Scusatemi
per il madornale ritardo. Ecco a voi il capitolo. Ci risentiamo in
fondo alla pagina.
Chapter II
Esco da casa sbattendo il portone.
Hanno anche il coraggio di accusarmi quando loro hanno fatto la stessa
cosa con me.
Che ipocriti.
Devo cercare di calmarmi altrimenti potrei picchiare qualcuno.
Posso andare dove voglio, tanto non mi seguiranno, e, in
più, papà gli ha detto di lasciarmi da sola.
Non si fida a lasciarmi andare da sola, ma sa che, se mi
farà seguire, non risponderò delle mie azioni, e
anche che non mi allontanerò di molto.
Sono solo due giorni che sono a Huntington Beach, non conosco nessun
posto a parte il pub dove siamo andati la prima sera, quindi decido di
andare lì.
Mentre cammino sul lungomare mi sento tremendamente triste. Ho litigato
con il mio gemello, cosa che non succede praticamente mai. E questa
volta è per un motivo serio. Ma certamente non
sarò io la prima a mollare, deve essere lui a scusarsi
stavolta.
Il cellulare inizia a squillare. È papà.
Vorrà sicuramente sapere se sto bene e se nessuno ha cercato
di derubarmi. E sono passati solo dieci minuti da quando sono uscita di
casa.
- Pa’, sto bene, nessuno mi ha violentato o ha cercato di
rapirmi, quindi sta tranquillo. –
- Io… -
- Sei preoccupato, ma non devi. Sto solo passeggiando in spiaggia,
tornerò presto. Te lo prometto. –
- Sid, sono Lance. –
- Che cosa vuoi Laurence? –
- Oh andiamo, non fare così. –
- Fare come scusa? –
- Come se avessi ragione, perché, notizia flash, non ce
l’hai… -
- Nemmeno Mitchell. –
- No, hai ragione, nemmeno Mitch, ma sei tu quella che se
n’è andata come una furia. Dai, dimmi dove sei
così vengo a prenderti. –
- Non ho bisogno del tuo aiuto, Laurence. Dì a
papà che torno presto e di non preoccuparsi. –
- Lo farò ma ora dimmi dove sei. –
- Senti, hai deciso di stare dalla parte di Mitchell, e ora rimanici,
posso farcela anche da sola. –
- Con questa chiamata sto rischiando di mettermi contro i miei
fratelli, quindi ora dimmi dove cazzo sei finita che vengo a prenderti.
–
- Anch’io sono tua sorella, coglione. –
- Sai che non intendevo qu… -
Idiota. Ho dei fratelli decisamente idioti.
Quando attacco il telefono mi ritrovo davanti al pub. Spingo la porta
d’ingresso e subito la musica si riversa
all’esterno. Deve essere uno di quei pub dove suonano le band
emergenti, anche se questa canzone mi è parecchio familiare.
Mi avvicino al bancone e ordino un thè. Fortuna che ho
portato il portafoglio con me. La cameriera, quella che mi ha servito
la prima volta, mi porge il thè e si allontana per andare a
prendere un ordine. Decido di sedermi e godermi la musica, quando mi
accorgo di star cantando la canzone che rimbomba nel locale. Mi sento
realizzata quando capisco che canzone è, e chi è
a cantarla. Gli Emblem3 sono sul piccolo palco del locale e stanno
suonando Tequila Sunrise, una delle loro prime canzoni. Prima di
xFactor e prima del successo. Quando le loro canzoni contenevano tutto
il loro sound.
Mi emoziona vederli da così vicino. Sono stata a molti live,
ma questa è una cosa molto più intima. Suonano la
loro musica, e lo fanno come dei normalissimi ragazzi. Non si sono
montati la testa, e questo mi piace.
Cambiano canzone. Riptide è la canzone che più
adoro.
Finisco la mia tazza di thè, la prima di una lunga lista.
Quando sono alla quarta tazza, i ragazzi si prendono una pausa. Keaton
e Drew stanno sistemando gli strumenti quando alcune ragazze li fermano
per complimentarsi e civettare. Wesley invece è riuscito a
sfuggirgli e sta venendo verso il bancone, di conseguenza mi
vedrà e dovrò spiegargli perché non
sono insieme a quelle palle al piede dei miei fratelli, e non ne ho
minimamente voglia. In più, ogni volta che gli parlo, mi
comporto come un’idiota.
“Una limonata ghiacciata, per favore” dice,
dopodiché si mette a chiacchierare con un tipo vicino a lui
che deve essersi complimentato per la performance. Di fatto sta che Wes
non mi ha notato.
“Un thè, grazie” dico alla cameriera,
poggiando la tazza vuota sul bancone.
“Sei strana” mi dice la bionda,
“solitamente la gente affoga i suoi dispiaceri
nell’alcool, tu lo fai nel thè”
“Mi piace il thè, è forse un
crimine…”
“Deve piacerti parecchio per berne quattro tazze di
fila”
“Non mi drogo, non fumo, avrò diritto a un vizio?
Quindi dammi la mia benedetta quinta tazza e non parliamone
più”
“Ha ragione, sei strana” dice Wes girandosi verso
di me e indicando la cameriera.
“Nessuno ha chiesto un tuo parere”
“Vero, ma sai, a me piacciono le cose strane, forse
perché sono un po’ strano
anch’io” mi risponde alzando le spalle.
