Stavo per morire.
Il
sole
stava tramontando e i suoi raggi tingevano di rosso il mare. Una
leggera brezza
agitava le palme, accompagnando il ritmico andirivieni delle onde.
Qualche ora
prima mi ero sdraiato su un lettino a prendere il fresco, con accanto
una
bottiglia di ottimo scotch. Erano passati sei mesi dal lavoro di
Cagliari ed
ero perfettamente guarito. L’oro del pagamento aveva rimpinguato il mio
conto
in banca. Non si poteva dire che stessi male. Quella spiaggia era il
mio
piccolo paradiso personale su Kaho’olawe; il mio rifugio dalla
mondanità e il
posto in cui amavo rilassarmi lontano dal
mondo.
Nessuno
era
al corrente di questo mio rifugio e nessuno che mi conosceva avrebbe
immaginato
che passassi là gran parte del mio tempo libero, piuttosto che sulla
Las Vegas
Strip.
Per
questo non riuscivo a spiegarmi la presenza dei cinque vampiri che mi
puntavano
contro delle pistole
mitragliatrici. Mi
avevano preso completamente di sorpresa e non sapevo cosa avrei potuto
fare per
difendermi.
«Tanti
saluti da Greta.» disse quello che doveva essere il capo. Poi fecero
fuoco.
Evocai
uno scudo all’ultimo momento e mi salvò da una fine troppo repentina,
ma sotto
quel volume di fuoco sarebbe durato solo pochi secondi. Pensa, Neil,
cosa fare
per non morire?
Non
feci
nulla e chiusi gli occhi. Mi consolai col fatto che almeno sarei morto
in un
posto bellissimo.
Gli
spari s’interruppero all’improvviso. Aprii gli occhi e vidi i vampiri
stesi a
terra. Morti. Qualche passo più indietro c’era Lord Maskinganna.
«Chiudi
la bocca o ci entrerà qualche insetto.» disse, mentre scavalcava i
cadaveri. Era nella
stessa forma di
bambino di quando l’avevo incontrato sei mesi prima. L’unica differenza
era che
indossava un paio di boxer floreali, anziché il costume tradizionale
sardo.
«Ma…»
«Ma
cosa? Non sei contento di essere ancora vivo?»
«Certo,
ma…»
«Ancora?»
Verso un po’ dello scotch nel bicchiere e ne bevve un sorso. Sospirò.
«Eccellente. Nettare divino. Quasi meglio dell’abbardente.»
La
vista
del bambino che sorseggiava il liquore mi lasciò più stupito del
salvataggio
last-minute. «Non sei troppo piccolo per bere whisky?» domandai,
cercando di
ricompormi. Non riuscivo a controllare il tremore delle mani.
«Ho
qualche millennio più di te, Neil McRoberts.» rispose. Bevve un altro
sorso e
si limitò a fissarmi.
«Cosa
è
successo?» domandai, finalmente.
«Greta
Zimmermann non ha preso bene il modo in cui l’hai trattata a Cagliari.»
«Questo
l’ho dedotto pure io da quel che ha detto il vampiro.» risposi. Mi
alzai e
svuotai un bicchiere, per calmare i nervi. «Quello che non capisco è
come abbiano
fatto ad arrivare fin qua.»
Maskinganna
alzò le spalle. «Con tutto il casino che hai fatto nella villa di Maria
Salis
sicuramente hai lasciato abbastanza roba per preparare un rituale di
ricerca.
Sangue, capelli e via dicendo.»
«Ho
protetto
questo luogo con una miriade di rituali. Dovrebbe essere schermato da
qualsiasi
incantesimo di ricerca. È il mio piccolo paradiso personale!»
«Sì?»
si
limitò a commentare.
«Non
è
possibile che una combriccola di vampiretti sia riuscita a trovarmi
qua.»
«Sono
stati
aiutati da qualcuno, è ovvio.»
«Uno
stregone non potrebbe trovarlo.» replicai. «Non senza un indizio con
cui
circoscrivere l’area di ricerca. Nessuno ha abbastanza energia per
congiurare
un rituale di ricerca su tutto il pianeta!»
