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Autore: Trick    29/06/2013    6 recensioni
«Il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte».
Raccolta di drabble, flash-fic e one-shot di mediocre pretesa spudoratamente a caso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Scritta per la Settimana Tematica indetta dal forum di Pseudopolis Yard. La canzone è il reprise originale di «Little town», la prima canzone del cartone animato della Bella e la Bestia.
Eh, oggi ero un po' nostalgica. (:
Nota: So che nei libri non viene mai detto che Tonks fosse una studentessa particolarmente brillante (sappiamo solo che non eccelleva in condotta), ma io sono dell'idea che deve esserlo stato per forza. È diventata un'Auror e ha preso un G.U.F.O. Eccezionale in Pozioni con Piton come professoressa... insomma, non è roba da poco.



*
I want much more
Ninfadora Tonks, Pomona Sprite
1793 parole


I want much more than this provincial life.
I want adventure in the great wide somewhere.
I want it more the life can tell.
And for once it might be grand
To have someone understand.
I want so much more then they've got planned.
(Little town, Beauty and the Beast)


Edward uscì dall'ufficio della professoressa Sprite con un'espressione raggiante e un volantino violetto ben stretto fra le mani grassocce. Tonks sollevò lo sguardo dal fumetto di The Hulk che le aveva recapitato il gufo del padre quella mattina e gli rivolse un'occhiata curiosa.
«Com'è andata, Eddie?».
«Fantastico!» esclamò con entusiasmo il ragazzo. «Crede che io abbia tutte le qualità necessarie a un buon Guaritore!». Si incupì improvvisamente e aggiunse con più amarezza: «Certo... ha anche detto che devo migliorare i miei voti in Pozioni...».
«Possiamo studiare insieme, se ti va» propose lei con una vaga scrollata di spalle. «Devo alzare anch'io la media».
Le folte sopracciglia di Edward schizzarono verso l'alto.
«Tu? Ma sei la più brava della nostra classe! Sei l'unica ad aver preso Oltre Ogni Previsione nella Pozione Sonnolungo».
«Già...». Si alzò in piedi, infilò il fumetto nella tracolla e si ravvivò distratta i capelli turchesi. «Ma non mi basterà».
«Non ti basterà... per cosa?».
«Ninfadora?» la chiamò la professoressa dall'interno della stanza. «Sei già lì fuori o sei di nuovo in ritardo?».
Tonks fece un occhiolino fugace all'amico e si intrufolò nell'ufficio della Direttrice di Tassorosso. Era stata in quell'ufficio così tante volte che le veniva ormai naturale accomodarsi mollemente davanti alla scrivania della professoressa. Gettò la tracolla ai piedi della sedia, si sedette e si appoggiò entrambi i gomiti sul bordo con un espressione birichina.
«Auror».
La paffuta professoressa parve non capire immediatamente. Rimase a scrutarla con le labbra appena dischiuse. Poi iniziò a scuotere il capo e le mostrò entrambi i palmi.
«A-Auror? Tu vuoi... Ninfadora, può ripetere?».
«Tonks, signora» la corresse con leggerezza. «E voglio diventare un'Auror».
«Un'Auror...».
Tonks annuì raggiante.
«Deve essere un lavoro stratosferico! Riesce a immaginarlo? Duelli all'ultimo sangue, temibili Maghi Oscuri, feroci creature assassine, imprese eroiche in ogni angolo del paese... potrei perfino lavorare al fianco di Alastor Moody!».
«Io e Alastor eravamo a scuola insieme...» commentò pensierosa la Sprite. «Ed era folle già allora».
«È il più grande Auror di tutti i tempi!» protestò piccata la ragazza. «Professoressa, io--».
«È una carriera dura» la fermò con una punta di velata preoccupazione. «Dura e insidiosa. Senza contare il fatto che diventare un Auror non è facile: ammettono solo i migliori».
Sul volto di Tonks calò un'improvvisa ombra scura, ma i suoi occhi continuarono a brillare risoluti.
«Non mi ritiene all'altezza?».
«Oh, non ho detto questo...». Estrasse un opuscolo grigio da una piccola pila in un angolo della scrivania e se lo rigirò per qualche secondo fra le mani. «Sei una studentessa in gamba... e lo saresti molto di più, se solo ti comportassi meglio» aggiunse con un sorriso sghembo. «I tuoi voti sono sicuramente fra i migliori della tua classe, ma... mi chiedo se sei davvero sicura di questa scelta».