“Conosco una ragazza e devo dire che è una tipa
piuttosto strana” lo guardo in modo scettico, “no,
fammi finire. Questa ragazza, oh, pensavo fosse una piuttosto forte, e
lo è, solo che è anche molto lunatica, e
fragile” dice fissandomi. Ho abbassato la testa
perché non riesco a reggere il suo sguardo. “E
timida…” alzo di colpo la testa. Credo di aver
capito di chi sta parlando. “In pratica fa la sbruffona un
minuto sì, e l’altro pure…”
“Io non faccio la sbruffona”
“Chi ha detto che sto parlando di te. Comunque, questa
ragazza sembra abbastanza sicura delle sue capacità, ma se
la si guarda meglio, ci si accorge che è tutto, tranne che
sicura di se stessa. Magari non sopporta essere trattata come una
ragazzina, anche se lo è, non sopporta essere controllata
ogni momento, o più semplicemente non sopporta chi la
controlla, non sopporta nemmeno se stessa, il suo corpo, il suo viso, i
suoi capelli. Poi arrivano due stronzi qualunque che la infastidiscono
e lei tira fuori le unghie. Ad un certo punto non è
più la ragazza timida e fragile. La ragazza si trasforma.
Tira fuori le palle e dà il ben servito ai due. La ragazza
è forte. Non ha bisogno di qualcuno che la controlli ogni
istante. Non ha bisogno di qualcuno che gli dica di aver sbagliato, ma
di qualcuno che l’aiuti a rimediare all’errore
commesso. Non ha bisogno dei suoi fratelli come guardie del corpo, ha
bisogno dei suoi fratelli e basta. La ragazza vuole vivere. E sai che
c’è? se lei me lo permetterà,
l’aiuterò a vivere”
“Che intendi per vivere?”
“Davvero tutto quello che hai afferrato è stato
quello?”
“Certo che no. Sai, potresti tipo respirare tra una parola e
l’altra, però, davvero, che intendi?”
“Per iniziare, sei mai stata su una moto?” mi
chiede, scuoto il capo in modo affermativo. “Okay, riformulo
la domanda. Hai mai guidato una moto?” questa volta nego.
“Bè, stasera lo farai”
“Visto che parlavi di me alla fine”
“Sbruffona”
“Io non…okay, dov’è questa
famigerata moto?”
“Seguimi” dice allungando la mano, vuole che gliela
prenda. “Offro io” pronuncia quando sto per mettere
mano al portafoglio, “fortuna che sono cinque tazze di
thè, e non cinque bicchieri di whiskey”
“Ehi, sono una brava ragazza, io”
“Dicono tutte così” dice prendendomi la
mano. Mi trascina fin sotto il palco. Deve avvisare i ragazzi che
usciamo dal locale.
“Sid-cake, come mai qui?” esordisce Drew
abbracciandomi.
“Già, perché sei qui?” chiede
Wes, deve essersi accorto che non me l’ha chiesto.
“Ma se è qui con te come fai a non
saperlo?” gli domanda Drew.
“Non gliel’ho chiesto” dice Wes
grattandosi la testa.
“Cretino” lo appella Keaton.
“Non trattarmi male, coglione” risponde Wes dando
uno scappellotto dietro la testa a Keaton.
“Io almeno non meno, idiota”
“Stronzo”
“Deficiente”
“Testa di cazzo”
“Imbecille”
“Quanto amore fraterno, eh?!” se la ride Drew.
“Non è giusto” dico.
“Cosa?” chiede Keaton. Wes alza un sopracciglio.
“Cosa? Wesley ti insulta, tu, invece, anche quando lo prendi
a parolacce, lo fai in modo gentile. Non la vedo una cosa
equa”
“Intendi dire perché non gli dico cose come
coglione o bastardo? Diciamo pure che Wes è il maggiore e
che non voglio rischiare di andare al pronto soccorso” dice
sorridendo, “la versione ufficiale è che non
saprebbe come rispondermi” mi sussurra
all’orecchio. Ridacchio.
“Che ti ha detto? Che gli hai detto?” ci chiede
Wes. Alziamo entrambi le spalle.
“Cose private” dico facendo l’occhiolino
a Keaton.
“Vabbè, ero venuto ad avvisarvi che noi
usciamo”
“Uh, e dove andate?” chiede Keaton ammiccando.
“Andiamo solamente a fare un giro in moto. E non guardatemi
in quel modo, è la verità” risponde
Wes. Dopodiché mi trascina fuori dal locale mentre grido ai
ragazzi che hanno suonato benissimo.
“Potevi aspettare altre cinque secondi
però”
“Che dovevi fare?” dice Wes stizzito.
“Volevo salutare i ragazzi e magari complimentarmi con loro,
ma te devi essere sempre al centro dell’attenzione
vero?!”
“Non è vero”
“Oh si, che è vero. Egocentrico”
“Pft…andiamo va”
Mi mostra la moto. È una Yamaha R6 completamente nera.
È un vero sogno. Indosso il casco ma non riesco ad
allacciarlo.
“Dai, lascia fare a me” Wesley si offre di
aiutarmi. La sua espressione concentrata è così
buffa che non posso far a meno di ridere. “Mi trovi
divertente eh”
“Sei buffo” ammetto.
“Perché ancora non ti sei vista” mi
prende in giro lui.