«Permettimi
di correggerti.» Maskinganna alzò una mano. «Nessuno stregone umano ha
abbastanza energia.»
«I
vampiri di norma non sono più potenti degli umani.»
Mi
ignorò. «Io ad esempio ci ho messo quasi una settimana per trovarti
qua.»
Sorrise. «Ammetto che hai fatto un buon lavoro con gli incantesimi di
protezione.»
«E
questo mi porta al secondo problema. Che diavolo ci fai qua? Mi stai
spiando?»
«Ti
sto
proteggendo.»
«E
perché mai?»
«Lo
devo
a Seamus. È stato lui a suggerirmi di assumerti e ora non posso certo
lasciarti
nei guai per causa mia.»
Le
sorprese cominciavano a essere fin troppe. «Conosci Seamus?»
«Certo.
Come pensi sia venuto a sapere di te? Non mi risulta che sia
sull’elenco
telefonico o abbia il tuo bel sito Internet.»
«Quel
maledetto vecchiaccio.» borbottai. Seamus era il mio tutore, colui che
mi aveva
fatto conoscere la magia. «Come sta?»
«Come
al
solito.» rispose Maskinganna. «È sempre impegnato con gli intrighi
degli Aes Sidhe.»
«Posso
immaginare.»
«Bando
alle ciance, non puoi più stare qui. Chi sta aiutando Greta è molto
potente, se
ha trovato anche lui questo santuario.»
«Al
diavolo!» esclamai. «Non voglio fare la vita dell’uomo braccato. Non di
nuovo.»
Mi venivano ancora i brividi a pensare al tempo passato in Groenlandia.
«Posso
ospitarti in uno dei miei rifugi. In Sardegna.»
Annuii.
«Ti ringrazio, Lord Maskinganna.» risposi, con un leggero inchino.
Avevo il
vago sospetto che nei prossimi mesi avrei letto parecchio. «Chiara e
Big J
saranno al sicuro?»
«Jebediah
non è minacciato.»
Il
solito fortunello. «E Chiara?»
«Per
lei
non posso fare nulla.» rispose. «Non finché non accetta il mio invito.»
«È
una changeling, vero?»
Un
changeling è un bimbo umano che
viene
scambiato nella culla con una fata. Non credo esista una parola
italiana per descriverlo.
E non chiedetemi perché le fate lo facciano, visto che non ne ho la più
pallida
idea.
Maskinganna
disse: «Sì, è una changeling e
finché
non decide di entrare a far parte dell’Areu
Afadau, o di qualsiasi altre corte fatata, non posso
aiutarla.»
«Intendi
dire finché non vi giurerà fedeltà!» lo corressi, adirato.
«Se la vuoi mettere in
questi termini…»
Mi
trattenni e contai fino a dieci. Non era bello insultare chi ti aveva
appena
salvato la vita. «Magari posso fare qualcosa che ti faccia cambiare
idea.»
proposi. «Ho dimostrato di saper lavorare bene, no?»
«Non
è
possibile.» replicò lui. «Non è questione di favori. Finché non decide
di far
parte di una corte non posso fare nulla.»
«Non
ti
credo.» dissi, però non ne ero convinto. Probabilmente era una
questione di
legami e giuramenti dovuta allo scambio. Le fate acquisivano potere sul
bambino
umano, ma dovevano cedere il controllo su quello fatato, per mantenere
l’equilibrio.
«Non
cambierà certo la situazione.» disse. «Sei pronto a partire?»
Scossi
la testa. «Devo preparare un paio di bagagli. E staccare la corrente
nel
bungalow, non vorrei che le bollette prosciugassero il mio conto in
banca.»
«Allora
ne approfitto per fare una nuotata!» Maskinganna, Lord dell’Areu Afadau e millenario folletto dai
poteri fenomenali, corse verso il bagnasciuga e si tuffò con un grido.
Sembrava
quasi un vero bambino.
Mi
diressi verso il bungalow per buttare nello zaino le quattro cose che
possedevo.
Per ora sarei scappato,
ma presto sarebbe arrivata la resa dei conti e Greta Zimmermann si
sarebbe
pentita.
Non
si
scherza con Neil McRoberts.
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