«Certo che lo sono. Sono secoli che mi preparo. Ho letto tutto ciò che ho trovato in biblioteca sulla Difesa contro le Arti Oscure, interi compendi sulle Creature Magiche più pericolose della Gran Bretagna... i miei voti in Trasfigurazione sono ottimi e sì, è vero, ha ragione, faccio un po' schifo a Incantesimi, ma solo perché il professor Vitious ultimamente sembra fissato con le magie domestiche, ed ecco, insomma...». Alzò gli occhi al cielo con aria eloquente. «Io faccio proprio schifo, in quelli. Dovrebbe vedere ciò che sa fare mia madre. Agita appena la bacchetta e puf! Mai visto calzini piegati meglio dei suoi».
La professoressa si lasciò andare a una blanda risatina sinceramente divertita. Fece un sospiro un po' rassegnato, guardò la propria studentessa con affetto e le porse l'opuscolo del Ministero della Magia.
«Quando ho detto che ammettono solo i migliori, intendevo davvero i migliori. La professoressa McGranitt è molto soddisfatta dal tuo rendimento in Trasfigurazione, e certo le tue personalissime doti come Metamorfomaga ti aiuterebbero molto... ma devi migliorare Incantesimi, con o senza i calzini. E...».
«Difesa contro le Arti Oscure?».
La Sprite annuì con un sorriso gentile.
«Ovviamente».
«Non avrò problemi. Sto studiando Difesa Applicata contro gli Artifici Oscuri, non--».
«Non è una lettura un po' troppo avanzata per i G.U.F.O.?».
Tonks si fermò di colpo. Fece un profondo respiro e intrecciò fra loro lei dita. La professoressa si stupì nel vedere il suo viso irrigidirsi in un'espressione insolitamente seria.
«Io voglio diventare un'Auror».
«Perché?» s'informò curiosamente. «Ho sempre saputo che avresti scelto una carriera d'azione, ecco, ma mai avrei immaginato che volessi diventare un'Auror».
«Io...». Per un attimo la giovane parve non avere una risposta sicura. «Voglio qualcosa di più. Non voglio.. non voglio finire come i miei genitori» Parve rendersi conto solo in quel momento di ciò che aveva detto, perché aggiunse rapidamente: «Oh, io li adoro, dico sul serio! Sono eccezionali, ma... viviamo in una bella villetta alla periferia di Londra, abbiamo un giardino curato, le tende sono sempre pulite... mia madre prepara i muffin a colazione e il pollo arrosto per il pranzo della domenica, passiamo le vacanze a Bath, e mio padre ha un rispettabile lavoro come tanti altri. Ed è tutto molto tranquillo, molto abitudinario, molto... noioso». Mise un accento particolarmente depresso sull'ultima parola. «Io voglio di più. Non voglio passare il resto della mia vita pulendo pavimenti o riordinando scartoffie in un ufficio. Voglio... l'avventura. Voglio esperienze nuove, voglio fare cose travolgenti, voglio fare qualcosa che possa cambiare il mondo». Scosse la testa con un improvviso sorriso imbarazzato. «Lei non ha mai pensato di aver fatto la scelta sbagliata?».
La professoressa Sprite sgranò sorpresa gli occhi.
«Oh, io... non credo. No» ripeté con più convinzione e un sorriso sereno. «Amo il mio lavoro, amo voi ragazzi... anche quelli che mi danno il tormento...». Tonks ridacchiò sotto i baffi. «Certo, devo ammettere che alla tua età non credevo sarei diventata un professoressa. Che resti fra me e te, eccezion fatta per Erbologia ero un disastro... ma sono felice di essere qui, oggi».
Tonks le rivolse un grande sorriso.
«È questo ciò che voglio. Poter arrivare un giorno a dire: “Sono felice di averlo fatto. Sono felice di aver rischiato”».
«Bisognerà fare qualcosa per la tua condotta...».
La ragazza fece una smorfia.
«Non guardarmi così, Ninfadora».
«Tonks. Il mio nome è Tonks».
La Sprite la ignorò con un bonario sogghigno divertito che le fece comparire due buffe fossette agli angoli della bocca.
«La condotta è molto importante al Quartier Generale degli Auror».
«Credevo fosse più importante arrestare i Maghi Oscuri».
«Sì. Quello e la condotta. E la tua non è delle migliori. Il professor Piton--».
«Oh, per la barba di Merlino!» esclamò con veemenza Tonks, appoggiando la fronte alla scrivania. «Quell'uomo mi odia».
