E guerra avrai…!
Capitolo uno:
Amelia Jones contro Sirius Black
Amelia Jones era quasi
sicuramente la babbana più bella che avesse mai
varcato i cancelli di Hogwarts. Cappelli biondi mossi, occhi scuri lucenti,
labbra rosse, un collo bianco perfetto, una spruzzata di lentiggini sul nasino
all’insù .
Peccato che tutta quella bellezza fosse nascosta
dal suo modo di essere trasandato e distratto. Portava dei grossi occhiali
dalle lenti quadrate, era solita legare i capelli in una coda bassa e la sua
divisa era perennemente sgualcita e in disordine.
Era molto timida e introversa ,
adorava leggere, studiare e andare bene a scuola.
Insomma era la classica secchiona sfigata; bella
ma pur sempre sfigata!
Era anche uno dei bersagli preferiti degli
scherzetti di Sirius Black.
Lui era bello e lo sapeva! Aveva una strana
predisposizione a tormentare le persone che non godevano di molta fama tra gli
studenti. L’idolo di tutte le ragazzine per i suoi capelli neri, i suoi occhi
blu e il suo bel fisico, amava essere sempre al centro dell’attenzione con i
suoi migliori amici James Potter, Remus Lupin e Peter Minus.
Tra Amelia Jones e Sirius Black scorreva un odio puro, nato la bellezza di sei
anni prima sul treno che li stava conducendo alla scuola di magia e stregoneria
per la prima volta.
Un ragazzino
di appena undici anni spingeva il suo carrello attraverso le carrozze del treno
in cerca di un vagone libero.
Camminava
velocemente e un po’ spaesato guardandosi intorno senza sapere che fare dato
che non conosceva nessuno.
La porta
scorrevole di uno scompartimento di aprì e uscì una
ragazza che doveva aver più o meno la sua età, bionda con un paio di occhiali
sorprendentemente grossi.
Lei doveva passare ma Sirius occupava tutta
la strada con i suoi bagagli. Si mise a fissarlo torva mentre
batteva il piede a terra impazientemente.
Gli parve
subito antipatica e reagì di conseguenza.
“Spostati, quattrocchi!!” esclamò .
“Ehi! A me quattrocchi non lo dici!”
“Sennò che
fai?”
“Lo vado a
dire al direttore della tua Casa”
“Che paura! Per
tua informazione, io devo ancora essere smistato, ma
qualunque Casa sarà spero che non ci sarai pure tu!”
Il fato volle che entrambi venissero mandati a
Grifondoro.
Così da quel momento, avveniva quotidianamente una
piccola battaglia, quasi sempre vinta dal ragazzo. Alla fine del loro secondo
anno si erano giurati odio eterno in seguito a un brutto scherzo da parte di Sirius che aveva usato su di lei quello che sarebbe stato
uno dei suoi incantesimi più frequenti : il Levicorpus.
Quello sarebbe stato il loro settimo anno e ancora
non si potevano sopportare, anzi si poteva dire che il rancore che provavano a
vicenda continuava a crescere man mano che passavano gli anni. Amelia aveva
trovato un’amica in Lily Evans, anche lei di
Grifondoro e noto oggetto dei desideri di Potter.
Era l’unica che aveva perso un po’ del suo tempo
per conoscerla a fondo e infine aveva scoperta la persona meravigliosa che si
celava sotto quell’aria da scontrosa.
Una degna
alleata! la definiva spesso Sirius beccandosi occhiatacce da James, follemente attratto
dalla rossa babbana.
Il treno sfregò contro le rotaie nel fermarsi. Le
porte si spalancarono e gli studenti uscirono a fiotti affamati come non mai.
Sirius,James , Remus e Peter presero una carrozza tutta per loro, non
prima di averla liberata dai precedenti occupanti, cinque ragazzini del terzo
anno che intimoriti erano corsi giù senza nemmeno replicare.
In Sala Grande si sedettero nei posti centrali,
ovvero di prestigio, del tavolo dei Grifoni e stavano aspettando che tutti gli
altri arrivassero.
Remus picchiettava le dita sul
tavolo, James giocherellava con la sua forchetta, Sirius
faceva un rapido riassunto della popolazione femminile della scuola e Peter non
sapeva chi guardare più ammirato.
“Qualcosa d’interessante Felpato?” chiese James
curioso.
