
erano i soli ad aver avvertito cinque potenti aure scontrarsi, e tra queste
avevano riconosciuto quelle di Goku e Goten, senza però riuscire a capire chi
fossero i loro avversari; Gohan, temendo per il padre ed i fratellino, ma
preoccupato anche per la salvezza della sua famiglia, era rimasto per molto
indeciso, e quando finalmente si era quasi deciso ad andare ad aiutarli nel giro
di pochi minuti tutte e cinque le aure erano scomparse.
Il mezzo Sayan, anche se in preda ad un pessimo
presentimento, alla fine aveva deciso che abbandonare da sole sua moglie e sua
figlia e andare a cercare il padre e il fratell senza sapere quali avversari
dovevano affrontare non era una buona idea, quindi aveva preferito recarsi
subito da Bulma per cercare di capire cosa stesse succedendo; Crilin era giunto
più o meno alla stessa conclusione. D'altronde nessuno dei due aveva grandi
dubbi riguardo la conclusione del combattimento: avevano entrambi una fiducia
ceca in Goku, ed erano sicuri che avesse sconfitto gli avversari, chiunque
fossero, e che lo avrebbero trovato alla Capsule Corp.
Quando invece non lo avevano trovato i loro cattivi
presentimenti si erano rinforzati, e con il passare dei minuti il nervosismo
nell'aria si era moltiplicato.
La più tesa di tutti era Bulma: il ricordo degli
occhi spaventati di Vegeta non usciva un istante dai suoi pensieri, e sentiva
crescere nel suo cuore un senso di inquietudine terribile, come se sentisse che
stava per succedere qualcosa di terribile. Nel complesso, la situazione era a
dir poco surreale.
Fu perciò liberatorio sentire Crilin esclamare:- Sta
arrivando Vegeta!
Subito tutti tesero i propri sensi, e sentirono
effettivamente avvicinarsi l'aura del Principe dei Sayan. C'era però anche
qualcos'altro.
- Non è solo.- borbottò Yamcho, che si era fermato di
colpo davanti alla finestra,- C'è qualcun'altro con lui.
- E' vero.- confermò Junior, con voce cupa,- Un'aura
molto indebolita. Non la riconosco.
- La sento anch'io.- confermò Gohan,- Ha qualcosa di
familiare, ma non riesco a riconoscerla.
Tutti fissarono i propri sguardi sull'ingresso quando
sentirono il Principe dei Sayan atterrare nel giardino; pochi secondi dopo la
porta si aprì, e Vegeta entrò nella casa; il viso del Sayan era quello di chi ha
subito un terribile shock; nei suoi occhi c'era un misto di paura, orrore e
terribile sorpresa; nel complesso sembrava estremamente sconvolto; appoggiato
alla sua spalla, ferito e quasi svenuto, con gli occhi gonfi e le guance rigate
di pianto, c'era Goten.
- Goten!- urlò Gohan balzando in piedi; prese
delicatamente il fratello e lo adagiò su uno dei divani. Mentre Videl e C-18,
presa una cassetta di pronto soccorso, cercavano di medicare le ferite del
ragazzino, con Trunks che fissava in modo alternato Vegeta e Goten con il
terrore negli occhi, Bulma chiese al marito, che non si era mosso da quando era
entrato:- Santo cielo Vegeta! Cosa è successo?
Vegeta disse soltanto, con la voce atona di chi non
crede a ciò che ha visto:- Kaaroth è fuori...
Una coltre di gelo calò sui presenti; nelle menti di
tutti si formò la stessa immagine; Yamcho e Tensing si precipitarono fuori,
mentre Vegeta, mentalmente distrutto, crollava su una poltrona; i due guerrieri
rimasero fuori per molto, poi entrarono, con le lacrime che rigavano i loro
volti; portavano in braccio il corpo senza vita di Goku.
Un gelido silenzio calò sui presenti, che non
riuscivano ad accettare ciò che stavano vedendo.
- No...non è possibile...- mormorò Crilin,
disperato.
- Papà...- mormorò Gohan, sconvolto; ciò che vedeva
non gli sembrava reale.
Tutti gli altri non riuscirono a spiccicare parola,
mentre il pianto invadeva i loro volti; la vista del corpo senza vita del più
grande eroe che il pianeta aveva mai conosciuto, del più grande amico di tutti
loro e la tremenda consapevolezza che qualcuno lo avesse ucciso avevano
stroncato tutti.
Solo Bulma, trai singhiozzi, riuscì a chiedere a
Vegeta:- Ma cosa è accaduto?
