Scritta
per la Settimana
Tematica indetta dal forum di Pseudopolis Yard.
La
canzone è il reprise originale di «Little
town», la prima canzone
del cartone animato della Bella e la Bestia.
Eh,
oggi ero un po' nostalgica. (:
Nota:
So che nei
libri non viene mai
detto che Tonks fosse una studentessa particolarmente brillante
(sappiamo solo che non eccelleva in condotta), ma io sono dell'idea
che deve esserlo stato per forza. È diventata un'Auror e ha
preso un
G.U.F.O. Eccezionale
in
Pozioni con Piton come professoressa... insomma, non è roba
da poco.
*
I
want much more
Ninfadora
Tonks, Pomona
Sprite
1793
parole
I
want much more than this provincial life.
I
want adventure in the great wide somewhere.
I
want it more the life can tell.
And
for once it might be grand
To
have someone understand.
I
want so much more then they've got planned.
(Little
town, Beauty and the Beast)
Edward
uscì dall'ufficio della professoressa Sprite con
un'espressione
raggiante e un volantino violetto ben stretto fra le mani grassocce.
Tonks sollevò lo sguardo dal fumetto di The Hulk che
le aveva
recapitato il gufo del padre quella mattina e gli rivolse un'occhiata
curiosa.
«Com'è
andata, Eddie?».
«Fantastico!»
esclamò con entusiasmo il ragazzo. «Crede che io
abbia tutte le
qualità necessarie a un buon Guaritore!». Si
incupì
improvvisamente e aggiunse con più amarezza:
«Certo... ha anche
detto che devo migliorare i miei voti in Pozioni...».
«Possiamo
studiare insieme, se ti va» propose lei con una vaga
scrollata di
spalle. «Devo alzare anch'io la media».
Le
folte sopracciglia di Edward schizzarono verso l'alto.
«Tu?
Ma sei la più brava della nostra classe! Sei l'unica ad aver
preso
Oltre Ogni Previsione nella Pozione
Sonnolungo».
«Già...».
Si alzò in piedi, infilò il fumetto nella
tracolla e si ravvivò
distratta i capelli turchesi. «Ma non mi
basterà».
«Non
ti basterà... per cosa?».
«Ninfadora?»
la chiamò la professoressa dall'interno della stanza.
«Sei già lì
fuori o sei di nuovo in ritardo?».
Tonks
fece un occhiolino fugace all'amico e si intrufolò
nell'ufficio
della Direttrice di Tassorosso. Era stata in quell'ufficio
così
tante volte che le veniva ormai naturale accomodarsi mollemente
davanti alla scrivania della professoressa. Gettò la
tracolla ai
piedi della sedia, si sedette e si appoggiò entrambi i
gomiti sul
bordo con un espressione birichina.
«Auror».
La
paffuta professoressa parve non capire immediatamente. Rimase a
scrutarla con le labbra appena dischiuse. Poi iniziò a
scuotere il
capo e le mostrò entrambi i palmi.
«A-Auror?
Tu vuoi... Ninfadora, può ripetere?».
«Tonks,
signora» la corresse con leggerezza. «E voglio
diventare un'Auror».
«Un'Auror...».
Tonks
annuì raggiante.
«Deve
essere un lavoro stratosferico! Riesce a
immaginarlo? Duelli
all'ultimo sangue, temibili Maghi Oscuri, feroci creature assassine,
imprese eroiche in ogni angolo del paese... potrei perfino lavorare
al fianco di Alastor Moody!».
«Io
e Alastor eravamo a scuola insieme...» commentò
pensierosa la
Sprite. «Ed era folle già allora».
«È
il più grande Auror di tutti i tempi!»
protestò piccata la
ragazza. «Professoressa, io--».
«È
una carriera dura» la fermò con una punta di
velata preoccupazione.
«Dura e insidiosa. Senza contare il fatto che diventare un
Auror non
è facile: ammettono solo i migliori».
Sul
volto di Tonks calò un'improvvisa ombra scura, ma i suoi
occhi
continuarono a brillare risoluti.
«Non
mi ritiene all'altezza?».
«Oh,
non ho detto questo...». Estrasse un opuscolo grigio da una
piccola
pila in un angolo della scrivania e se lo rigirò per qualche
secondo
fra le mani. «Sei una studentessa in gamba... e lo saresti
molto di
più, se solo ti comportassi meglio»
aggiunse con un sorriso
sghembo. «I tuoi voti sono sicuramente fra i migliori della
tua
classe, ma... mi chiedo se sei davvero sicura di questa
scelta».