“Niente di che: Sarah Matter
è dimagrita un sacco, Elsie Cradford
si è fatto nera, peccato stava meglio bionda, May Phennon ha messo un po’ di chili sui fianchi e…WOW!!!”
“Cosa?!” scattarono tutti
in piedi guardando nella direzione che indicava Sirius.
Lily Evans era appena
entrata e accanto a lei c’era un’altra ragazza.
Aveva una bella chioma bionda e mossa,
occhi scuri e brillanti, gambe sode, un sorriso mozzafiato e uno sguardo
intenso.
Quella era Amelia Jones.
La osservò sedersi con la Evans. Ma come era diventata bella??????Si sentiva quasi pentito di averlo maltrattata per sei
anni. Noooooo! Era stato divertente,
ma ora forse ci si poteva divertire in altro modo.
Silente fece il suo abituale discorso d’inizio
anno che ai quattro cominciava sembrare anche piuttosto noioso e privo di
fantasia: tutti gli anni era lo stesso, tutti gli anni il preside tentava di
scoraggiare (in modo implicito s’intende) i Malandrini a combinare i soliti
disastri e a infrangere ogni sacrosanta regola della scuola. Ormai non lo
ascoltavamo nemmeno più.
Si abbuffarono a più non posso facendo il
possibile per non lasciare nemmeno un avanzo; dopodiché si diressero ai loro
dormitori per sistemare i loro effetti personali.
Remus non perse tempo e
cominciò a disfare il baule, James ravvivò l’ambiente con la sua bacchetta : fece apparire poster del Quidditch, foto ovunque e riempì
la stanza di candele luminosissime. Peter osservava estasiato il lavoro del suo
idolo.
Sirius, invece, si era buttato
sul letto e stava elogiando il cambiamento impressionante di Amelia Jones.
“Scusa ma se ti piace tanto, perché non le chiedi
di uscire?” chiese James come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Ma sei pazzo? Non accetterà mai!” commentò
realistico Remus mentre frugava nel suo bagaglio in cerca del pigiama,
misteriosamente scomparso.
“E perché mai?!” esclamò Sirius contrariato “Dopotutto le ragazze mi adorano!”
“Con tutto quello che le hai fatto, pensi sul
serio che ti adori?!”
Remus si grattò la testa confuso: era sicuro di aver ritirato in valigia
anche il pigiama, ma dov’era?
“Vi farò vedere io! Sono il Re dell’adulazione!
Non state mica parlando di James che cerca di conquistare un
ragazza da una vita!”
“Ehi!” ribatté James tirato ingiustamente in causa, ma Sirius era già uscito
deciso a parlare con Amelia.
Se la conosceva bene, probabilmente era in Sala
Comune a leggere da brava secchiona.
Infatti la vide seduta su una
poltrona con un libro aperto sul tavolino e lo sfogliava interessata,
strofinandosi ogni tanto gli occhi per il sonno.
“Ma chi si vede! Amelia Jones!”
disse il Malandrino con sorriso ammiccante.
“Black!” rispose lei a mo’ di saluto senza alzare
lo sguardo ignorandolo completamente.
“Come sono andate le vacanze?”
Santo Cielo,
che domanda banale! si disse da solo.
“Parliamoci chiaro, il fatto che io sia diventata
bella non ti dà il permesso di rivolgermi la parola!” lo freddò lei.
Sbatté un paio di volte le
palpebre confuso “ Scusami?”
“So anch’io di essere cambiata parecchio rispetto all’anno scorso ed è l’unico motivo per cui cerchi di fare
una conversazione civile!”
“Sono cambiato pure io!”
“Io ti reputo ancora lo stesso pallone gonfiato,
vanitoso, arrogante e pieno di sé di sempre!”chiuse il
libro con uno scatto facendo sobbalzare Sirius un po’
sconvolto per la risposta. Si alzò e fece per salire le scale che portavano al
dormitorio femminile, ma si girò e aggiunse “ Ah, sei patetico!”
Gli occhi di Sirius
divennero due lame ghiacciate. Come osa!
“Levicorpus”
“Protego” . La mossa di Amelia fu così repentina che Sirius credeva di averla immaginata.
“Ma come hai fatto…?”
“Sono cinque anni che usi quell’incantesimo su di
me, sei monotono, dovresti cambiare il tuo repertorio” e salì al Dormitorio.