Vegeta non rispose subito: quando, arrivato sul campo
di battaglia, aveva visto il corpo di Kaaroth a terra, era stato come
ricevere una martellata nello stomaco; il pensiero che il suo avversario di
sempre fosse stato ucciso lo aveva annientato; neanche lui avrebbe saputo
dire come aveva fatto a tornare a casa con il figlio più piccolo di Kaaroth ed
il corpo dell'altro Sayan; alla fine si prese il volto fra le mani, e con voce
distrutta riuscì a dire:- Non sono arrivato in tempo!
Nessuno dei presenti rispose, e tutti, con un solco
terribile scavato nel cuore, continuarono a fissare il cadavere di colui
che aveva sempre salvato il pianeta; una nuova consapevolezza si stava facendo
strada nelle loro menti: se Goku, che era il più forte di tutti, era stato
ucciso, da un nemico che neppure conoscevano, cosa potevano fare
loro?
Arrivarono
poco dopo l'alba, inattesi; Xabaras, terminato lo
scontro con il Sayan e medicato il mutilato Rabrax, aveva comunicato alla
flotta che la missione era compiuta, e che potevano procedere con l'invasione;
subito una miriade di navette da sbarco si era staccata dalle navi più
grandi, e si era diretta verso tutte le più grandi città della Terra; non appena
tocavano terra torme di soldati, vestiti con armature verdi simili a quelle dei
Sayan e dotati di armi a energia simili a quelle degli uoni di Freezer, sarcavano
e prendevano d'assalto le città; l'esercito, mobilitato soltanto la
sera prima, era tutto tranne che pronto, e anche se opponeva una strenua resistenza
questa era fin da subito risultata inutile; infatti, se anche i soldati
potevano competere con la massa degli alieni, non potevano nulla contro alcuni
di loro, molto più potenti, che erano in grado di lanciare colpi energetici; non
appena alcuni di questi, che avevano più o meno la funzione di ufficiali,
attaccavano le forze dell'esercito, queste andavano in pezzi. L'invasione perciò
procedeva ad una velocità terrificante.
L'ordine per i soldati era di non sterminare la
popolazione civile, poiché i terrestri sarebbero stati ottimi schiavi, ma molti
di loro ignorarono quell'ordine; fu un giorno apocalittico: città intere furono
cancellate, milioni di persone morirono; molte persone pensarono che fosse
arrivato il giorno dell'Apocalisse.
A Satan City le cose andarono come dovunque:
l'esercito aveva tentato disperatamente di preparare difese e postazioni da
combattimento in città, e con l'aiuto della popolazione avevano preparato un
perimetro difensivo che avrebe potuto tenere testa ad un comune esercito e
coinvolgerlo in una furiosa battaglia cittadina; di fronte alla marea di
guerrieri alieni e alle centinaia di combattenti di potenza superiore che li
accompagnavano però le difese collassarono nel giro di pochi minuti, e l'armata
che difendeva la città si dissolse come neve al sole; ciò che restava della
popolazione civile, decimata durante il combattimento, corse verso il palazzo di
Mister Satan, con la speranza che il grande eroe potesse salvarli.
Ormai padroni della città, gli alieni si lasciarono
andare al massacro più sfrenato; un gruppo di questi, vedendo la folla che si
stava radunando davanti ai cancelli del palazzo, si diresse volando in quella
direzione per sterminarla; erano a poche decine di metri dal palazzo quando una
luce rosa li avvolse; un istante dopo una valanga di grottesche caramelle crollò
al suolo. La gente terrorizzata si voltò: dietro di loro, in volo sopra il
palazzo di Mister Satan, c'era uno strano essere rosa.
Mister Satan, anche se avvertito da Bulma, non aveva
voluto credere che stesse veramente per accadere una catastrofe e, nonostante i
consigli di Mister Bu aveva deciso di rimanere in città. Quando però gli alieni
erano veramente passati all'attacco per la prima volta l'ormai anziano campione
di arti marziali aveva mostrato decisione e un po' di coraggio, e vedendo la
gente terrorizzata che si stava ammassando davanti al suo palazzo aveva
organizzato velocemente una strategia con Mister Bu. Così, mentre il demone rosa
teneva occupati i guerrieri alieni lui, radunati i pochi militari sopravvissuti,
organizzava una evaquazione di emergenza della città. Per il momento stava
funzionando, anche se, mentre aiutava la gente a salire sulle navette militari
arrivate nel suo palazzo, Mister Satan, ogni volta che alzava gli occhi e vedeva
Mister Bu fronteggiare le migliaia di soldati alieni, non risciva a trattenere
un brivido di paura.
