Non
sentii il fragore
del suo corpo contro il pavimento.
So
solo che mi precipitai al balcone e la vidi: era stata afferrata in
tempo da un ragazzo, che la guardava con gli occhi gonfi di lacrime.
Almeno era
salva.
Corremmo
tutti in direzione dell’ingresso, dove trovammo i due
abbracciati.
«Emma,
tesoro stai bene?» il vecchio Morgan fece per avvicinarsi, ma
lei gli fece cenno di bloccarsi.
«Ti
prego, lasciami stare ora. Ho bisogno di rimanere sola con Nico.
Scusatemi, adesso ci ritiriamo e gradiremmo non essere
disturbati» detto questo
prese per mano il ragazzo e sparirono.
Strana
ragazza, quella. Ormai tutto in quella famiglia mi sembrava
anormale. Telefonate in segreto, tentativi di suicidio e continui
bisbigli..
qualcosa di oscuro che non riuscivo a comprendere.
«Edwick,
lasciala perdere, sai come sono gli adolescenti!» disse una
donna accanto al maggiordomo.
Ah,
certo, gli adolescenti.. peccato che quella ragazza abbia
già
venticinque anni, penso proprio che l’adolescenza ormai sia
terminata per lei.
Ignorai quel commento, rivolgendomi a tutti i presenti.
«Bene
gentili signori e signore, mettendo da parte questo spiacevole
evento, vorrei sentire il prossimo parente della vittima.» e
mi avviai verso lo
studio.
Poco
dopo sentii bussare energicamente alla porta: ne entrò un
uomo
sulla quarantina, capelli brizzolati e occhialetti tondi, il naso
aquilino e un
vago odore di grappa addosso.
Era
talmente brillo che mancò la sedia su cui si doveva
accomodare,
finendo con il sedere in terra.
«Tutto
bene?» dissi, aiutandolo ad alzarsi.
«Ma
certo tesoro! Dai, facciamo questo bel colloquio che poi posso
tornarmene in camera!» aveva il singhiozzo e continuava a
tossire.
«D’accordo..
dunque, per prima cosa, qual’e il suo ruolo qui?»
«Il
mio che?! Ahaha signora mia, il mio ruolo potrebbe essere responsabile
della dispensa e delle cantine! A parte quesssto, sono Paul, il
fratello di
Edwick.. o meglio, del signor Morgan, anche se tutti qui lo chiamiamo
Ed»
«Ah,
molto chiaro.. e lei ha visto o sentito niente quando è
avvenuto
l’omicidio?»
«Lei
ha detto.. omicidio? Ma è impossibile! La porta era chiusa a
chiave, come avrebbe fatto l’assassino poi ad
uscire?»
«Sta
nevicando molto anche se siamo in autunno!»
«E
adesso questo cosa c’entra?»
«Senta,
andrò dritta al punto. Qui c’è qualcosa
che non mi convince,
il suicidio perfetto,la lettera con l’addio, la pistola nella
mano destra
nonostante la signora fosse mancina.. no, sembra tutto troppo perfetto,
come
architettato da qualcuno.. perciò ora mi vuole dire dove si
trovava tre giorni
fa?!»
«
Stavo facendo una passeggiata con Marley, il nostro cane..
può
chiedere alla cameriera Jessica se non mi crede.»
Mandai
a chiamare la ragazza, che entrò timidamente nello studio
mentre il signor Paul la fissava con uno sguardo da pesce lesso. La
povera
ragazza avrà avuto sui vent’anni, capelli biondi
sciolti sulle spalle e occhi
verdi color smeraldo. Mi confermò che aveva accompagnato
Paul Morgan nella
passeggiata. La ringraziai e congedai anche il mio interrogato, che
nell’uscire
si scolò un'altra bottiglietta di grappa.
Sprofondai
nella sedia e chiusi gli occhi. Certe volte il lavoro mi
esauriva.
Guardai
fuori dalla finestra. Nevicava ancora, ma vedevo un bambino in
giardino con una donna sui trent’anni. Appena mi vide, il
bimbo mi salutò con
la mano e io ricambiai.
«Aha!
E quelle? Mmh, si, sembrano proprio impronte!» le notai anche
se
erano leggermente sbiadite, pianta decisamente corta e tacco a punta:
direi
proprio scarpe da donna.
Più
tardi avrei mandato Lenzi ad esaminarle, adesso mi predisponevo
per accogliere il prossimo parente.
Bussarono
di nuovo alla porta. Non dissi nemmeno avanti, ma Emma entrò
lo stesso.
«Commissario,
credo di doverle delle spiegazioni..» si sedette. Emanava
profumo di aroma all’arancia.
«Se possibile, si, gradirei che mi chiarissi
perché hai..»
«Già. Non avrei mai pensato
di arrivare a tanto. Il ragazzo di prima si chiama Nico Gori, era il
mio
fidanzato fino a due anni fa.. se ha voglia, le racconterò
la storia. »
«Ti prego, dammi del tu. Vai
pure avanti» incrociai le gambe.
«Nico è sempre stato un bravo
ragazzo: lavorava nell’industria meccanica, in
un’officina nel centro della
città. Ci siamo conosciuti
all’università, e da lì ci siamo
innamorati. Parlava
di una storia seria, della famiglia che avremmo avuto, con tanti
figli...»
«Bei piani, bei progetti..
poi che successe?»
«Fu arrestato dalla polizia»
«Che aveva fatto?»
«La cosa più orribile.. venne
accusato di omicidio»
«Oh.. e chi aveva ucciso quel
povero sciagurato?»
«In realtà.. si trattava di
mia sorella».
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