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Autore: memole_88    19/10/2012    0 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
"Il cuore in tumulto, gli occhi pieni di lacrime pronte ad uscire, la mente piena di immagini che si susseguono.
Odio questa canzone e tutti i ricordi ad essa legati.
Odio questo posto e i miei amici che con l’inganno mi hanno portata qui.
Odio il magone che mi ha preso allo stomaco da quando lui è salito sul palco e ha cominciato a cantare.."
Due anime che si appartengono ma che si respingono per paura di ferirsi.
Due ragazzi che lottano contro se stessi e contro il male che si sono fatti a vicenda.
Ma quando l'amore della tua vita torna a bussare alla tua porta alla fine c'è un'unica cosa che puoi fare: arrenderti a lui!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“che cazzo ci faccio qui? Mannaggia a me mannaggia!” penso mentre scendo dalla macchina.
Muovo i primi passi, incerti, verso l’entrata della sala prove.
Una volta dentro procedo un po’ più convinta, anche se continuo a chiedermi perché sono venuta qui..
Arrivo alla reception e trovo Marco, che appena mi vede mi sorride.
“non sapevo che foste tornati insieme..” esordisce con un sorriso a 32 denti.
Marco ha sempre fatto il tifo per noi.
“infatti non siamo tornati insieme.. Ho solo bisogno di parlargli.” sorriso imbarazzato.
Questo ragazzo mi ha sempre messa un po’ in imbarazzo perché è di una bellezza assurda!
“oh, figura di merda xD” cerca di scusarsi.
“ma no, tranquillo, che ne potevi sapere?” cerco di alleggerirgli il “peso” della figuraccia.
“in che sala lo trovo?” chiedo.
“la 14, al piano di sotto, l’ultima in fondo a sinistra, lo sai com’è..”
“gli piace creare in solitudine..” diciamo insieme mentre un sorriso triste si dipinge sulle mie labbra.
“lo so bene si..” penso.
“ok, grazie..” lo saluto e mi avvicino all’ascensore.

Quando sono al piano i piedi non ne voglio sapere di collaborare.
Le porte automatiche si aprono e si chiudono in continuazione davanti ai miei occhi senza che io mi decida a scendere, fino a che non mi accorgo che c’è qualcuno davanti alle porte che deve usare l’ascensore e quindi sono costretta ad abbandonare il mio “rifugio”.
Tentenno ancora un po’ poi alla fine mi decido e mi dirigo verso la sala 14, quella più infrattata di tutte, quella dove gli piace rifugiarsi quando ha qualcosa per la testa, o quando vuole comporre, o semplicemente sfogarsi suonando un po’..
Arrivo alla porta e sento il cuore martellarmi nel petto.
Poggio la mano sulla maniglia e l’abbasso lentamente, così come lentamente apro la porta e infilo la testa all’interno della sala e lo vedo, seduto su un amplificatore al centro, con la schiena rivolta verso la porta.
Approfitto del fatto che non possa vedermi per entrare del tutto nella sala, stando attenta a non fare troppo rumore nel chiudermi la porta alle spalle, perché non voglio disturbarlo, non mentre canta questa canzone..

You coold be the one I’ll always know
I’ll be there as soon as I can
But I’m busy mending brode
Pieces of the life I had before..

Come colpito da qualcosa le sue mani si fermano di botto e il suo viso si volta di scatto nella mia direzione.
Gli occhi si sgranano appena mi vede e un sorriso gli nasce spontaneo sulle labbra.
“che cazzo avrai da sorridere tanto mi domando..” e non riesco a tenermelo per me, anche se avrei voluto/dovuto.
Il suo sorriso si allarga ancora di più e la mia indisponenza aumenta proporzionalmente al suo sorriso.
“vedo che certe abitudini non muoiono mai..” dice.
E io vengo colpita come uno schiaffo in pieno volto dal suono della sua voce.
“Dio, perché deve farmi ancora st’effetto?” e questa volta, per fortuna, riesco a tenermelo per me.
“sai come si dice, no? Il lupo perde il pelo ma non il vizio..” gli dico invece.
“a me sembra che sto lupo abbia solo cambiato il suo colore..” dice, notando i miei capelli rossi.
“ti stanno bene così i capelli..” aggiunge, mentre posa la chitarra sul supporto e si alza andando verso la sua borsa, tirando fuori sigarette e accendino.
“grazie..” balbetto imbarazzata.
Un complimento è sicuramente l’ultima cosa che mi aspettavo!
Si accende una sigaretta e mi guarda, sempre con quel sorriso sulle labbra.
“levati quel sorrisino del cazzo dalla faccia e dimmi che vuoi..” gli sputo addosso velenosa.
“ehi, tigre.. Ritira gli artigli.” mi prende in giro, usando quel nomignolo che mi aveva affibbiato anni fa, dopo una lite furibonda. “ e poi cos’è tutta questa fretta?” mi chiede.
“ho delle cose da fare e poi, scusami se te lo dico, ma questo è veramente l’ultimo posto in cui vorrei essere!” gli dico, più acida del solito.
“toglimi una curiosità..” mi dice. “questo è l’ultimo posto in cui vorresti stare eppure ci sei venuta.” dice, con quel sorriso che, nonostante la mia acidità, ancora non ha abbandonato le sue labbra.
“e anche molto prima di quanto mi aspettassi..” aggiunge in un sussurro.
“perché sei qui?” conclude.
“mi prendi per il culo? Non sei forse stato tu a dire a Simone di riferirmi dove ti avrei trovato?” gli dico.
“è quello che ho fatto.” ammette. “ma non gli ho di certo detto di obbligarti a venire..”
“a che gioco stiamo giocando, eh?” gli chiedo con la voce piena di frustrazione.
Cala il silenzio tra di noi.
L’aria che si respira è intrisa di tensione e per cercare di allentarla frugo nella borsa alla ricerca delle mie sigarette.
“ti fa male fumare..” mi dice quando mi vede con l’accendino vicino alla sigaretta, intenta ad accenderla.
“sei l’ultima persona che può venire a farmi la morale, lo sai?”
E mi rendo conto che forse sto esagerando con l’acidità vista la faccia che fa..
“si può sapere che diavolo vuoi da me?” gli chiedo, cercando di non far trasparire troppo l’ansia che mi sta divorando da ieri sera.
Mi fissa.
Se ne sta lì, a braccia conserte a fissarmi e io non so che fare.
Sono combattuta, divisa in due: da una parte vorrei avvicinarmi e spaccargli la faccia, dall’altra vorrei avvicinarmi e buttargli le braccia al collo.
In entrambi i casi sarei inopportuna, quindi lotto contro me stessa e me sto ferma vicino alla porta, come per assicurarmi che, se dovesse succedere qualcosa, io abbia la possibilità di scappare subito.
“io..”



Bon..
Questo è l'ultimo capitolo finito,da qui in poi sarà una bella incognita anche per me >.<
La canzone di questo capitolo è Unintended dei Muse,una delle mie canzoni preferite,ha un testo bellissimo e poi la voce di Matthew Bellamy,in questa canzone in particolare,ha il potere di calmermi in una maniera assurda xD
Va beh..Io,come al solito,ringrazio tutte le persone che stanno silenziosamente leggendo e le 3 dolci donzelle che mi seguono/preferiscono/ricordano.
..Fra..
  
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