Mister Bu osservò le migliaia di querrieri che
stavano convergendo verso di lui; non aveva paura, sentiva che anche i più forti
erano comunque molto più deboli di lui, ma aveva un brutto presentimento; non
sapeva perché, ma sentiva che quella sarebbe stata la sua ultima battaglia.
Nonostante ciò però li aspettò senza muoversi di un metro.
- Chi diamine è questo?- chiese uno dei guerrieri,
vestito con l'armatura rossa degli ufficiali,- Non sembra un normale
terrestre.
- Non importa.- disse un altro, apparentemente di
grado superiore,- Fatelo a pezzi!
Tutti i soldati puntarono le loro armi su Majin Bu, e
gli ufficiali alzarono le braccia verso di lui; un istante dopo una vera e
propria valanga di colpi energetici piombò sul demone, che fu subito avvolto dal
fumo di decine di esplosioni; dopo circa un minuto i colpi cessarono, e gli
alieni fissarono soddisfatti il fumo che si diradava, sicuri di non vedere
neppure i resti di quello strano essere. La loro soddisfazione si trasformò in
terrore quando videro che era perfettamente intatto, e li fissava con un ghigno
sadico.
- Bel tentativo.- ridacchiò il demone,- Ora provo io,
vediamo se so fare di meglio!
Majin Bu alzò il braccio destro verso il cielo, con
il palmo della mano rivolto verso l'alto; subito si formò una sfera di energia
rosa, mentre il demone urlava:- Attacco Genocida!
Un raggio di energia rosa si sollevò verso il cielo,
dividendosi in migliaia di raggi più sottili, che andarono a colpire ciascuno un
alieno diverso, trapassandolo da parte a parte; una valanga di cadaveri cadde
sulle strade di Satan City, mentre i pochi sopravvissuti fuggivano
terrorizzati.
- Bel colpo, mostro rosa.
Majin Bu si voltò nella direzione da cui proveniva la
voce: un alieno, con un'armatura scura e un braccio solo, lo fissava
ghignando.
- Mi hanno detto che quì c'è un tipo piuttosto
ostico. Vediamo se lo sei abbastanza da vedertela con me. Grazie ad un
simpaticone che ho conosciuto stanotte ho un solo braccio, ma mi basta e mi
avanza per sistemare te!
Majin Bu, che normalmente non conosceva la paura, si
sentì attraversare da un brivido: il suo presentimento si era appena
materializzato, quell'essere era spaventosamente più forte di lui, e prima
ancora di scontrarsi con lui il demone rosa seppe che la sua fine era arrivata;
l'ironia della sorte gli sembrò incredibile: lui che era nato per distruggere la
Terra e l'intero universo era destinato a morire tentando di difenderla. Per un
istante ebbe la tentazione di fuggire, poi si ricordò di Mister Satan,
dell'unica persona che lo aveva trattato da amico; sapeva che aveva bisogno di
altro tempo per salvare quella gente. Pur sapendo che non sarebbe servito a
molto, Majin Bu si preparò ad affrontare l'ultima battaglia della sua
vita.
Rabrax si scosse dall'armatura la polvere rosa che vi
si era posata; quello strano essere lo aveva tenuto occupato per parecchio,
aveva combattuto con una ostinazione incredibile, aeva addirittura cercato di
usare contro di lui quello strano trucco che aveva trasformato in dolci
centinaia dei suoi compagni, ma alla fine era finito polverizzato. Il guerriero
alieno si gurdò in giro, e vide che quel mostro rosa aveva ottenuto il suo
scopo: la città era deserta, tutta la gente era fuggita.
Beh, in fondo non era un problema; stavano
conquistando l'intero pianeta, dove potevano fuggire? Soddisfatto, volò via
dalle rovine di Satan City, per raggiungere Xabaras e gli altri, che stavano
continuando l'invasione.
Ecco quà il sesto capitolo. Mi dispiace, ma per
qualche giorno non potrò aggiornare, perché vado in montagna. Vi prometto che al
mio ritorno avrò pronto un nuovo capitolo per questa e anche per "Il destino di
un principe".
Per Amy: spero di aver risposto alle tue domande;
quanto all'originalità, non è facile inventarsi sempre qualcosa di totalmente
imprevisto. Mi dispiace...
A presto, e buon anno a tutti! Vi prego, commentate
in tantissimi, altrimenti finirò per pensare che non vi piace. Non è che posso
far morire Goku ad ogni capitolo per farvi commentare in tanti!!! Dai, vorrei
arrivare a dieci recenzioni in un capitolo!!!
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