“ Che peste mi colga se non ti farò trascorrere
l’anno peggiore che tu abbia mai passato!Mi hai sentito, Jones,
questo sarà l’anno più brutto della tua vita, fosse l’ultima cosa che faccio,
hai capito?” le gridò dietro Sirius.
Sentì una porta sbattere violentemente. Sorrise
tra sé: quello significava che la ragazza aveva capito benissimo.
Ritornò dai suoi amici furioso
come non lo era mai stato. Era umiliato, frustrato, adirato, voglioso di
vendetta. Come l’avrebbe pagata quella piccola insolente!
La sua bellezza non l’avrebbe salvata!
“ Non dite una parola!” intimò ai suoi amici quando entrò nella loro camera, sicuro che avessero
origliato tutto; curiosi com’erano!
Remus, James e Peter si
trattennero dal ridere nel vedere Felpato così rosso dalla rabbia.
“Qualcuno qui ha appena preso il
suo primo due di picche” cantilenò James.
Sirius si limitò a un ringhio
intimidatorio, la minaccia era chiara: un
altro commento e ti azzanno alla giugulare!
“L’ho ritrovato!!!” Remus alzò trionfante il suo pigiama rosso e oro,
finalmente ricomparso.
Sirius chiuse le tendine del suo
letto con un gesto brusco che lasciava intendere di voler essere lasciato in
pace.
Il suo ultimo pensiero
prima
di addormentarsi fu Ti farò piangere
lacrime disperate, bella secchiona dei miei gufi!
In una settimana Amelia era passata
dall’appellativo “Secchiona per
antonomasia” a quello di “Amy la bella”
.
In tutto questo due cose in particolare davano
fastidio a Sirius: la prima non sopportava (anche se
non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto Imperius) che
altri ragazzi riuscissero a parlare senza ricevere le frecciatine
che a quanto pareva erano riservate solo a lui.
Secondo, odiava che anche lei ora avesse una vita sociale. Ma infine si convinse che sarebbe
stato piacevolmente interessante distruggere lentamente la sua fama appena
acquisita.
Alla prima ora del lunedì avevano Trasfigurazione.
La professoressa McGrannit li attendeva seduta alla
cattedra. Gli alunni presero posto.
La McGrannit si alzò e cominciò a
spiegare, quando Gazza entrò in classe seguito da una
ragazza castana.
Era bassina ma molto raffinata;
si vedeva dai modi di fare:
sguardo altezzoso, foulard rosso attorno al collo, capelli
raccolti in uno chignon.
Sirius avrebbe scommesso le sue
gambe che quella ragazza era francese.
“Oh, certo!” disse la McGrannit
accogliendo la ragazza “Vieni, vieni cara…allora questa ragazza viene dalla Francia ( Sirius fece un
gesto come dire lo sapevo) e starà
con noi per tutto l’anno a Grifondoro…si chiama Turchese Nuvou”
Il quartetto dei Malandrini cadde per terra dalle
risate, Sirius prima di tutti!
“Cosa c’è?!” trillò la
professoressa.
“ Ci perdoni, professoressa” si scusò Remus cercando di ricomporsi.
“ Ma prof! Fa pena il nome Turchese!” spiegò Sirius.
Prima che la McGrannit si potesse infuriare non tanto per l’insulto rivolto al nome ma
più per il Prof , Amy
intervenne “ Ma sentilo! Ha parlato colui che al il
nome di un cane!”
“O questa è bella! Un cane? E poi che cos’hanno di
male, scusa?”
“Sono puzzolenti, pulciosi e pericolosi!”
“ Sbaglio o la nostra cara Amelia ha paura dei
cani?!”
Amy divenne scarlatta dalla
vergogna; con tutte le persone che c’erano, Sirius
era proprio l’ultima che doveva saper le sue paure.
“Avete finito?!” inveì la McGrannit.
I due ragazzi zittirono. La mente di Sirius intanto stava macchinando il suo prossimo scherzo.
Dopo l’ora di pranzo Amy,
Lily erano sedute all’ombra di una quercia a studiare. Turchese si era unita a
loro, dato che Lily, essendo Caposcuola, doveva aiutarla ad integrarsi.
Sirius, James, Remus e Peter stavano qualche metro più indietro vicino al
lago ad osservarle .
Sirius stava aspettando il
momento giusto per mettere in atto il suo piano. Guardò l’orologio: le ore
pomeridiane stavano per cominciare e gli studenti si stavano recando a prendere
i libri.
Ottimo! Quello che gli serviva era
il parco completamente deserto.