“Non è bello prendere in giro una povera ragazza
indifesa”
“Tu, una povera ragazza indifesa? Ma fammi il
piacere” dice indossando il casco.
“Dove andiamo?” chiedo.
“Non lo so, dove vuoi tu”
“Ricordi, non conosco il posto”
“Vero, allora che ne dici di andare al parco
naturale?”
“Basta che mi dici la strada” dico salendo sulla
moto.
“Esci dal parcheggio, gira a sinistra, la prima a destra e
poi vai sempre dritta” dice gesticolando.
“Chiaro. Ora, vuoi salire o resti qui?” gli chiedo
vedendolo ancora in piedi accanto alla moto. Alle mie parole si rianima
e sale sulla moto. Mi fa vedere come devo mettere le mani sul manubrio,
mi dice come decelerare e accelerare, e come frenare. Accende le luci
anteriori e inserisce le chiavi.
“Ora, quando ti dico di sgasare, fallo, altrimenti la moto
non partirà”
“Non l’avrò mai guidata, ma so come si
accende una moto”
“Sbruffona” dice, dopodiché mi sorride.
Fa forza sul cavalletto mentre io do gas. La moto si accende in un
rombo potente. Inizio ad uscire dal parcheggio.
“Guarda che puoi anche tenerti, non ti farò
male”
“Preferisco tenermi al sellino, non si sa mai qualcuno
potrebbe piangere la mia morte”
“Egocentrico” dico. Non sento cosa mi risponde.
Inizio ad accelerare. Al momento di girare sulla destra, mi piego in
dentro, di conseguenza la moto si piega con me. Rischio di perdere
l’equilibrio della moto perché Wesley non stringe
abbastanza le ginocchia. Passata la curva mi raddrizzo e vado a tutta
birra verso il parco naturale. Wesley è così
sorpreso che stringe le ginocchia attorno alla moto e mi si aggrappa
alla vita.
“Se corri così finiremo contro un muro”
dice agitato.
“Calmo Stromberg, non ti succederà nulla”
“Avrei i miei dubbi” dice. Scoppio a ridere.
Guidare mi ha sempre appassionato. Wesley mi indica un cartello. Siamo
arrivati. Seguo la freccia e mi ritrovo in un parcheggio. Spengo la
moto, aspetto che Wes scenda e poi scendo anch’io.
“Ah, finalmente” sospiro mentre mi tolgo il casco.
“Prima volta in moto eh?!” dice alzando un
sopracciglio con sguardo indagatore.
“Lance mi ha passato la sua vecchia moto, ho forse
dimenticato di dirtelo?” dico sorridendo. Al contrario di
quello che pensavo, ci sono molte persone che passeggiano qui a
quest’ora. Quando sto per varcare l’ingresso del
parco Wesley mi ferma.
“Non qui” dice prendendomi per il polso. Mi
trascina verso un sentiero secondario. “Ci venivo sempre da
piccolo con Drew e Keaton. Abbiamo il nostro posto segreto, quindi ora
dovrò bendarti…”
“Non ci penso nemmeno a farmi accecare”
“Sarà per poco”
“Nah, non se ne parla”
“Se scopri come arrivare al rifugio poi dovrò
ucciderti”
“Correrò il rischio”
“Facciamo che chiudi gli occhi finché non te lo
dico io”
“Se qualcosa però non mi torna li riapro”
“Aggiudicato” dice stringendomi la mano per
sigillare il ‘patto’. Chiudo gli occhi e mi affido
a Wesley, che mi ha fatto poggiare la mano sulla sua spalla, in modo da
non perderlo.
“Siamo arrivati. Visto, non è stato
così tragico”
“Una guida un po’ silenziosa, ma non mi
lamento” dico iniziando a guardarmi intorno. Credo che la mia
faccia sia alquanto idiota in questo momento, ma non posso far a meno
di rimanere a bocca aperta davanti a questo spettacolo.
“Questo posto è stupendo”
“Come chi l’ha scoperto” mi sbeffeggia
Wes.
“Egocentrico” dico rifilandogli una gomitata e una
linguaccia.
“Vieni. Sediamoci” Wesley si siede su una roccia
piatta al centro della piccola radura, e mi fa cenno di sedermi accanto
a lui.
“Wow”
“Già. Allora, come mai i segugi non sono con te?
Sei scappata?”
“Abbiamo litigato e sono uscita per non ucciderli”
“Uh, e di cosa si tratta? Se posso sapere”
“Università” ammetto.
“Avete litigato per
l’università?” chiede Wes confuso.
“Già. In pratica i gemelli studiano business e
ingegneria alla California State University…”
“Quella a Long Beach?”
“Sì, quella”
“Mentre te e Mitch?”
“Mitch è stato preso alla Yale”
“Cazzo, dev’essere un cervellone”
“E lo è. Vuole laurearsi in matematica
applicata”
“Eppure non sembrate tipi molto studiosi, a parte Mitch, lui
sembra un secchione” dice ridendo.
“Credimi è indescrivibile quanto poco secchione
sia in realtà”
“Ancora non riesco a capire il motivo del vostro litigio
però”
“Come se non bastasse il trasferimento di Mitch
dall’altra parte del continente? Il problema è che
immaginavo sarebbe accaduto, ma speravo che mio fratello me ne parlasse
prima”
“Non lo sapevi?”
