MY TEACHER
MY
TEACHER
*
Senza guardarsi indietro
*
Le strade erano ancora
immerse nel buio della notte.
Dell’alba non vi era ancora
nessuna traccia.
Nemmeno gli animali
sembravano essersi ancora svegliati.
Il cinguettio degli uccelli
non era ancora udibile.
Nessuna traccia nemmeno di
esseri umani, immersi tutti nel loro sonno rimboccati sotto le coperte.
Solo una figura avanzava
nella mattina che doveva ancora nascere, rompendo quel silenzio creato dal sonno
profondo della vita.
Vegeta camminava con le
mani in tasca e lo sguardo fisso sulla strada davanti a se percorrendola immerso
nei suoi pensieri.
Indossava un pesante
giaccone invernale, vista la temperatura molto al di sotto dello zero.
In spalla uno zaino
riempito fino ai limiti delle sue possibilità, ma il suo contenuto restava un
mistero.
Si fermò davanti ad un
edificio in apparenza molto antico, alzò la testa leggendo l’insegna che lo
identificava come una stazione.
Trasse un sospiro ed iniziò
a percorrere i lunghi corridoi fino a giungere alle banchine dei treni.
Qui si guardò attorno, la
vita era presente in poche quantità.
Solo qualche lavoratore
estremamente mattiniero che svolgeva silenziosamente e stancamente il proprio
compito.
Contare il numero di
passeggeri non era molto difficile, pochi erano così audaci da svegliarsi a
quell’orario assurdo pur di affrontare un viaggio.
Trovare, dunque, la persona
che stava cercando no fu difficile.
Lì in una angolo
dell’immensa e semideserta stazione una donna era seduta su una panca con aria
malinconica, accentuata dalle mancate ore di sonno.
Vegeta le andò incontro
fermandosi ad un passo da lei “Ciao” mormorò appoggiando la sua borsa accanto a
quella altrettanto piena della donna.
Bulma alzò lo sguardo
“Ciao” rispose con un sorriso un po’ sforzato.
Non le ci volle molto per
capire che a passare la notte sveglia non era stata l’unica.
Anche sul volto del
ragazzo, infatti, erano presenti i segni di una notte passata a fissare il
soffitto senza riuscire a prender sonno.
In silenzio Vegeta si
accomodò accanto al lei appoggiando la schiena al muro alle sue spalle.
“L’hai scritta?” gli chiese
la donna voltandosi per guardarlo, il ragazzo annuì.
Da una delle tasche tirò
fuori una busta da lettere ben sigillata e la porse all’amante.
Bulma l’afferrò osservando
la superficie bianca di essa sulla quale il ragazzo non aveva scritto nessuna
indicazione.
“Tu?” chiese lui guardando
il soffitto, “Anch’io” rispose lei tirando fuori dalla borsa due lettere e
mostrandole a Vegeta.
Il ragazzo le osservò senza
muoversi, al contrario di lui su di esse erano ben visibili i nomi dei
destinatari.
La prima era rivolta ai
genitori di lei, mentre la seconda era rivolta alla scuola.
Vegeta incrociò i suoi
occhi neri nel mare azzurro di quelli di lei “Come intendi spedirle?” domandò
avendo semplicemente eseguito le direttive dategli dalla donna.
Bulma accomunò le sue
lettere con quella scritta dal ragazzo “Ho parlato con una persona, le farà
avere lui” spiegò osservando le tre buste.
Il ragazzo inarcò un
sopracciglio “Parlato con una persona?!” chiese perplesso, quello era un loro
segreto, con chi poteva aver parlato.
La donna annuì “Sì…è una
persona di cui mi fido. Farà avere lui le lettere…ovviamente senza farsi
scoprire” rispose incuriosendo maggiormente l’altro.
“Ciao” li salutò una voce
famigliare.
Vegeta si voltò scattando
in piedi “TU!” disse indicandolo, poi si rivolse alla donna “Che ci fa Faccia da
scemo qui!” sbraitò irritato.
Yamcha alzò le mani in
segno di resa “Stai tranquillo…sono qui solo per aiutarvi” spiegò sincero.
*
Sbadigliò aprendo
completamente la bocca grattandosi la nuca visibilmente stanco.
Avere la prima ora buca gli
aveva concesso di entrare alla seconda, ma cavolo se aveva sonno.
Si fermò davanti al suo
armadietto cominciando a cercare nello zaino la chiave per aprirlo.
“Kakaroth!” lo chiamò il
fratello raggiungendolo di corsa e con l’aria di una persona allarmata.
Goku si voltò bloccando
ogni altro movimento “Che ti prende Radish?” chiese abbassando lo zaino
rinunciando momentaneamente alla sua ricerca.
