The Guardian

di Emily Alexandre
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Oggi la mia avventura con Elizabeth e Liam finisce davvero.
Tutto quello che dovevo dire, l'ho fatto nello scorso capitolo, per cui mi limiterò a ringraziarvi ancora, per essere giunti fin qui.
Tutta la combriccola di The Guardian vi saluta così, in un finale austeniano che era l'unica scelta possibile.

Buona lettura, spero di incontrarvi ancora.
Emily


 


The Guardian

°Perfectly imperfect: Part III°

 video trailer

 

 

Se guardo il mio riflesso non vedo molte differenze, come se questi ventiquattro mesi siano passati senza lasciar traccia. Io so, però, che mi hanno segnato più di ventiquattro anni di vita. Gli avvenimenti si sono susseguiti senza sosta, tanto ci è stato tolto ma tanto, tantissimo, ci è stato anche donato.
Ventiquattro mesi dopo l'inizio della storia, la cinica Liz è ancora qui, sempre convinta che nella vita si debba lottare con le unghie e con i denti per ottenere ciò che si vuole, soprattutto se si è donna.
Ancora convinta che l'amore sia sopravvalutato, che Mr. Darcy sia da uccidere e che il matrimonio sia una strana forma di schiavitù legale.
Eppure sono qui, davanti questo specchio, vestita di bianco con un diadema tra i capelli.
È il giorno del mio matrimonio e io ancora non realizzo cosa stia succedendo.
Dopo aver concluso l’università ho mandato il mio curriculum in giro e sono stata contattata per uno stage in una televisione locale, con possibilità di assunzione allo scadere del periodo: ero scettica, la televisione non era mai stata tra i miei obiettivi, ma vidi quell’opportunità come un modo per distaccarmi dall’ambiente di Liam. Inoltre, non potevo permettermi di fare la difficile. Imprevedibilmente, mi piacque da morire quel tipo di giornalismo e, quando alla fine dei sei mesi mi fu proposto di rimanere, accettai con piacere.
Dopo aver firmato il contratto io e Liam abbiamo rivelato al mondo la nostra relazione; certo, le malelingue non si sono risparmiate, ma tutto si è esaurito presto, in una bolla di sapone.
Ho mostrato il mio valore indipendentemente da Liam e chi conta lo sa; tutti gli altri, che parlino pure, nulla può turbare la mia felicità. Quanto a Lord Knightley, non fece mai nulla che potesse nuocermi, benché tutt’ora non mi ami particolarmente.
La decisione di sposarci è arrivata all’improvviso, durante un viaggio a New York, lì dove tutto era iniziato. Nessuna proposta, c’era già stata, ma solo una presa di coscienza mentre pattinavamo sul ghiaccio: avevamo fatto i fidanzati abbastanza a lungo, ma nonostante sarei rimasta comunque Elizabeth Turner, avevo bisogno di essere sua in ogni modo in cui sarei mai potuta esserlo.
Compreso il matrimonio.
Due giorni dopo il nostro ritorno, Liam è venuto a pranzo a casa mia e ha chiesto ufficialmente la mia mano a mio padre, davanti ad un’incredula futura suocera e a due felici cognate. Dopo l’assenso di mio padre si è inginocchiato ai miei piedi e mi ha infilato al dito l’anello di Lady Knightley, ma per quanto mi riguarda il nostro fidanzamento è stato sigillato dalla chiave di Tiffany, custodita vicino al cuore.
 
La sfioro con un dito, mentre Eleanor mi sistema il velo nuziale e mia nipote gioca con la spazzola.
Mi alzo tremando appena, mia sorella mi bacia e esce con Greta, mentre mio padre mi porge il braccio per scortarmi lungo la navata.
Sono la creatura più felice dell'universo. Forse altri lo hanno detto prima di me, ma nessuno con tanta ragione. 
Mentre cammino potrei vedere i giornalisti del The Guardian, il direttore, gli amici e i conoscenti, Andrew con bambino di tre mesi in braccio, Faith e Paul, Audrey e Bertie, Sapphire con Isobel, Rebecca abbracciata a Ted, Mya, mia madre in lacrime, mio cognato ed Eleanor con i gemelli, Costance e il suo dottore, Zoe e Craig nel posto riservato ai testimoni e persino due impettiti Knightley, il mio futuro suocero e sua sorella, ma la verità è che non vedo nessuno di loro. I miei occhi, tutto in me è proiettato verso l’uomo che mi aspetta all’altare, bellissimo e solenne, l’ultimo uomo al mondo che avrei pensato di sposare, ma l’unico a cui potrei votare tutta la mia vita.
Due esseri imperfetti, perfetti l’uno per l’altra.
 





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