“Sapevo che avrebbe fatto domanda alle migliori
università, ma non credevo fosse stato preso ad una che si
trova così lontano da casa, senza neppure dirmelo. E in
più mi ha accusato di aver fatto la stessa cosa con
lui”
“E tu l’hai fatto? Come lui intendo”
“Si…no…cioè, forse
l’ho fatto”
“Dai, parla”
“Ho fatto domanda alla Stanford University per studiare
legge…”
“E?”
“E sono stata accettata”
“Ma è grandioso. Dobbiamo festeggiare”
“Non c’è nulla da festeggiare. Non ho
detto niente a nessuno, l’ho tenuto per me. Forse sei la
prima persona a cui lo dico esplicitamente”
“Quindi anche te l’hai tenuto segreto?”
“Esattamente. Ma la cosa che mi ferisce è il fatto
che Mitch ne avesse già parlato con i gemelli, e a me lo
abbia tenuto nascosto”
“Scusa se mi permetto, ma anche tu non glielo hai detto. Che
ti aspettavi?”
“Senti non ho certo bisogno di qualcun altro che mi
dica che ho sbagliato. Mi sento già una merda di mio, non
c’è bisogno che qualcuno me lo ricordi”
dico alzandomi. Voglio tornarmene a casa.
“Ehi, dove vai? Resta, non volevo rigirare il coltello nella
piaga. Mi sono espresso male” dice Wes, sembra dispiaciuto.
“No, non è vero. Ti sei espresso benissimo, ed hai
ragione. Sai che c’è? Avete tutti ragione. Sono
una menefreghista del cazzo. Penso solo a me stessa. Va bene
così?” urlo a pieni polmoni.
Pov. Wesley
Vedo Sidney portarsi una mano al petto e respirare affannosamente.
Piegarsi su se stessa e cadere sulle ginocchia.
Non so nemmeno come succede, ma in un battito di ciglia sono piegato al
suo fianco per vedere cos’ha.
“Sidney!” urlo in preda al panico.
“Sidney cos’hai? Ti prego parla”
Lei stringe la mano sul petto così forte che le nocche
sembrano quelle di un fantasma.
“Il p-petto” sussurra senza fiato.
“Sta tranquilla. Ti prego. Ora chiamo i ragazzi”
dico prendendo il cellullare.
“No, p-per fav-vore, no” dice prendendomi il polso.
“Come no? Stai male, e io non so che fare. Lascia che li
chiami”
“Ti prego” mi supplica con gli occhi lucidi.
“Sid, se muori, io poi come lo spiego agli altri”
“Non m-morirò Wes. Mi è già
successo. Passa” dice strascicando le parole.
“Io non ne sarei così sicuro. Ti prego lasciami
chiamare un medico”
“Ehi, cosa succede qui?” dice una guardia forestale
puntandoci contro una torcia.
“Grazie a Dio. La mia amica sta male, vi prego
aiutatemi”
“Will abbiamo una ragazza che sta poco bene alla piccola
radura infestata. Chiama un medico e corri qui” dice la
guardia parlando ad un walkie talkie.
“Ricevuto. Arrivo il prima possibile” risponde il
walkie talkie.
“Tu” dice puntandomi un dito contro,
“aiutami a farla stendere a terra. Cosa ti fa
male?” chiede.
“Il petto, dice che le fa male il petto” dico
agitandomi.
“Avete assunto qualche droga? L’hai fatta bere?
Cosa ci facevate qui?” la guardia forestale mi vomita addosso
un mare di domande mentre le pratica il massaggio cardiaco.
“N-no, non abbiamo preso niente. Lei non beve. Eravamo venuti
a fare solo una passeggiata. Lo giuro. Mi creda”
“Ti credo. Allora Will dove cazzo sei?” sbraita
contro il walkie talkie.
“Sono qui” dice una voce alle nostre spalle.
“Questo è l’unico medico in servizio a
quest’ora”
“Buonasera, sono il dottor Fairmed,
cos’è successo?” chiede un uomo
brizzolato sulla cinquantina. Si toglie la giacca a vento e si piega su
Sidney.
“Stavamo parlando quando ha iniziato a farle male il petto.
Ha detto che le è successo già altre volte. Ha
detto che poi passa”
“Allora…”
“Sidney” dico.
“Grazie. Allora Sidney, dimmi dove ti fa male di preciso. Sei
mai andata ad un controllo?” chiede il dottore. Sidney fa no
con la testa, e poi si indica il centro del petto. “Ti fa
male altro? Il braccio, la schiena, dolori addominali?”
Sidney nega di nuovo.
“Cosa vuol dire?”
“Vuol dire che la tua ragazza non ha avuto un infarto, ma che
in futuro potrebbe averlo se non si fa vedere da qualcuno. Prendi
questa, è nitroglicerina” dice dandole una
pillolina bianca.
“Noi non…”
“Andiamo sappiamo tutti come vanno queste cose. Passeggiata
romantica al chiaro di luna nel parco, un bacio qua e uno
là. Volevate passare una notte fuori da soli. Non siete
né i primi né gli ultimi” dice il
dottore ammiccando.
Credo di essere diventato bordò. Sidney inizia a ridacchiare.
“Vedo che stai meglio. Farsi beffe del proprio ragazzo
è sempre uno spasso”
“Già, lo è” dice Sidney
facendomi l’occhiolino. L’aiuto ad alzarsi.
