Don't Cry
Naruto Uzumaki stava seduto davanti al bancone del locale gustandosi una birra.
Osservava il lucido legno del tavolo bagnato da qualche goccia d'acqua. Beveva
tranquillo la sua bibita, pensando. Ormai erano passati ben due anni dalla
prima volta che mise piede lì dentro. E da ben due anni andava lì a bere ogni
giorno. Fu proprio in quel locale che conobbe i suoi più cari amici.
Poggiò il bicchiere sul tavolo e girò gli occhi verso il muro alla sua
destra.
Nessuno era appoggiato ad esso. Era vuoto.
Rimise lo sguardo sul bancone, un velo di tristezza si impresse sugli
occhi azzurro cielo.
Esattamente quel due settembre di due anni prima, girando gli occhi verso
il muro alla sua destra, vide un angelo che d'allora non dimenticò mai. Ogni
giorno lei era appoggiata su quel muro e ogni giorno lui la guardava. Non
riusciva a toglierle gli occhi da dosso. Era bellissima. Capelli neri lunghi
fino a metà schiena, lisci come fili di seta;
occhi d'un bianco violaceo talmente intensi da togliere il fiato;
labbra rosse e carnose che nascondevano una fila di denti bianchi perfetti. Un
sorriso meraviglioso. Era coperta da un kimono bianco e rosso. Attraverso esso
riusciva a vedere il corpo snello, con
le curve al posto giusto.
Era veramente un angelo.
Lui la osservava e lei, un pò imbarazzata, cercava di non farci caso. Poi
arrivò quel giorno fatidico. Dal loro primo incontro passarono due settimane e
Naruto, finalmente, decise di parlarle. Appena vide che il suo sguardo angelico
gli fu addosso, la chiamò con un gesto della mano. Lei gli si avvicinò e
s'inchinò per salutarlo. Naruto la fece sedere affianco a lui e le chiese il
nome.
Due anni. Era passato tanto tempo da quell'incontro.
Naruto prese in mano il bicchiere e cominciò ad osservare il liquido giallastro
al suo interno. Stava pensando a quel'angelo di nome Hinata Hyuga. Si era
perdutamente innamorato di lei, cosa che non gli era mai successa prima. Lui era un bell'uomo di ventidue anni.
Capelli color dell'oro, occhi d'un azzurro da far invidiare il cielo, corpo
longilineo, altezza media. Di donne, ne aveva avute quante voleva, ma le
considerava solo avventure, non erano niente di serio. Invece lei, oh sì, di
lei, era veramente innamorato. Bella e irraggiungibile. Le parole melense non
servivano con lei, e questo lo fece ancora di più interessare. Non era una
donna facile e superficiale come tutte quelle che aveva avuto, lei era
intelligente, introversa, timida, ma spontanea. E quel suo arrossire quando
sentiva complimenti, lo inteneriva moltissimo.
Naruto la desiderava con tutto sé stesso, ma non poteva averla. Nonostante gli
sia vicino, era lontana mille miglia. E questo lo addolorava. Ogni volta che ci
pensava, il cuore gli si stringeva e gli veniva da piangere. La voleva vicino a
sé, voleva impossessarsi delle sue labbra, del suo corpo, del suo cuore, della
sua anima. Ma non poteva.
Hinata Hyuga era una geisha, il
suo ruolo era quello di intrattenere gli uomini con danze, canti e il proprio
corpo.
Ma per essere una geisha, le ragazze dovevano rispettare una regola
fondamentale "mai innamorarsi dell'uomo a cui si cede il proprio
corpo." Se succedeva, non era più degna di fare questo lavoro e doveva
andarsene via.
Hinata era una donna bellissima, molti uomini la volevano e molti avevano
provato a farla innamorare ma senza successo. Lei seguiva la regola come fosse
la sua unica ragione di vita, infondo, lo era. Intrattenere gli uomini era il
suo lavoro e con questo riusciva a mangiare e dormire in un buon letto.
Nonostante la sua aria da ragazzina timida e insicura, davanti agli uomini si
dimostrava fredda e dura. Lasciava uscire la parte più nascosta del suo
carattere. Se non facesse così, finirebbe per essere troppo debole e alla fine,
non riuscirebbe ad andare avanti.
Ma un biondino dal cuore buono riuscì a oltrepassare questa barriera di
ghiaccio.
Naruto Uzumaki, questo era il suo nome. Un militare bello come il sole.
Lo vide subito appena entrò nel locale ben due anni prima, ma Hinata non poteva
avvicinarsi di sua spontanea volontà, doveva aspettare di essere chiamata.
Passarono ben due settimane prima che successe, ma fu il giorno più bello della
sua vita. Per la prima volta, un uomo, non le chiese di andare a letto ma di
sedersi vicino a lui a bere e chiacchierare. E chiacchierarono e bevvero molto
quella volta. Se lo ricorda bene. Si ubriacarono e alla fine andarono in una
delle stanza del piano di sopra a soddisfare il loro bisogno primario. Ma
comunque Hinata era contenta. Da quel giorno, ce ne furono altri identici, però
la maggior parte delle volte chiacchieravano allegramente seduti sul letto,
senza far niente.