«Certo
che lo sono. Sono secoli che mi preparo. Ho letto
tutto ciò
che ho trovato in biblioteca sulla Difesa contro le Arti Oscure,
interi compendi sulle Creature Magiche più pericolose della
Gran
Bretagna... i miei voti in Trasfigurazione sono ottimi e sì,
è
vero, ha ragione, faccio un po' schifo a Incantesimi, ma solo
perché
il professor Vitious ultimamente sembra fissato con le magie
domestiche, ed ecco, insomma...». Alzò gli occhi
al cielo con aria
eloquente. «Io faccio proprio schifo, in
quelli. Dovrebbe
vedere ciò che sa fare mia madre. Agita appena la bacchetta
e puf!
Mai visto calzini piegati meglio dei suoi».
La
professoressa si lasciò andare a una blanda risatina
sinceramente
divertita. Fece un sospiro un po' rassegnato, guardò la
propria
studentessa con affetto e le porse l'opuscolo del Ministero della
Magia.
«Quando
ho detto che ammettono solo i migliori, intendevo davvero i
migliori. La professoressa McGranitt è molto soddisfatta dal
tuo
rendimento in Trasfigurazione, e certo le tue personalissime doti
come Metamorfomaga ti aiuterebbero molto... ma devi migliorare
Incantesimi, con o senza i calzini. E...».
«Difesa
contro le Arti Oscure?».
La
Sprite annuì con un sorriso gentile.
«Ovviamente».
«Non
avrò problemi. Sto studiando Difesa Applicata
contro gli Artifici
Oscuri, non--».
«Non
è una lettura un po' troppo avanzata per i
G.U.F.O.?».
Tonks
si fermò di colpo. Fece un profondo respiro e
intrecciò fra loro
lei dita. La professoressa si stupì nel vedere il suo viso
irrigidirsi in un'espressione insolitamente seria.
«Io
voglio diventare un'Auror».
«Perché?»
s'informò curiosamente. «Ho sempre saputo che
avresti scelto una
carriera d'azione, ecco, ma mai avrei immaginato
che volessi
diventare un'Auror».
«Io...».
Per un attimo la giovane parve non avere una risposta sicura.
«Voglio
qualcosa di più. Non voglio.. non voglio finire come i miei
genitori» Parve rendersi conto solo in quel momento di
ciò che
aveva detto, perché aggiunse rapidamente: «Oh, io
li adoro, dico
sul serio! Sono eccezionali, ma... viviamo in una bella villetta alla
periferia di Londra, abbiamo un giardino curato, le tende sono sempre
pulite... mia madre prepara i muffin a colazione e il pollo arrosto
per il pranzo della domenica, passiamo le vacanze a Bath, e mio padre
ha un rispettabile lavoro come tanti altri. Ed è tutto molto
tranquillo, molto abitudinario, molto... noioso».
Mise un
accento particolarmente depresso sull'ultima parola. «Io
voglio di
più. Non voglio passare il resto della mia vita pulendo
pavimenti o
riordinando scartoffie in un ufficio. Voglio... l'avventura.
Voglio esperienze nuove, voglio fare cose travolgenti, voglio fare
qualcosa che possa cambiare il mondo». Scosse la testa con un
improvviso sorriso imbarazzato. «Lei non ha mai pensato di
aver
fatto la scelta sbagliata?».
La
professoressa Sprite sgranò sorpresa gli occhi.
«Oh,
io... non credo. No» ripeté con più
convinzione e un sorriso
sereno. «Amo il mio lavoro, amo voi ragazzi... anche quelli
che mi
danno il tormento...». Tonks ridacchiò sotto i
baffi. «Certo, devo
ammettere che alla tua età non credevo sarei diventata un
professoressa. Che resti fra me e te, eccezion fatta per Erbologia
ero un disastro... ma sono felice di essere qui, oggi».
Tonks
le rivolse un grande sorriso.
«È
questo ciò che voglio. Poter arrivare un giorno a dire: “Sono
felice di averlo fatto. Sono felice di aver
rischiato”».
«Bisognerà
fare qualcosa per la tua condotta...».
La
ragazza fece una smorfia.
«Non
guardarmi così, Ninfadora».
«Tonks.
Il mio nome è Tonks».
La
Sprite la ignorò con un bonario sogghigno divertito che le
fece
comparire due buffe fossette agli angoli della bocca.
«La
condotta è molto importante al Quartier Generale degli
Auror».
«Credevo
fosse più importante arrestare i Maghi Oscuri».
«Sì.
Quello e la condotta. E la tua non è
delle migliori. Il
professor Piton--».
«Oh,
per la barba di Merlino!» esclamò con veemenza
Tonks, appoggiando
la fronte alla scrivania. «Quell'uomo mi odia».