“Non prendermi in giro. Mi hai fatto morire
d’infarto” ammetto.
“Oh, direi che non c’è pericolo. Per
quanto riguarda te, Sidney, devi farti visitare. Che ne dici di venirmi
a trovare in studio uno di questi giorni?”
“Non credo serva”
“Fa come credi. Io ti lascio comunque il mio numero. Vieni
quando te la senti. È stato un piacere aiutarvi”
si piega a prendere la giacca da terra e se ne va.
“Grazie” dico rivolto al buio. Sidney mi da una
gomitata.
“Per quanto riguarda l’allontanamento dal percorso
principale vogliamo chiudere un occhio, ma che non si ripeta mai
più” dice una delle guardie forestali.
“Assolutamente, mai più” prometto.
“Ora dovreste tornare” dicono.
“Oh, certo, grazie” dico ringraziandoli e
trascinando Sidney verso il parcheggio.
“Oh, certo, grazie” mi fa il verso Sid una volta
che siamo vicini alla moto.
“Non è divertente” sbuffo e salgo sulla
moto.
“Grazie” si lascia scappare. Sale in moto e si
mette il casco.
Per tutto il viaggio rimaniamo in silenzio. Sidney appoggia la testa
contro la mia schiena e mi circonda il busto con le braccia.
Vado piano rispetto all’andata, non vorrei che Sid stesse
male di nuovo.
Parliamo solo quel giusto che serve a Sidney per dirmi la strada di
casa, dopodiché ripiombiamo nel silenzio.
Una volta arrivati davanti casa Severson, Sid mi lascia il casco e se
ne va.
Non vedo il motivo per cui io debba rimanere oltre.
“Mi dispiace” lo dice così piano che
stento a sentirla.
“Come prego?” chiedo con aria di
superiorità. Mi sembra anche giusto dopo il modo in cui mi
ha trattato.
“Andiamo, hai capito benissimo. Non farmelo
ripetere”
“Buonanotte Sidney”
“Mi dispiace” dice più forte.
“Di cosa?”
“Di averti fatto perdere il tuo posto segreto, averti fatto
preoccupare e averti preso in giro. Mi dispiace soprattutto di averti
fatto perdere tempo, a quest’ora magari ti stavi divertendo
con i ragazzi”
“Non credo che sia stata una perdita di tempo, anzi,
è stato interessante, eccetto l’ultima
parte”
“Mi dispiace”
“Smettila di ripeterlo, mi da' sui nervi”
“Scusa, io…” scoppia a ridere rendendosi
conto di scusarsi ancora.
“Per il posto segreto non preoccuparti, dicono sempre
così, ma poi mi lasciano tornare”
“Allora, per il problemino, non lo dirai a nessuno
vero?” fa la spavalda, ma io so che in realtà la
sua richiesta è più una supplica.
“Tranquilla, quello che succede nel fight club rimane nel
fight club”
“È la battuta più squallida del mondo.
Beh, allora grazie”
“E no, dove credi di andare”
“A dormire” dice indicando la porta di casa.
“Prima il mio bacio della buonanotte”
“Puoi scordartelo”
“Ok, niente bacio, però dovrai promettermi una
cosa…domani ti accompagnerò dal dottor Fairmed
per un controllo”
“Assolutamente no, non se ne parla”
“Bene, allora visto che so dove abiti, domani mattina vengo a
parlare con i tuoi…”
“No, no, andiamoci. Passa domattina alle nove, e prometti che
non dirai niente a nessuno”
“Prometto. Sono uno che le mantiene le promesse”
“Sei anche uno che ricatta”
“Anche quello. Buonanotte Sid”
“Notte Wes” dice dandomi un bacio sulla guancia e
correndo verso casa.
Per essere sicuro che non succeda niente, aspetto finché non
vedo una luce accendersi al secondo piano. Dev’essere la sua
camera.
Spero che dal controllo non risulti niente di grave, anche se dal modo
in cui il dottore si è rivolto a lei, non deve essere
qualcosa di scarsa preoccupazione. È così giovane
per poter avere un infarto.
Scuoto la testa per scacciare via i brutti pensieri. Voglio dimenticare
al più presto quello che è successo.
Mando un messaggio a Keaton per sapere se è già a
casa.
Da: Wesley
A: Keats ;)
Ehi bro, stai dormendo o
sei ancora in giro?
Da: Keats ;)
A: Wesley
No, siamo ancora al pub.
Sidney ha dimenticato qui il cellullare, digli che ce lo abbiamo noi.
Da: Wesley
A: Keats ;)
Fatto. Sto venendo
lì. Aspettatemi.
Da: Keats ;)
A: Wesley
Ok ;)
Quando arrivo al locale i ragazzi sono già fuori.
“Dov’è Sid?” mi chiede Drew.
“L’ho già riaccompagnata, ma
sarà meglio che gli riporti subito il telefono”
“Puoi aspettare domani per riportarglielo, no?”
propone Keaton con il telefono di Sidney in mano.
“Potrebbe servirgli ora, no? Io vado, ci vediamo a
casa” sfilo il telefono a Keaton, saluto Drew e torno a casa
Severson.
Suonare il campanello a quest’ora non è possibile,
quindi decido di fare come nei film; qualche sassolino gettato contro
la finestra e il gioco è fatto. Non ho fatto il conto
però con la mia mira da schifo, forse è per
questo che al liceo non mi hanno preso come lanciatore nella squadra di
baseball.