Hinata Hyuga, per la prima volta, si sentì trattata come una persona
dello stesso livello, e non inferiore. Per la prima volta si sentì capita e
amata. Ma tutto questo, piano piano, portò la giovane donna a innamorarsi del
militare e quindi a disobedire alla regola. Questo pensiero, portava Hinata in
uno stato di sconforto. Lei voleva avere una vita come tutte le altre donne, ma
aveva paura. Paura che lui, un giorno, l'abbandonasse; paura, che un giorno, le
avrebbe rinfacciato il suo passato. Non gli disse nulla e continuò a
chiacchierare e ad andare a letto con lui senza far traparire i suoi
sentimenti. Se pur molto difficile, ci riuscì perfettamente.
Hinata quel giorno arrivò in sala più tardi perchè dovette intrattenere
un cliente. Appena vide Naruto, solo, che beveva si avvicinò a lui e lo salutò.
Il ragazzo appena sentì la sua voce soave si voltò di scatto e le sorrise. Uno
dei suoi soliti sorrisi, ma sta volta non era solare, ma malinconico. Il corpo
della geisha, a quel sorriso, divenne teso come una corda di violino e si
preoccupò. Non sapeva il perchè, ma era
preoccupata per lui.
Una risatina stridula uscì dalla sua bocca. Qualcosa lo preoccupava, ma
la ragazza non riusciva a capire cosa.
Udite quelle parole, Hinata si preoccupò ancora di più. Balbettò un sì e
s'incaminarono verso la solita stanza al piano di sopra. Entrati, si sedettero
sul letto. Hinata guardava il viso teso e triste di Naruto, mentre lui fissava
il pavimento di legno. Cominciò a parlare.
Una lacrima gli cadde dagli occhi. Hinata lo abbracciò e Naruto si lasciò
confortare, apponggiando testa sulle gambe della donna. Lei cominciò ad
accarezzargli i capelli dorati.
A quelle parole, un tremore crebbe sulla schiena di Hinata e la
preoccupazione crebbe a dismisura. No, non poteva essere vero. Tutto ma non
quello. Se lui andava in guerra, erano molte le possibilità che morisse e
così non l'avrebbe più rivisto.
Gli occhi le diventarono umidi, a fatica riuscì a trattenere le lacrime. Lo
guardò senza fiatare. Gli occhi di lui assenti, osservavano il muro davanti a
sé.
Si rimise seduto sul letto, prese le mani di Hinata fra le sue e la fissò
negli occhi.
Calde lacrime uscirono dagli occhi di Hinata e si buttò fra le braccia di
Naruto, abbracciandolo forte. Il ragazzo la strinse forte a sé.
Silenzio.
Nessuno dei due osava fiatare in un simil momento. Poteva essere il loro ultimo
abbraccio, e lo volevano far durare più allungo possibile.
Rimasero così per dieci minuti poi Hinata si staccò da lui.
E pianse fra le braccia del suo amato.
Il giorno dopo Naruto partì per la guerra. Hinata, pregava ogni giorno
per lui e teneva stretto fra le mani l'anello che lui le regalò il giorno
prima.
Passarono due anni, ormai era il 1944 e Naruto non era ancora tornato. Hinata
era da un mese che non riceveva sue lettere, e cominciava a preoccuparsi. Aveva
paura che fosse morto, ma nello stesso istante in cui lo pensava cancellava
subito il pensiero. Cercava di essere ottimista e ogni notte sognava Naruto che
entrata nel locale, col suo solito sorriso più luminoso del sole e
l'abbracciava. Di giorno sperava che il suo sogno si avverasse, ma non era
così. E la tristezza le cresceva dentro il cuore.
Passarono due mesi dall'ultima lettere che ricevette da lui. Era il
quindici agosto. Hinata stava passeggiando lungo le vie di Tokyo quando vide
per terra un giornale. Lo raccolse e lesse l'articolo di testa.
Appena lesse l'articolo, Hinata crollò sulle ginocchio e scoppiò in un
pianto disperato. Naruto era morto. Il suo Naruto. Non era possibile. Non
poteva essere morto. Le persone che giravano per la città le si misero attorno
cercando di capire cos'era successo. Cercarono di aiutarla ma lei rifiutò e
corse via. Aveva lo sguardo appannato per via delle lacrime e non riusciva a
vedere la strada. Ma corse come una forsennata. Si fermò quando non aveva più
fiato sui polmoni e si trovò sulla costa con davanti il sole che tramontava sul
mare. Quello era il posto in cui Naruto andava per rilassarsi, glielo aveva
detto ancora tempo addietro. Incosciamente la giovane donna era andata là. Si
sedette per terra e osservò il sole rosse tramontare. Il viso di Naruto le
apparve davanti gli occhi e allungò una mano per raggiungerlo ma l'immagine
sparì. Allora si ricordò della realtà. Ormai Naruto era morto e non sarebbe più
tornato da lei. Altre lacrime le caddero dagli occhi ma Hinata le asciugò subito
e pensò alla promessa fatta al suo innamorato. D'ora in poi Hinata avrebbe
vissuto come una donna normale, creandosi una famiglia ed essendo felice. Lo
avrebbe fatto per lui, per il suo unico amore, che ora, la stava proteggendo
dall'alto.
Sul cielo apparve una stella. Era calda e luminosa. Proprio come Naruto.
Lui la stava osservando attraverso essa. Hinata a quel pensiero sorrise alla
stella e una dolce lacrime le scese dagli occhi.
D'allora, Hinata Hyuga, avrebbe vissuto come una donna. Lo avrebbe fatto
per lui.
-The End-