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La ragazza piano piano
sollevò il capo.
Maurizio rimase incantato
davanti alla fine bellezza del suo viso.
Sembrava un angelo, i tratti
delicati della mascella, le fossette ai lati della bocca, gli occhi
di un azzurro splendente.
Il tutto contornato da
lunghissimi capelli castani e serici.
Sarebbe stata davvero
bellissima se soltanto non avesse portato i segni dello
strangolamento subito.
La pelle era di uno strano
grigio e il bianco dell'occhio era completamente rosso di sangue.
Inoltre, intorno alla gola,
aveva chiari segni violacei di mani.
Non si poteva dire che era
terrificante come le altre anime ma certamente quei segni
danneggiavano quello che un tempo doveva essere un volto da
batticuore.
Nonostante tutto Maurizio
rimase colpito e per un lungo momento non riuscì a dire nulla.
“Mi chiamo Barbara.”
Gli disse lei dolcemente notando l'imbarazzo del ragazzino.
“Io sono Maurizio.”
Le rispose balbettando un po'.
Come se fosse la cosa più
naturale del mondo le loro mani si unirono e da fuori apparivano come
una sorella con il fratellino.
Non sapeva perché ma
sentiva di potersi fidare fino in fondo di lei.
Così, mano nella
mano, procedettero nella nebbia fitta.
“Ci pensi mai a come
sarebbe stata la tua vita se non fossi...Beh, morta?” Sceglieva
con cura le parole terrorizzato all'idea di poterla ferirla.
Barbara rimase in silenzio
per quella che gli parve un eternità poi con un profondo
sospiro rispose.
“Mi sarebbe piaciuto
diventare un medico come mia madre. Ma non credo ci sarei riuscita
dato che sono sempre stata debole e facilmente impressionabile.”
“A me sarebbe piaciuto
fare il pilota di aerei.” Le confidò sentendosi un po'
stupido.
Ma lei non parve per nulla
divertita dalla sua affermazione anzi sorrise dolcemente come se
provasse pena per il fatto che non avrebbe mai potuto realizzarlo.
“Non provare pena per
me, non la merito. Sto per fare una cosa molto brutta.” Le
confessò con un moto di rabbia verso Michele.
“Non sono d'accordo
con te sul fatto che sia giusto e necessario vendicarsi ma ognuno
decide per sé. Non potrei in nessun caso impedirti di
commettere un errore. A mio tempo anche io ho commesso i miei, e il
fatto di non aver ucciso personalmente Yuri e Ilenia non mi
scagiona.”
Sul suo viso comparve un
espressione addolorata e Maurizio capì che non si sarebbe mai
perdonata la loro morte.
Non capiva perché
quella ragazza continuasse a colpevolizzarsi nonostante la sua stessa
morte per mano di Ilenia.
Sembrava non avercela
nemmeno con lei per quanto le aveva tolto.
Pensò che era
incredibile e nel profondo del cuore si promise che se mai fosse
tornato l'avrebbe portata con sé.
Il resto del viaggio lo
trascorsero in silenzio cercando di schivare i possibili incontri
con le anime perdute.
Non servì che
Maurizio le comunicasse la paura e l'orrore che avrebbe provato
vedendone altri perché Barbara parve capirlo da sé.
“Siamo arrivati. La
vedi quella luce laggiù?” Gli disse d'un tratto
fermandosi.
Maurizio scrutò
dinanzi a sé e vide che la nebbia si stava diradando lasciando
intravedere un piccolo scorcio di mondo.
“Si, la vedo. Vedo la
terra!” Sussurrò con l'emozione che lo investì.
Barbara sciolse piano la
stretta e lo spinse leggermente in avanti incitandolo ad uscire dalla
nebbia.
Maurizio rimase un attimo a
guardarla, non riuscì a ringraziarla a voce ma i suoi occhi
parlarono per lui e lei capì.
“Spero che alla fine
non farai ciò che hai pianificato. Ti aspetterò.”
Gli disse speranzosa.
“Tornerò te lo
prometto.” Le disse prima di girarsi e uscire dalla nebbia.
Non le poté
promettere che non si sarebbe vendicato però.
La rabbia ora crepitava nel
suo cuore all'idea che presto avrebbe raggiunto suo fratello.
“Sono tornato per te.”
Sussurrò mentre un largo sorriso gli si apriva sul volto.
ANGOLINO
DELL'AUTRICE:
Ciao
ragazzi!
Eccomi
con un altro capitolo per nulla spaventoso lo so...
tuttavia
vedrete che nei prossimi darò il meglio di me
abbiate
fede nella vostra Fly90 ;-)
Un
bacione!
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