Dopo un pugno di sassolini lanciati a casaccio contro il muro della
casa, riesco a tenere buona la mira per lanciare diversi sassolini alla
finestra di Sidney. La luce si accende. Spero solo di non aver
sbagliato finestra.
“Ahia” grida Sidney alla finestra. Devo averla
colpita.
“Scusa” rispondo.
“Wes? Wes cosa ci fai qui?” chiede affacciandosi.
“Hai scordato questo al locale” dico mostrandogli
il telefono.
“Scendo” dice solo, poi scompare.
Me lo ero immaginato più semplice. Nei film hanno sempre
tutti una mira eccellente.
“Wes. Wes?” sento una voce chiamarmi. Arriva dalla
porta sul retro.
“Ehi, non volevo svegliarti, mi dispiace. Ho pensato che
potesse servirti” dico passandogli il telefono.
“Grazie, stavo diventando matta a cercare di capire dove
l’avevo lasciato”
“Beh, allora buonanotte” dico andando verso la moto.
“Notte” dice tornando in casa. “E,
Stromberg…” mi richiama dalla porta.
“Si?”
“La tua mira fa pena” dice e poi se ne va.
Pov. Sidney
Quando sto per rimettermi a letto il telefono vibra.
Da: Sconosciuto
A: Sidney
La mia mira non fa pena
u.u
Da: Sidney
A: Sconosciuto
No, in effetti fa
pietà e misericordia ;P
Da: Sconosciuto
A: Sidney
Non utilizzare la Bibbia
per insultarmi…
Da: Sidney
A: Sconosciuto
Non ti sto insultando,
sto solo esponendo i fatti xD
Da: Sconosciuto
A: Sidney
Quindi non sei
arrabbiata del fatto che ti abbia preso il numero senza chiederlo???
Da: Sidney
A: Sconosciuto
Se mi giuri che non sei
un serial killer o un maniaco
Da: Sconosciuto
A: Sidney
Nope! Sono solo un
po’ fanatico ;)
Da: Sidney
A: Sconosciuto
Egocentrico! Secondo te
come dovrei salvarti? Killer93? XD
Da: Sconosciuto
A: Sidney
Sono più un
tipo alla Wessy-amorino, ed occhio che ci voglio anche il cuore alla
fine eh
Da: Sidney
A: Sconosciuto
Ma neanche morta. Tu
come mi hai salvato?
Da: Sconosciuto
A: Sidney
Siddy con un mega cuore
alla fine <3
Da: Sidney
A: Sconosciuto
Idiota XD Che ne dici di
WesleyE3?
Da: Sconosciuto
A: Sidney
Banale…davvero
vuoi avermi salvato con quel nome?!
Da: Sidney
A: Sconosciuto
No, hai ragione. Ce
l’ho *o*
Da: Sconosciuto
A: Sidney
Allora?
Cos’è?
Da: Sidney
A: Sconosciuto
Wesley
Da: Wes ღ
A: Sidney
Beh almeno
c’è la faccina alla fine
Da: Sidney
A: Wes ღ
Devi esserne contento,
non tutti hanno questo privilegio ;)
Da: Wes ღ
A: Sidney
Vabbè, ti
lascio andare. Buonanotte.
Da: Sidney
A: Wes ღ
Notte Wes. Ah, non lo
hai detto a nessuno vero?
Da: Wes ღ
A: Sidney
Te l’ho
promesso, quindi no, non ho detto niente a nessuno e non conto nemmeno
di farlo.
Da: Sidney
A: Wes ღ
Beh, grazie. Grazie
davvero
Da: Wes ღ
A: Sindey
Di niente.
Un’ultima cosa però…
Da: Sidney
A: Wes ღ
Cosa?
Da: Wes ღ
A: Sidney
Come ti senti?
Da: Sidney
A: Wes ღ
Un po’ scossa,
ma non mi lamento. Forse obbligarmi ad andare a quel controllo
sarà un bene.
Da: Wes ღ
A: Sidney
Non è un
obbligo, è un ricatto xD Di sicuro non può farti
male. Vabbè, io stacco, a domani.
Da: Sidney
A: Wes ღ
A domani.
Quando la mattina mi sveglio ciò che è successo
il giorno prima mi piomba addosso come una valanga.
Cory è morto. Non sono riuscita a surfare. Ho litigato
con mio padre, poi con mia madre, ed infine con i miei
fratelli. Mio fratello gemello parte per andare a studiare
dall’altra parte del continente. E per completare
l’opera, ho anche avuto una specie di infarto.
Mica male come secondo giorno ad Huntington Beach.
Controllo l’ora prima di andarmi a lavare. Ho due ore prima
che Wesley arrivi. Ancora non posso credere alla fortuna che ho avuto.
Ho conosciuto gli Emblem3, ci ho parlato, mi hanno abbracciato, li ho
sentiti cantare nella loro città.
Quando i miei hanno detto che dovevamo trasferirci
l’ho presa veramente male, non avrei visto più la
cricca, i nonni, gli zii; credevo che la nostra vita sarebbe stata un
mortorio, e invece ecco spuntare gli Emblem3 con le loro tavole da
surf, il sorriso sempre presente e il loro amore per l’oceano.