«Non
ti odia» la contraddisse la Sprite. Non ne era tuttavia
sicura. «C'è
da dire che tu non tieni mai a freno la lingua. E se davvero intendi
diventare un'Auror... beh, il professor Piton accetta ai M.A.G.O.
solo studenti con G.U.F.O. non inferiori a Eccezionale».
«Lo
so...» mormorò triste la ragazza. «E io
ho solo Oltre Ogni
Previsione. E già per raggiungere quei voti ce la
metto tutta
ogni volta. Posso confessarle una cosa?».
«Certo».
«Io
credo faccia apposta a non darmi Eccezionale. La
mia Pozione
Sonnolungo era perfetta. Perfetta, professoressa
Sprite, dico
sul serio. Ci mancava solo che ci sputassi dentro l'anima, giuro. Lo
hanno detto tutti. Lo sapevano tutti, e lo sapeva
anche Piton,
e si è inventato dei difetti che non c'erano. Non mi ha mai
potuto
sopportare e non so perché. Io non gli
ho mai fatto niente di
male».
«Fargli
diventare i capelli arancioni per te è “niente
di male”?».
Al
ricordo di quell'episodio, Tonks parve soffocare a stento una risata.
«Beh...
lui aveva preso in giro i
miei capelli»
cercò di
scusarsi. Era davvero poco credibile. «Ma fa lo stesso. Non
mi sto
lamentando, era solo... era solo per dire che mi odia. Ma
prenderò
Eccezionale
ai
G.U.F.O., che a lui piaccia o meno. E mi dovrà tenere per
altri due
anni, fino a quando non prenderò Eccezionale
anche ai M.A.G.O.».
La
sua ferrea sicurezza stava quasi per convincere anche la
professoressa Sprite.
«E
va bene. D'altronde mi sembri già piuttosto
decisa».
«Non
lo sono mai stata così tanto».
«Eh,
ed è tutto un dire» ridacchiò
leggermente la donna. «Sei sempre
stata una tale testarda...».
Tonks
incrociò le braccia dietro alla nuca e rise vivacemente.
C'era
qualcosa di frizzante nella sua risata spontanea che avrebbe potuto
contagiare chiunque. Era una delle sue principali virtù.
La
Sprite se ne era accorta fin dai suoi primi giorni di scuola, quando
ancora portava le treccine, protestava un po' meno al suono del
proprio nome di battesimo e non si divertiva a scivolare lungo i
corrimani delle scale per poi cadere miseramente sul pavimento.
Era
turbolenta, scanzonata, iperattiva, eppure era una studentessa molto
brillante. Era anche una Cacciatrice piuttosto dotata: non fosse
stato per Charlie Weasley, l'anno prima Tassorosso avrebbe
sicuramente vinto la Coppa del Quidditch. Era una di quelle ragazze
che non si incontravano tutti i giorni, ricca di talenti e carica di
brio.
Non
c'era da stupirsi che il Cappello Parlante ci avesse messo
così
tanto prima di Smistarla: in lei convivevano l'audacia sfrontata di
Grifondoro, l'ambizione testarda di Serpeverde, l'acume brillante di
Corvonero ed era onesta e sincera, un'ottima Tassorosso.
Mentre
la guardava ridere, la professoressa fu tuttavia attraversata da un
pensiero ben più nefasto.
Agli
occhi dell'intera comunità magica, sua madre restava una
Black. Sebbene
Andromeda
Tonks avesse tagliato qualunque ponte con la sua infame famiglia,
Bellatrix Lestrange restava comunque sua sorella. E Sirius Black...
Sirius, che a sedici vantava molti dei talenti di Tonks ed era stato
uno dei suoi migliori studenti... proprio lui, che ora marciva ad
Azkaban per aver tradito il proprio migliore amico... come avrebbe
potuto Tonks diventare un'Auror? Il rigido Alastor Moody glielo
avrebbe davvero permesso?
«C'è
altro che vuoi chiedermi?» le domandò debolmente.
La
giovane scosse la testa. Si chinò per prendere la propria
tracolla,
ma nel rialzarsi la sua testa cozzò contro il bordo della
scrivania.
Si lasciò sfuggire un'imprecazione un po' troppo scurrile,
ma la
professoressa Sprite la ignorò con un blando movimento della
mano e
la lasciò andare.
Mentre
attendeva l'arrivo del successivo ragazzo pieno di sogni e speranze
per il futuro, continuò a pensare a quante
possibilità potesse
avere la signorina Tonks di diventare un'Auror. Si lasciò
andare a
un sospiro sconfortato e realizzò tristemente che c'erano
più
probabilità che a Hogwarts venisse assunto un Lupo Mannaro
come
insegnante.
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