“che cazzo ci faccio qui? Mannaggia a me mannaggia!” penso mentre
scendo dalla macchina.
Muovo i primi passi, incerti, verso l’entrata della sala prove.
Una volta dentro procedo un po’ più convinta, anche se continuo a
chiedermi perché sono venuta qui..
Arrivo alla reception e trovo Marco, che appena mi vede mi sorride.
“non sapevo che foste tornati insieme..” esordisce con un sorriso a 32
denti.
Marco ha sempre fatto il tifo per noi.
“infatti non siamo tornati insieme.. Ho solo bisogno di parlargli.”
sorriso imbarazzato.
Questo ragazzo mi ha sempre messa un po’ in imbarazzo perché è di una
bellezza assurda!
“oh, figura di merda xD” cerca di scusarsi.
“ma no, tranquillo, che ne potevi sapere?” cerco di alleggerirgli il
“peso” della figuraccia.
“in che sala lo trovo?” chiedo.
“la 14, al piano di sotto, l’ultima in fondo a sinistra, lo sai com’è..”
“gli piace creare in solitudine..” diciamo insieme mentre un sorriso
triste si dipinge sulle mie labbra.
“lo so bene si..” penso.
“ok, grazie..” lo saluto e mi avvicino all’ascensore.
Quando sono al piano i piedi non ne voglio sapere di collaborare.
Le porte automatiche si aprono e si chiudono in continuazione davanti
ai miei occhi senza che io mi decida a scendere, fino a che non mi
accorgo che c’è qualcuno davanti alle porte che deve usare l’ascensore
e quindi sono costretta ad abbandonare il mio “rifugio”.
Tentenno ancora un po’ poi alla fine mi decido e mi dirigo verso la
sala 14, quella più infrattata di tutte, quella dove gli piace
rifugiarsi quando ha qualcosa per la testa, o quando vuole comporre, o
semplicemente sfogarsi suonando un po’..
Arrivo alla porta e sento il cuore martellarmi nel petto.
Poggio la mano sulla maniglia e l’abbasso lentamente, così come
lentamente apro la porta e infilo la testa all’interno della sala e lo
vedo, seduto su un amplificatore al centro, con la schiena rivolta
verso la porta.
Approfitto del fatto che non possa vedermi per entrare del tutto nella
sala, stando attenta a non fare troppo rumore nel chiudermi la porta
alle spalle, perché non voglio disturbarlo, non mentre canta questa
canzone..
You coold be the one
I’ll always know
I’ll be there as soon as
I can
But I’m busy mending
brode
Pieces of the life I had
before..
Come colpito da qualcosa le sue mani si fermano di botto e il suo viso
si volta di scatto nella mia direzione.
Gli occhi si sgranano appena mi vede e un sorriso gli nasce spontaneo
sulle labbra.
“che cazzo avrai da sorridere tanto mi domando..” e non riesco a
tenermelo per me, anche se avrei voluto/dovuto.
Il suo sorriso si allarga ancora di più e la mia indisponenza aumenta
proporzionalmente al suo sorriso.
“vedo che certe abitudini non muoiono mai..” dice.
E io vengo colpita come uno schiaffo in pieno volto dal suono della sua
voce.
“Dio, perché deve farmi ancora st’effetto?” e questa volta, per
fortuna, riesco a tenermelo per me.
“sai come si dice, no? Il lupo perde il pelo ma non il vizio..” gli
dico invece.
“a me sembra che sto lupo abbia solo cambiato il suo colore..” dice,
notando i miei capelli rossi.
“ti stanno bene così i capelli..” aggiunge, mentre posa la chitarra sul
supporto e si alza andando verso la sua borsa, tirando fuori sigarette
e accendino.
“grazie..” balbetto imbarazzata.
Un complimento è sicuramente l’ultima cosa che mi aspettavo!
Si accende una sigaretta e mi guarda, sempre con quel sorriso sulle
labbra.
“levati quel sorrisino del cazzo dalla faccia e dimmi che vuoi..” gli
sputo addosso velenosa.
“ehi, tigre.. Ritira gli artigli.” mi prende in giro, usando quel
nomignolo che mi aveva affibbiato anni fa, dopo una lite furibonda. “ e
poi cos’è tutta questa fretta?” mi chiede.
“ho delle cose da fare e poi, scusami se te lo dico, ma questo è
veramente l’ultimo posto in cui vorrei essere!” gli dico, più acida del
solito.
“toglimi una curiosità..” mi dice. “questo è l’ultimo posto in cui
vorresti stare eppure ci sei venuta.” dice, con quel sorriso che,
nonostante la mia acidità, ancora non ha abbandonato le sue labbra.
“e anche molto prima di quanto mi aspettassi..” aggiunge in un sussurro.
“perché sei qui?” conclude.
“mi prendi per il culo? Non sei forse stato tu a dire a Simone di
riferirmi dove ti avrei trovato?” gli dico.
“è quello che ho fatto.” ammette. “ma non gli ho di certo detto di
obbligarti a venire..”
“a che gioco stiamo giocando, eh?” gli chiedo con la voce piena di
frustrazione.
Cala il silenzio tra di noi.
L’aria che si respira è intrisa di tensione e per cercare di allentarla
frugo nella borsa alla ricerca delle mie sigarette.
“ti fa male fumare..” mi dice quando mi vede con l’accendino vicino
alla sigaretta, intenta ad accenderla.
“sei l’ultima persona che può venire a farmi la morale, lo sai?”
E mi rendo conto che forse sto esagerando con l’acidità vista la faccia
che fa..
“si può sapere che diavolo vuoi da me?” gli chiedo, cercando di non far
trasparire troppo l’ansia che mi sta divorando da ieri sera.
Mi fissa.
Se ne sta lì, a braccia conserte a fissarmi e io non so che fare.
Sono combattuta, divisa in due: da una parte vorrei avvicinarmi e
spaccargli la faccia, dall’altra vorrei avvicinarmi e buttargli le
braccia al collo.
In entrambi i casi sarei inopportuna, quindi lotto contro me stessa e
me sto ferma vicino alla porta, come per assicurarmi che, se dovesse
succedere qualcosa, io abbia la possibilità di scappare subito.
“io..”
Bon..
Questo è l'ultimo capitolo finito,da qui in poi sarà una bella
incognita anche per me >.<
La canzone di questo capitolo è Unintended
dei Muse,una delle mie canzoni preferite,ha un testo bellissimo e poi
la voce di Matthew Bellamy,in questa canzone in particolare,ha il
potere di calmermi in una maniera assurda xD
Va beh..Io,come al solito,ringrazio tutte le persone che stanno
silenziosamente leggendo e le 3 dolci donzelle che mi
seguono/preferiscono/ricordano.
..Fra.. |