E ora, uno di loro mi accompagnerà ad una visita medica di
cui nessuno sospetta nulla. E lo fa per me.
Scuoto la testa per non pensarci.
Torno in camera a vestirmi. Per fortuna che sono l’unica con
il bagno in camera, almeno non rischio di incontrare gli altri. Indosso
un jeans con una canottiera, e metto le converse basse. Prendo una
tracolla e ci butto dentro il portafogli, la custodia degli occhiali da
vista, quella degli occhiali da sole e le cuffiette. Inforco gli
occhiali da vista, indosso il cappello e poi scendo a fare colazione.
Per le scale non incontro nessuno, e la cucina è vuota.
Forse la fortuna è dalla mia parte.
Prendo una tazza dalla credenza, ci verso il latte freddo e il
caffè, metto due cucchiai di zucchero, mescolo e aggiungo i
cereali.
“Tutto quello zucchero ti farà male”
“Giorno anche a te pa’” esordisco
agitando il cucchiaio a mo’ di saluto.
“Giorno dolcezza” dice dandomi un bacio in testa.
“Papà! Non sono più una
poppante”
“Lo so” dice sospirando, “ma rimarrai
sempre la mia bambina”
“Ti prego, non affrontiamo questo argomento ora” mi
dispero.
“No, hai ragione. Allora, come mai già in
piedi?”
“Ho un appuntamento” dico. Papà si
strozza col caffè. “No, non come intendi tu. Nel
senso che ho un impegno, da amici. Si, da amici, solo questo”
“Da amici? Amici chi?” chiede tossendo.
“Io e Wesley, papà. Siamo solo amici”
“Wesley? Il cantante?”
“Si, papà. Wesley il cantante, come lo chiami tu,
mi porterà a vedere Huntington”
“Non puoi andarci con i tuoi fratelli?”
“Pa’, sei serio? Ricordi cos’è
successo ieri si?”
“Ricordo, ricordo. Vabbè ma almeno chiamami ogni
tanto per sapere dove sei”
“Pa’, smettila, Wes non è uno
stupratore, né qualsiasi altra cosa può passarti
per la testa, ed io ho diciott’anni”
“Wes? Siamo già passati alla fase amiconi
vedo”
“E dai, finiscila. Si è offerto solo di farmi
visitare la sua città”
“Sarà meglio per lui” dice in tono che
non ammette repliche.
Mentre papà si allontana per prendere altro
caffè, la mamma e i ragazzi fanno il loro ingresso ridendo
ad una qualche battuta.
“Io vado. Ciao pa’. Ciao ma’”
esordisco mettendo la tazza nella lavastoviglie e sparendo alla
velocità della luce.
Aspettando che Wesley arrivi collego le cuffiette al telefono e faccio
partire la musica. Non avendo niente da fare decido di girare un
po’ su twitter.
Proprio mentre sto scrivendo un tweet Wesley si ferma davanti al
vialetto.
“Buongiorno signorina Severson” saluta, porgendomi
il casco.
“Buongiorno” rispondo prima di salire sulla moto.
Mi tolgo il cappello e lo infilo in borsa prima di indossare il casco.
“Non per sembrarti paranoico ma qualcuno ti sta
spiando” dice accennando al finestrone della cucina.
“Problemi loro. Andiamo, dai”
“Ai suoi ordini, milady” mi prende in giro Wes
facendo il saluto militare.
“Cammina, idiota” dico dandogli un pugno sulla
spalla.
“Ok, ok, vado”
Pov. Lance
Io e i ragazzi andiamo in cucina con la mamma. Elliott fa
una battuta e noi tutti iniziamo a ridere.
Papà e Sidney stanno parlando, ma appena ci sente arrivare,
Sidney, si alza e se ne va.
“Ragazzi dovreste chiederle scusa” esordisce la
mamma versandosi del caffè.
“Scusa per cosa? È lei che vuole addossare la
colpa agli altri. Lei ha sbagliato. Lei deve scusarsi”
ammette Mitch duro.
“Non mi sembra il comportamento adatto ad una matricola della
Stanford. È un po’ troppo infantile”
dice Elliott inzuppando con nonchalance un biscotto nel caffelatte di
Mitch.
“Neanche quello di Mitch mi pare un comportamento adatto ad
una matricola di Yale. È piuttosto cretino”
ribatto duramente.
“Ma Yale non è Stanford” snocciola Mitch.
“Oh, allora è questo che ti preme. Il fatto che
Stanford sia un’università migliore di Yale. Ti
rode il fegato non primeggiare anche stavolta eh!” lo provoco.
“Sarebbe meglio per te non parlare di questo” Mitch
ha sempre avuto paura dello scontro diretto.
“E invece parliamone. Intendi forse il fatto che io frequenti
la CSU, che è un’università pubblica,
mentre tu andrai a Yale? Perché a me non dà
fastidio confrontarmi. Sei più intelligente di me, anche se
ho ancora i miei dubbi. Abbiamo interessi diversi. Studi differenti.
Non sono geloso della tua ammissione a Yale, Mitch, anzi sono molto
fiero di te. Ma è questo il problema, a te non importa se
qualcuno sia fiero o meno, a te interessa solo battere gli altri,
essere il migliore. Sai che c’è? Che non sei il
migliore qua dentro Mitch, non lo sei mai stato. Noi valiamo tanto
quanto te. Non è l’ammissione ad
un’università ambita che fa il migliore,
nossignore. E dovresti imprimertelo bene a mente” sfogo tutta
la mia frustrazione su Mitchell e sulla sua stupidità.