Il ragazzo si avvicinò
preoccupato “Hai visto Vegeta?” chiese guardandolo serio, il fratello scosse la
testa “No…non l’ho visto” borbottò pensieroso e non capendo la natura di quella
domanda.
Infondo non erano in classe
insieme, se non lo aveva visto Radish che era un suo compagno perché mai
avrebbe dovuto vederlo lui?
“Perché? È successo
qualcosa?” domandò cercando di comprendere il significato della domanda e il
motivo del suo comportamento.
Il maggiore alzò le spalle
“Non lo sappiamo, ma suo padre è a scuola e sembra che lo sia cercando anche
lui” rispose vago.
Goku sentì un brivido
percorrergli la schiena, mentre una strana e sgradevole sensazione prese il
possesso di lui “Suo padre lo sta cercando?” mormorò sgranando gli occhi.
Radish annuì “Sì, non so
perché ma anche lui sembrava preoccupato” spiegò informandolo delle notizie
appena ricevute.
Un flash percorse la mente
di Goku “Kakaroth…ti avevo sottovalutato” quella frase gli fece venire un
presentimento.
Lasciò ricadere la cartella
cominciando a correre lungo i corridoi dell’edificio scolastico, non sentì
neanche i richiami del fratello alle sue spalle.
Partì a razzo, doveva
trovarlo, o quantomeno parlare con qualcuno, ma con chi?
Il primo istinto fu di
andare a cercare Bulma, doveva parlare con un adulto, e lei era la persona più
indicata.
Le gambe lo portarono fino
all’aula professori, spalancò la porta cercandola con lo sguardo.
“Chi stai cercando Goku?”
gli chiese il vecchio Muten seduto in un angolo della stanza.
Goku si voltò verso di lui
“Sto cercando la prof Brief” annunciò con il fiatone causato dalla corsa.
Sulla sala scese il
silenzio, un silenzio strano ed inquietante.
Nessuno rispose alla
richiesta dello studente per diversi secondi, e Goku scrutò uno per uno gli
sguardi dei professori.
Avevano tutti delle facce
strane, tutti cercarono di non incrociare gli occhi con quelli del ragazzo.
“Non c’è oggi” mormorò
infine l’anziano professore restando molto sul vago.
L’alunno abbassò il capo
“Ho capito, la ringrazio” salutò prima di uscire dall’aula, e ora che fare?
Di Vegeta nessuna traccia,
e quella pessima sensazione non accennava ad andarsene.
“Goku” lo chiamò Chichi
intravedendolo dal lato opposto del corridoio.
Il ragazzo alzò lo sguardo
e le andò incontro con aria sperduta, non sapeva che fare, e come rintracciare
l’amico, ma un po’ di conforto da parte della sua ragazza gli avrebbe fatto
bene.
La salutò con un sorriso
tirato ed un cenno della mano, questo le bastò per farle capire che qualcosa non
andava.
Di solito era sorridente,
ma in quel momento non aveva la sua solita espressione allegra.
Inclinò leggermente la
testa “Qualcosa non va?” gli chiese dolcemente, Goku annuì “Sì, sembra che
Vegeta sia scomparso” ammise subito, non era bravo a mentire.
Chichi lo guardò
comprensiva “Mmm…hai provato a chiedere in giro?” domandò cercando di andargli
incontro.
Il ragazzo scosse la testa
“Volevo parlare con la Brief, ma sembra che oggi non ci sia” spiegò a testa
china.
“Ah…” si lasciò sfuggire la
ragazza attirando la curiosità dell’altro che tirò su la testa “Ah?” mormorò
inarcando un sopracciglio.
Chichi si morse un labbro e
guardò altrove “La Brief e la prof di chimica della classe di tuo fratello
vero?” chiese tornando a guardarlo negli occhi, Goku annuì.
“Allora credo che non la
troverai…sembra sia…scappata” spiegò riferendosi alle voci di corridoio che le
erano giunte.
Goku inarcò un sopracciglio
“Scappata?” ripeté perplesso, la ragazza annuì “Sì, sembra che avesse una
relazione con uno studente e che sia scapat…” si bloccò.
Entrambi sgranarono gli
occhi realizzando simultaneamente la stessa cosa.
Il ragazzo fece un passo
indietro incredulo, abbassò il capo scuotendolo leggermente.
“Tu credi sia possibile?”
chiese Chichi dando per scontato che il ragazzo fosse giunto alla stessa
conclusione.
Goku ci pensò un secondo.
Gli sguardi dei professori.
La scomparsa di Vegeta.
Suo padre che veniva a
scuola.
Infine quella strana frase,
lui gli aveva silenziosamente detto addio… “Vegeta” mormorò infine stringendo i
pugni.
*
Aprì lentamente gli occhi.