«Non ti odia» la contraddisse la Sprite. Non ne era tuttavia sicura. «C'è da dire che tu non tieni mai a freno la lingua. E se davvero intendi diventare un'Auror... beh, il professor Piton accetta ai M.A.G.O. solo studenti con G.U.F.O. non inferiori a Eccezionale».
«Lo so...» mormorò triste la ragazza. «E io ho solo Oltre Ogni Previsione. E già per raggiungere quei voti ce la metto tutta ogni volta. Posso confessarle una cosa?».
«Certo».
«Io credo faccia apposta a non darmi Eccezionale. La mia Pozione Sonnolungo era perfetta. Perfetta, professoressa Sprite, dico sul serio. Ci mancava solo che ci sputassi dentro l'anima, giuro. Lo hanno detto tutti. Lo sapevano tutti, e lo sapeva anche Piton, e si è inventato dei difetti che non c'erano. Non mi ha mai potuto sopportare e non so perché. Io non gli ho mai fatto niente di male».
«Fargli diventare i capelli arancioni per te è “niente di male”?».
Al ricordo di quell'episodio, Tonks parve soffocare a stento una risata.
«Beh... lui aveva preso in giro i miei capelli» cercò di scusarsi. Era davvero poco credibile. «Ma fa lo stesso. Non mi sto lamentando, era solo... era solo per dire che mi odia. Ma prenderò Eccezionale ai G.U.F.O., che a lui piaccia o meno. E mi dovrà tenere per altri due anni, fino a quando non prenderò Eccezionale anche ai M.A.G.O.».
La sua ferrea sicurezza stava quasi per convincere anche la professoressa Sprite.
«E va bene. D'altronde mi sembri già piuttosto decisa».
«Non lo sono mai stata così tanto».
«Eh, ed è tutto un dire» ridacchiò leggermente la donna. «Sei sempre stata una tale testarda...».
Tonks incrociò le braccia dietro alla nuca e rise vivacemente. C'era qualcosa di frizzante nella sua risata spontanea che avrebbe potuto contagiare chiunque. Era una delle sue principali virtù.
La Sprite se ne era accorta fin dai suoi primi giorni di scuola, quando ancora portava le treccine, protestava un po' meno al suono del proprio nome di battesimo e non si divertiva a scivolare lungo i corrimani delle scale per poi cadere miseramente sul pavimento.
Era turbolenta, scanzonata, iperattiva, eppure era una studentessa molto brillante. Era anche una Cacciatrice piuttosto dotata: non fosse stato per Charlie Weasley, l'anno prima Tassorosso avrebbe sicuramente vinto la Coppa del Quidditch. Era una di quelle ragazze che non si incontravano tutti i giorni, ricca di talenti e carica di brio.
Non c'era da stupirsi che il Cappello Parlante ci avesse messo così tanto prima di Smistarla: in lei convivevano l'audacia sfrontata di Grifondoro, l'ambizione testarda di Serpeverde, l'acume brillante di Corvonero ed era onesta e sincera, un'ottima Tassorosso.
Mentre la guardava ridere, la professoressa fu tuttavia attraversata da un pensiero ben più nefasto.
Agli occhi dell'intera comunità magica, sua madre restava una Black. Sebbene Andromeda Tonks avesse tagliato qualunque ponte con la sua infame famiglia, Bellatrix Lestrange restava comunque sua sorella. E Sirius Black... Sirius, che a sedici vantava molti dei talenti di Tonks ed era stato uno dei suoi migliori studenti... proprio lui, che ora marciva ad Azkaban per aver tradito il proprio migliore amico... come avrebbe potuto Tonks diventare un'Auror? Il rigido Alastor Moody glielo avrebbe davvero permesso?
«C'è altro che vuoi chiedermi?» le domandò debolmente.
La giovane scosse la testa. Si chinò per prendere la propria tracolla, ma nel rialzarsi la sua testa cozzò contro il bordo della scrivania. Si lasciò sfuggire un'imprecazione un po' troppo scurrile, ma la professoressa Sprite la ignorò con un blando movimento della mano e la lasciò andare.
Mentre attendeva l'arrivo del successivo ragazzo pieno di sogni e speranze per il futuro, continuò a pensare a quante possibilità potesse avere la signorina Tonks di diventare un'Auror. Si lasciò andare a un sospiro sconfortato e realizzò tristemente che c'erano più probabilità che a Hogwarts venisse assunto un Lupo Mannaro come insegnante.
   
 
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