Amy mandò avanti Lily e
Turchese dicendo che le avrebbe raggiunte poco dopo.
Sirius sorrise
maligno “Guardate
che le combino!”
Si accertò che tutti se ne fossero andati o per lo
meno che nessuno lo guardasse e si trasformò in un grosso cane nero.
Partì alla carica verso Amy
che si voltò sgranando gli occhi per lo spavento.
Fu un attimo: si arrampicò sull’albero per
sfuggire al cane che si piazzò sotto la quercia continuando ad abbaiare e
ringhiare minacciosamente.
Amy presa dal panico urlò a squarcia gola il nome della McGrannit,
del preside e di tutti gli insegnanti, ma nessuno le venne in aiuto, nessuno
sentì le sue grida.
Gli amici di Sirius
filarono in classe preferendo non immischiarsi.
Tanto non sarebbero stati lì ancora molto, al
massimo una mezz’ora e Felpato se ne sarebbe andato permettendo ad Amelia di
scendere.
Alle sei e mezza Amelia era ancora lì sul ramo. Il
cane pareva essersi calmato e se ne stava seduto a scrutarla.
Sirius se la stava godendo come
un matto: non aveva mai visto una persona più paurosa di Amelia Jones. Non aveva avuto nemmeno il coraggio di usare la
bacchetta contro di lui per liberarsi!
Decise che poteva bastare, fece dietrofront e
fuggì via dietro una roccia. Si ritrasformò in ragazzo.
Amelia intanto stava scendendo dall’albero ora che
la via era libera.
Le si avvicinò con la sua camminata da sono Mr Universo e le rise in faccia.
Amy alzò le sopracciglia
“Cosa diavolo vuoi???”
“Tu e il mio cane avete fatto conoscenza, mi
pare!”
“Quel coso pieno di pulci era tuo? Tu! Tu…sapevi
che avevo paura dei cani e me lo hai aizzato contro!!!!Ora
vedrai! Lo dirò subito alla McGran…”
“Su, forza, corri! Va’ a riferirle tutto! Sarai
pure cambiata fisicamente ma resti la solita secchia,
sfigata e spiona!”
Se ne andò lasciandola sola con i suoi pensieri.
Credi
davvero che io sia così! Non sai con chi hai a che fare, Black!!!
“Ehi, Sirius, perché non
sei venuto a lezione per tutto il pomeriggio?” chiese Remus,
quando Felpato ricomparì in dormitorio.
“Ero occupato con la Jones”
rispose buttandosi sul letto.
“L’hai tenuta sull’albero fino adesso?!”
“Precisamente fino a dieci minuti fa!” specificò Sirius.
“Stavolta hai esagerato! E se lo andasse a dire
alla McGrannit? Il nostro segreto sarebbe scoperto!”
“Calmo, non lo farà! A proposito, dov’è Jamie?”
“Sta parlando con Lily Evans”
rispose Peter.
“Civilmente?!” Sirius balzò a sedere.
“Beh…da quanto si vede da qui, sembrerebbe proprio
di sì” disse Remus sbirciando dalla finestra . Sirius andò a vedere: il suo
migliore amico e quella smorfiosa erano una di fronte all’altro e stavano
conversando senza tirarsi maledizioni a vicenda.
Il mondo si era capovolto!
Amy rientrò in camera e Lily
non c’era ancora. Si mise alla scrivania e tirò fuori dalla
cartella pergamena e piuma e scrisse alla sua amica babbana.
Cara Betzy,
come te la passi? Scusa se non
mi sono fatta sentire per una settimana ma ho avuto
molto da fare. Poi quel Black, te lo ricorsi? Te ne avevo parlato, credo;
insomma non mi lascia in pace un secondo, oggi ha aizzato il suo cane contro di
me e sono dovuta rimanere tutto il pomeriggio su un albero, così ho perso tutte
le lezioni pomeridiane e domani i professori mi faranno una ramanzina lunga un
chilometro. Lo odio, lo odio e lo odio ancora!!!!E lui
odia me!
Tu dicevi
che durante l’estate era sicuramente maturato e invece è diventato ancora più
infantile e, senti un po’, all’inizio dell’anno ci ha provato perché sono
diventata più attraente; ma si può? Dopo tutto quello
che mi ha fatto; tranquilla io l’ho mandato a quel paese!
Fammi avere
tue notizie, scrivi la lettere e legala alla zampa di Twony.