La prima cosa che vide fu
il ragazzo seduto davanti a lei che osservava il paesaggio all’esterno del
finestrino con una mano appoggiata al mento.
Si sistemò meglio sul
sedile comodo del treno attraendo l’attenzione del ragazzo che si voltò a
guardarla senza dire nulla.
“Dove siamo?” gli chiese
stropicciandosi gli occhi stancamente.
Vegeta alzò le spalle “Non
lo so…mi sono appena svegliato” spiegò tornando a guardare fuori dal finestrino.
Bulma lo fissò per qualche
secondo “Cos’hai scritto nella lettera per tuo padre?” gli chiese curiosa.
“La verità” rispose
solamente senza distogliere lo sguardo dal panorama in continuo movimento.
La donna abbassò il capo
“Perché mi hai chiesto di scrivere quella lettera?” chiese ora lui voltandosi a
guardarla.
Bulma deglutì sbirciando la
sua espressione “Per non tornare indietro” ammise guardandosi i piedi.
Se non avessero scritto
quelle lettere avrebbe avuto la tentazione di guardarsi indietro, in questo modo
aveva solo una strada da percorrere senza avere più la possibilità di voltarsi e
tornare.
Vegeta la fissò per alcuni
istanti “Non possiamo tornare indietro in qualunque caso” spiegò guardando il
grembo della donna.
Tornò a guardare fuori, e
anche Bulma, dopo alcuni istanti si decise ad imitarlo.
Si perse in mille pensieri,
alla sua prossima maternità, pensiero che ormai era il suo chiodo fisso.
Pensava a ciò che lei e il
suo compagno stavano facendo, stavano scappando verso l’ignoto, da soli e presto
con un figlio a carico.
“Trunks” disse
improvvisamente lui, Bulma sgranò gli occhi voltandosi di scatto a guardarlo,
incorniciando i suoi occhi neri e seri, occhi che non avevano più nulla di
quelli da ragazzino innocente.
“Cosa?” chiese cercando un
spiegazione.
Vegeta si sporse in avanti
appoggiando una mano sul grembo della donna, fermò il volto a pochi centimetri
da quello di lei “Se sarà maschio lo chiameremo Trunks” spiegò guardandola
intensamente negli occhi e perdendosi in quel mare sconfinato.
Bulma sentì gli occhi
bagnarsi di lacrime, a stento riuscì a trattenerle.
Deglutì rumorosamente ed
annuì “Va bene” concordò debolmente mentre sentiva un nodo alla gola stringersi.
Il ragazzo le sorrise
debolmente baciandola, fregandosene di poter essere visto, ormai non aveva più
senso nascondersi.
Quando si staccò da lei
tornò a sedersi al suo posto guardando nuovamente fuori dal finestrino.
“Vegeta…” lo richiamò lei,
lui si voltò a guardala.
Questa volta fu la donna ad
avvicinarsi “…ti amo da impazzire” gli sussurrò in un orecchio, incrociarono
nuovamente gli sguardi, e in quello del ragazzo si poteva leggere un silenzioso
“Anch’io”.
Rimasero così per qualche
minuto in silenzio, entrambi complici in un viaggio senza nessuna destinazione,
senza nessuna meta.
“Ti avevo promesso che non
ti avrei mai abbandonato” disse serio lui rompendo quel silenzio.
Bulma annuì, avvinghiandosi
stretta al futuro padre del suo bambino, l’UOMO che l’aveva messa incinta.
*
FINE
*
*
Spero che la fine non sia
stata troppo deludente, e spero che questa storia vi sia piaciuta almeno quanto
io mi sono divertita a scriverla. Intanto vi saluto, tornerò appena posso, tanto
ho già un’idea in cantiere…
*
Shavanna: dai, non
preoccuparti, eccolo il piano di Vegeta
*
AtegeV: ti ringrazio tanto,
spero anche l’ultimo capitolo ti sia piaciuto
*
mycca: eccoti accontentata
allora, e ti ringrazio
*
mery: bella non so, ma
qualcosa in mente già la ho
*
marina_heart: esatto, la
storia di Trunks serviva solo per quello, dare il suo nome al loro bambino
*
Nihal91: abbiamo un
vincitore! Si esatto il piano di Vegeta è la fuga…
*
Vegeta83: non le ha chiesto
una cosa del genere, Trunks nascerà tranquillamente
*
lilac: mmm…tu non me la
racconti giusta…di la verità dove hai nascosto la sfera di cristallo! Come vedi
nonostante tu abbia deciso di non spremere le meningi ci hai azzeccato comunque.
Anche se non era un finale col botto spero che non ti abbia troppo deluso, e il
loro futuro…in realtà nessuno ha una sfera di cristallo…
*
BulmaMiky: eccoti
accontentata…spero che la fine ti sia piaciuta
|