Sbatto un pugno sul bancone della cucina e mi avvicino alla finestra
per prendere aria. Fuori in giardino noto Sidney pronta per uscire.
“Pa’ dov’è che andava
Sidney?”
“Oh, ha un appuntamento con un certo Wendell, Webster,
Weston...?”
“Wesley?”
“Sì, lui”
“E tu ce l’hai mandata?” chiede Mitch.
“Cos’è improvvisamente ti interessa di
tua sorella?” lo rimbecco prontamente, in risposta Mitch mi
guarda in cagnesco.
“Smettetela voi due, e sì, Mitch, ce
l’ho mandata. Mi sembra in grado di poter scegliersi gli
amici da sola”
“Andiamo pa’, sai che non sono solo
amici” dice Mitch.
“Wesley è pure più grande di
lei” gli dà man forte Elliott.
“Ha vent’anni, anzi ancora li deve compiere, quindi
non vedo dove sia il problema”
Non so quando io abbia iniziato a difendere Sidney e la sua uscita con
Wesley, dato che non sono poi molto d’accordo
neanch’io, ma mi sono decisamente stufato degli atteggiamenti
di Mitch ed Elliott.
Papà inizia ad innervosirsi. Lo stanno portando dalla loro
parte.
“Io vado a chiamarla” afferma facendo per uscire.
Lo blocco per un braccio.
“Non puoi fargli questo, e poi Wes è appena
arrivato, che figura ci farebbe se le proibissi di uscire. Siamo nel
ventunesimo secolo pa’, dagli spazio”
“Oh, e va bene, voglio provare a dargli fiducia. A darti
fiducia. Fai che quel ragazzo non la deluda, e non farlo neanche tu.
Ricordati che è una prova” mi concede
papà.
Vediamo Wesley indicare verso la finestra e Sidney rispondere con un
alzata di spalle, dopodiché sale sulla moto e se ne vanno.
“Visto che non è stato così
tragico”
“Mi prendi per il culo Lance? La mia bambina è
appena andata via con un motociclista”
“Wesley è un cantante, non un motociclista
pa’, e poi Sidney ha una moto, quindi non prendiamoci in
giro”
“Io vado al lavoro, tu ogni tanto chiamala e poi riferiscimi.
E voi” dice indicando me e i ragazzi, “non fate
arrabbiare vostra madre, e soprattutto non litigate”
“Impossibile litigare con gli invertebrati” butto
lì andandomene in salotto.
“Sei un bastardo” mi grida contro Mitch prima di
andarsi a rifugiare in camera sua.
“Hai esagerato” mi rimprovera Elliott sedendosi
vicino a me.
“Sai che nova c’è? Mi avete rotto le
palle. Tutt’e due” dico alzandomi e andandomene in
camera mia.
Sono un cretino. Come ho potuto pensare che Mitch avesse ragione, ieri
ha fatto quello che ha fatto solo perché era geloso, ed io
idiota gli sono pure andato dietro.
Sono un completo fallimento come fratello. Forse dovrei chiamare Sidney
per scusarmi e dirgli che sono dalla sua parte. Forse, però,
sarebbe meglio aspettare che torni, non me lo perdonerebbe mai se la
chiamassi ora.
Decido di finire di sistemare la stanza, inizio disimballando i trofei
di football vinti al liceo.
“Senti Lance non possiamo litigare anche noi, non
voglio”
“Non ti hanno insegnato a bussare?” rispondo acido.
“Ok, scusa. Riprovo. Toc toc” fa il verso mentre
bussa allo stipite della porta, “posso entrare?”
“No”
“Oh, andiamo, non voglio litigare con te”
“El, è chiaro che per un po’ resteremo
divisi. Tu condividi c’ho che pensa Mitch, io credo invece
che lui sia un’idiota; siamo ai due lati opposti delle
fazioni, mi dispiace ma è così”
“Quindi d’ora in avanti potremmo parlare solo per
litigare?”
“Ells non fare l’idiota, è ovvio che non
possiamo andare d’amore e d’accordo se la pensiamo
in due modi diversi su questa faccenda. Non dico che non possiamo
più parlare, ma finché Sidney e Mitchell non
chiariranno questa cosa, non intendo essere considerato come un
ammortizzatore”
“Potremmo cercare di farli riappacificare” propone
Elliott.
“Se Mitch continua a comportarsi come il Dio intoccabile di
questa casa, credo che riusciremo in ben poco”
“Smettiamola di parlare di loro, ok; che ne dici di una
partita alla play?”
“Pronto per essere stracciato?” ghigno.
“Ti piacerebbe”
“Scommettiamo venti dollari”
“Piangerai quando avrò finito con te”
accetta Elliott.
“Inizia a mettere mano al portafogli” dico per poi
accendere la console.
*Angolo dell’esaltata*
Il capitolo si conclude con i gemelli che giocano alla play
perché io li amo,
ed è un loro sacrosanto diritto avere più spazio
nella storia...
Perdonatemi se c'ho messo così tanto, ma
l'università mi ha tenuta impegnata.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento...
Fatemi sapere cosa ne pensate attraverso una recensioncina :)
Tanti baci, tanti
abbracci, tante cose carine...xoxo S.
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