Amy
PS: dai da
mangiare a Twony se non vuoi che continui a morderti
il dito.
In quel momento la porta si aprì ed entrò una Lily
sognante, che canticchiava e danzava.
Amy la guardò sbalordita. E
adesso che era successo?????
Valutò la situazione: cantava una melodia melensa,
saltellava da un piede all’altro e aveva un sorriso che andava da un orecchio
all’altro.
O Signore, Lily Evans si
era innamorata. Ma di chi?
“ Allora chi è il fortunato?” chiese Amy senza tanti giri di parole.
“ Cosa?” cadde dalle nuvole Lily
troppo presa da quella sua strana euforia.
“ Non fare la finta tonta, canti, balli e
sorridi…ti piace qualcuno, chi?”
“Se te lo dico, prometti che non cominci ad
urlare?”
“ Ma perché dovrei urlare?!”
“James Potter”
Un buffo tremolio all’occhio della ragazza fu
seguito da un tonfo sordo: Amy era andata lunga e
distesa per terra.
Lily sbuffò sedendosi sul letto…Lo sapevo che dovevo star zitta…pensò
fissando il corpo della sua compagna di stanza adagiato sul pavimento.
Preferì non immaginare la sua reazione
post-svenimento.
Amy era seduta in Sala Grande
e stava spiluccando la pancetta che aveva nel piatto.
Il giorno prima dopo essersi risvegliata,
non si era più ripresa dallo shock e non aveva dormito tutta notte.
Lily
Evans con James Potter….James Potter con Lily Evans! Era una cosa assurda.
Era l’unica ragazza a pensarla esattamente come
lei; a credere che Potter e Black fossero solo due esaltati che adoravano stare
al centro dell’attenzione.
Non poteva abbandonarla, non poteva mettersi dalla
parte di Potter, non poteva unirsi alla massa di ragazzine che urlava ogni
volta che passa James o Sirius. Non ora che era in
atto una guerra aperta tra lei e Black.
Il ragazzo accanto a lei se ne andò e il suo posto
fu subito occupato da un’altra persona.
Amy non osò guardare chi si fosse seduto lì di fianco. Lo scoprì un attimo dopo.
“Amelia…ti trovo bene!”
La voce irritante di Black le giunse alle orecchie
come un ronzio fastidioso.
Possibile che dovesse sopportarlo anche di prima
mattina!
Decise di ignorarlo, magari se ne sarebbe andato
in fretta.
Sirius Black non era però tipo
da demordere troppo facilmente.
“Il gufo ti ha morsicato la lingua?”
Sirius avvertì la punta della
bacchetta della ragazza premergli minacciosamente contro la gamba.
“Un’altra parola e giuro su ciò che mi è più caro
che ti schianto!” lo intimidì.
Lasciò la sua pancetta praticamente intatta,
raccolse la borsa da terra e si alzò in piedi decisa
ad allontanarsi dal ragazzo.
Ma naturalmente Sirius
non odorava farsi mettere i piedi in testa.
“Sei per caso scesa dalla
parte sbagliata del letto…o forse dovrei dire del ramo…?”
Amelia sentì un moto di rabbia nascerle nel petto,
un odio incontrollato, un desiderio quasi soffocante di vendetta. Si voltò
veloce e, estratta la bacchetta, tenne fede al
giuramento.
“STUPEFICIUM!”
non aveva mai lanciato un incantesimo così potente.
Black venne colpito in
pieno torace, fu spinto all’indietro e atterrò a terra dopo aver compiuto una
giravolta.
Probabilmente si era fatto male; anzi di certo si
era fatto male, molto male, ma ad Amy non importava.
Era riuscita una volta per tutte a tappargli quella maledetta bocca capace solo
di sputare veleno.
Il professor Lumacorno
era subito corso accanto al ragazzo privo di sensi e lo aveva risvegliato.
Mentre lo aiutava a tirarsi in piedi, la McGrannit, adirata come
non mai, assalì letteralmente Amelia con una serie di rimproveri e critiche
strillando che il suo comportamento era inaccettabile.
Amelia, però, non ascoltava le parole della
professoressa; continuava a fissare Black dritto negli occhi con un’espressione
di sfida dipinta sul volto. Non era per nulla pentita
del suo gesto. Black ricambiò lo sguardo con altrettanta superiorità.
Il
tempo delle battaglie era finito; ora iniziava la guerra